In Spagna non è più primavera: in aprile battuti tutti i record di caldo
Greenpeace: la crisi climatica irrompe in Spagna (e nel mondo) con tutta la sua durezza
[28 Aprile 2023]
Il 26 aprile gli attivisti e climbers di Greenpeace España hanno manifestato alla Feria de Abril di Siviglia innalzando striscioni con la scritta “ya nunca es primavera”, per ricordare a tutti che le temperature anomale record che stanno colpendo la Spagna sono frutto del cambiamento climatico e che la causa, ancora una volta, sono le emissioni da combustibili fossili. Su altri striscioni dispiegati all’entrata della Fiera di Siviglia dagli attivisti si potevano leggere slogan come “En abril, calores mil” o “Feria de la calôh”.
Anche secondo gli esperti è probabile che il cambiamento climatico abbia un ruolo in questa ondata di caldo. Samantha Burgess, del Copernicus climate change service, ha detto BBC News: «Sappiamo che il 2022 è stato il secondo anno più caldo mai registrato per l’Europa, ed è stata l’estate più calda mai registrata. L’Europa si sta riscaldando al doppio del tasso globale e sappiamo che c’è un tasso di riscaldamento più elevato, c’è una maggiore probabilità di eventi estremi. E quegli eventi estremi includono le ondate di calore».
Secondo Meteored, la Spagna non aveva mai superato i 21º C di media ad aprile e in questi giorni le temperature massime si sono avvicinate ai 40º C. Ieri all’aeroporto di Cordoba, poco dopo le 15:00 ora locale, sono stati registrati 38,8° C, un record assoluto per aprile che potrebbe già essere nuovamente battuto oggi. Da giorni un’ondata di rovente ha colpito la Spagna con temperature di 10 – 15° C più calde della media di aprile. Un fenomeno dovuto a una massa di aria molto calda proveniente dall’Africa, unita a un sistema meteorologico in lento movimento. Le scuole saranno autorizzate ad adattare i loro orari per evitare il picco peggiore del caldo. I treni della metropolitana di Madrid passano più frequentemente del solito per evitare lunghe attese sui binari e le piscine pubbliche dovrebbero aprire un mese prima del normale.
Cristina Linares dell’ Instituto de Salud Carlos III, ha lanciato un allarme sull’impatto dell’ondata di caldo sui più poveri: «La povertà è il fattore chiave quando si tratta di spiegare perché ci sono più morti associate alle temperature estreme. Il reddito è il fattore con il legame più stretto con l’impatto del caldo sui decessi quotidiani».
Le alte temperature si aggiungono alla prolungata siccità che sta colpendo molte parti della Spagna. Gli invasi e le dighe del bacino del Guadalquivir sono solo al 25% della loro capacità. Una combinazione che sta facendo aumentare il rischio di un anticipo della stagione degli incendi boschivi e il servizio meteorologico nazionale ha avvertito che vaste aree del paese sarebbero a rischio. Già nel 2022 la Spagna aveva avuto il record europeo di territorio percorso dagli incendi. Greenpeace España conferma e rilancia: «In questi giorni, parallelamente a una situazione di persistente siccità, ci sarà un estremo rischio di incendi boschivi. I dati per l’area bruciata sono già i peggiori degli ultimi 10 anni, secondo l’European Forest Fire Information System (EFFIS), la situazione di siccità e ondate di caldo fa pensare a un’estate complicata di incendi boschivi».
Greenpeace ricorda che «La difesa della biodiversità agricola e forestale e la corretta conservazione degli ecosistemi sono attualmente una formula chiave per affrontare l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Per questo motivo è essenziale difendere la biodiversità in aree come il Parque Nacional de Doñana, recentemente minacciato dal progetto di legalizzazione dell’irrigazione nella Corona norte».
La nuova ondata di temperature record straordinariamente elevate di aprile, fino a oltre 20 gradi sopra la norma in alcune località, si aggiunge ai mesi di gennaio e marzo con temperature record sia sulla terraferma che negli oceani. «Inoltre .-aggiunge Greenpeace España – stiamo vivendo una siccità che dall’anno scorso sta ufficialmente devastando la penisola iberica e che quest’anno sta causando gravi danni all’agricoltura. Gli incendi hanno iniziato a devastare le nostre zone rurali da gennaio e tutto indica che è appena iniziato. La crisi climatica si sta scatenando in Spagna con tutta la sua durezza».
