In vent’anni già quadruplicate le guerre per l’acqua, a rischio siccità miliardi di persone

Oxfam: «Il riscaldamento globale causato dall’uso di petrolio, carbone e gas sta portando ad una terribile crisi idrica globale, che deve essere affrontata prima che sia troppo tardi»

[24 Agosto 2023]

Nel bel mezzo della Settimana mondiale dell’acqua, Oxfam pubblica il primo di una serie di rapporti dedicati a indagare l’impatto devastante della crisi climatica sulla disponibilità idrica in aree sempre più vaste e vulnerabili in Africa, Medio Oriente a Asia.

Già oggi si sta delineando quella che l’ong definisce «una crisi idrica di portata epocale», con 2 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso adeguato all’acqua. Un dato che potrebbero salire a 3 miliardi entro il 2050; un anno entro il quale si potrebbero registrare fino a 216 milioni di migranti climatici interni a livello globale, tra cui 86 milioni solo in Africa sub-sahariana.

Basti pensare che in soli 10 tra i Paesi al mondo più colpiti dai cambiamenti climatici – Somalia, Haiti, Gibuti, Kenya, Niger, Afghanistan, Guatemala, Madagascar, Burkina Faso e Zimbabwe – la malnutrizione cronica potrebbe aumentare di oltre un terzo entro il 2050, colpendo 11,3 milioni di persone in più rispetto ad oggi.

«Il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra e dall’uso di petrolio, carbone e gas, sta portando ad una terribile crisi idrica globale, che deve essere affrontata prima che sia troppo tardi per tantissimi – spiega Paolo Pezzati, policy advisor sulle emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Quella che abbiamo di fronte è una delle più gravi minacce che l’umanità si trova ad affrontare e a pagarne il prezzo più alto sono già i Paesi più poveri e meno preparati, che paradossalmente spesso sono anche i meno responsabili delle emissioni inquinanti».

In questo contesto, si prospetta in modo chiaro l’intensificarsi dei conflitti causati proprio dalla scarsità d’acqua: «A livello globale si stima che negli ultimi 20 anni quest’ultimi siano quadruplicati, rispetto al periodo 1980-99», sottolineano da Oxfam, e senza azioni a contrasto le guerre per l’acqua si amplieranno ancora .

In vaste zone dell’Africa orientale oltre 32 milioni di persone al momento sono alla fame estrema a causa di 5 anni di siccità: entro il 2040, quest’area potrebbe essere soggetta ad un aumento dell’8% delle precipitazioni, che paradossalmente rischia di peggiorare la situazione. «Provocherà un ciclo di inondazioni e siccità che porterebbe a un aumento potenzialmente catastrofico del 30% del deflusso superficiale delle acque, che riduce la ricarica delle acque sotterranee e abbassa la falda freatica, peggiorando la siccità», argomentano da Oxfam.

In modo simile anche l’Africa occidentale sarà colpita dalla crisi idrica; entrambe le regioni stanno infatti già affrontando infatti ondate di calore più intense dell’8-15%.

Un’altra delle aree più colpite dalla crisi idrica è e sarà il Medio Oriente, dove entro il 2040 le precipitazioni potrebbero calare al punto tale da provocare una forte diminuzione della portata dei fiumi e dei livelli di acqua disponibile nei bacini idrici: le ondate di calore aumenteranno del 16%, mentre i prezzi dell’acqua aumenteranno esponenzialmente.

In Asia, invece, vastissime aree saranno colpite dall’innalzamento del livello del mare, che potrebbe superare il mezzo metro entro il 2100 e dallo scioglimento dei giacchiai: questo provocherà inondazioni e renderà inservibili molte delle falde acquifere da cui dipendono centinaia di milioni di persone lungo le zone costiere, uno scenario in cui malattie come la malaria e la dengue potrebbero crescere del 183%.

Ma nonostante quanto sta già accadendo e le previsioni per il prossimo futuro, l’anno scorso da parte dei Paesi donatori è stato finanziato appena il 32% dei 3,8 miliardi di dollari richiesti dall’Onu per garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati nelle aree di crisi più colpite.

Che fare? «Continuando con gli attuali livelli di emissioni stiamo andando incontro ad uno scenario drammatico – dichiara Pezzati – Le nazioni ricche e più inquinanti, non possono continuare a far finta di nulla, al contrario è cruciale che riducano immediatamente e drasticamente le loro emissioni e che aumentino gli aiuti ai Paesi più poveri e a rischio. Siamo ancora ancora in tempo per correggere la rotta, ma dobbiamo agire in fretta».

In particolare, Oxfam lancia un doppio appello ai governi del mondo. Il primo affinché «sostengano l’obbiettivo dell’Onu di destinare 114 miliardi di dollari all’anno per affrontare l’emergenza idrica e igienico-sanitaria a livello globale».

Il secondo guarda invece direttamente all’interno dei singoli Paesi, incoraggiando i Governi a ri-orientare «importanti investimenti nell’adeguamento dei sistemi idrici nazionali, rendendola una priorità politica». Un appello che in tempo di crisi climatica vale anche per gli Stati di più antica industrializzazione, come l’Italia, dove a causa del riscaldamento globale la disponibilità di acqua è già diminuita del 20% (rispetto al periodo 1921-1950) e rischia di crollare di un altro 40-90% entro la fine del secolo.