Gli ambientalisti spagnoli sottolineano che questa situazione non riguarda solo il loro Paese è esclusiva del nostro Paese e che i rapporti di Copernicus mostrano la gravità del cambiamento climatico in Europa, mentre il recente rapporto “State of the Global Climate 2022”, pubblicato dalla World meteorogical organization (Wmo) dimostra i terrificanti effetti del cambiamento climatico in atto, come i 15.000 morti in cinque paesi europei a causa delle ondate di caldo del 2022.
8 paesi dell’Europa centrale e orientale hanno stabilito nuovi massimi storici di caldo a gennaio. Nelle ultime settimane, i Paesi asiatici hanno subito n caldo estremo: il 15 aprile nel nord-ovest della Thailandia, la temperatura ha toccato i 45,4° C, mentre in Laos hanno raggiunto i 42,7° C. In Bangladesh, la capitale Dhaka ha visto la colonnina di mercurio salire sopra i 40° C, il giorno più caldo degli ultimi 58 anni.
Un altro fattore che potrebbe influenzare il tempo in tutto il mondo nei prossimi mesi è il probabile inizio di un evento El Niño che farà emergere più calore nell’Oceano Pacifico al largo della costa del Perù. Se accadrà, il 2024 potrebbe diventare l’anno più caldo mai registrato al mondo, con più tempeste, incendi e inondazioni.
Fahad Saeed di Climate Analytics ha detto a BBC News: «Sembra che qui stiamo vivendo in un mondo di nuova normalità. Queste persone che vivono in regioni come l’Asia sono le persone che si sono adattate a questo tipo di temperature estreme per migliaia di anni, ma ora stanno andando oltre la loro capacità di adattamento. Ecco perché ogni anno stiamo assistendo a un aumento dei tassi di mortalità a causa del caldo in questa parte del mondo».
Ma anche in Spagna la situazione si sta facendo drammatica per i cittadini, le aziende, le foreste e le aree protette e naturali. Secondo i sondaggi, oltre l’80% della popolazione spagnola ritiene che la situazione sia molto seria e Greenpeace ricorda che «La scienza indica che questo è solo l’inizio» e che «E’ possibile evitare le peggiori conseguenze, ma dobbiamo agire ora e accelerare l’azione per il clima a una velocità senza precedenti, al fine di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% nel 2030 rispetto al 1990 in Spagna. E’ questo il grande cambiamento che il governo deve introdurre nel nuovo piano clima ed energia (PNIEC) che sta preparando e che dovrà inviare a Bruxelles il 30 giugno. E’ la cifra che serve alla fisica, per evitare un riscaldamento superiore a 1,5º C della temperatura media globale. Quello che ci dice il rapporto dell’IPCC è che è urgente abbandonare al più presto l’uso di petrolio, carbone e gas, che sono la principale causa del cambiamento climatico. Per raggiungere questo obiettivo sono necessari tre tipi di misure: ridurre i consumi, aumentare l’efficienza energetica e realizzare un sistema di energia rinnovabile al 100%, che consenta di abbandonare definitivamente i combustibili fossili. Inoltre, occorre agire in tutti i settori: trasporti, industria, produzione di energia elettrica, sistema agroalimentare, edilizia e gestione dei rifiuti. Perché anche l’azione per il clima è un’opportunità per il nostro Paese. Naturalmente, sono necessarie molta ambizione e molta azione e molti investimenti».
Infine, Greenpeace España denuncia che «Questa emergenza climatica ha i i suoi maggiori colpevoli, tra i quali, da un lato, le grandi compagnie dei combustibili fossili, che sapevano da decenni che il loro business avrebbe finito per causare danni catastrofici al pianeta e alle persone, ma anche così hanno preferito dare la priorità al loro profitto rispetto alla salute delle persone; dall’altra i governi complici che, per azione o per omissione, hanno permesso a queste grandi compagnie di agire a loro piacimento, quando non le hanno direttamente sovvenzionate o protette».
Luis Berraquero, portavoce di Greenpeace in Andalusia, conclude: «Le misure per ridurre le emissioni di gas serra e ridurre le peggiori conseguenze del cambiamento climatico sono necessarie, urgenti, possibili, benefiche e raccomandabili. Molte persone, persone che non hanno alternative, che vivranno con le conseguenze del clima, dipendono dalle politiche attualmente applicate. Come società, abbiamo un’enorme responsabilità. La Spagna può essere un Paese leader nella trasformazione del sistema energetico, poiché si trova nella migliore posizione possibile: non abbiamo combustibili fossili, abbiamo sole e vento, abbiamo le persone, la conoscenza, l’esperienza e la capacità».