La doppia crisi invisibile del Mozambico dimenticato
Gli shock climatici e la guerra stanno costringendo sempre più persone a migrare
[11 Maggio 2022]
Dall’inizio di quest’anno, il nord del Mozambico è stato devastato da 5 tempeste tropicali e cicloni che hanno colpito migliaia di famiglie, compresi i rifugiati e gli sfollati interni fuggiti dalla guerra contro le milizie islamiste di Al-Shabaab in corso nella provincia di Cabo Delgado. M<dimostrando ancora una volta come gli effetti del cambiamento climatico interagiscano con molte delle cause primarie degli esodi di popolazioni.
L11 marzo, il ciclone tropicale Gombe ha colpito più di 736.000 persone, comprese quelle che vivono nel campo di profughi interni di Corrane e i rifugiati nell’insediamento di Maratane. A Maratane, l’80% dei rifugi è stato danneggiato e più di 27.000 rifugiati, richiedenti asilo e membri della comunità ospitante hanno ancora urgente bisogno di assistenza.
L’United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR) si è detta «Gravemente preoccupata per gli episodi d violenza e per il clima di insicurezza nel nord del Mozambico. Il conflitto e la fuga di persone, aggravati da eventi meteorologici estremi, hanno portato a un aumento dei bisogni di protezione – fisica, materiale e legale – per centinaia di migliaia di rifugiati, sfollati interni e membri delle comunità ospitanti».
L’agenzia Onu per i rifugiati ricorda che «Tutte le regioni del mondo sono soggette a rischi climatici. I cicloni e le altre tempeste stanno diventando più frequenti e gravi, le inondazioni sono più forti, la siccità si sta intensificando e gli incendi stanno diventando più devastanti. Oltre l’80% dei rifugiati e degli sfollati interni provengono dai Paesi più vulnerabili al clima in tutto il mondo».
In Mozambico si fa sentire sempre di più l’impatto crescente della crisi climatica che sta amplificando la vulnerabilità, costringendo alla fuga e rendendo la vita più difficile ai rifugiati, agli sfollati interni e alle comunità ospitanti.
Gli shock climatici sembrano accanirsi particolarmente sulla provincia settentrionale di Cabo Delgado dove circa 783.000 persone continuano a subire gli effetti devastanti della violenza settaria e della risposta dell’esercito mozambicano appoggiato da una forza di spedizione armata del Rwanda. L’UNHCR sottolinea che «Solo nel 2022, si stima che 6.000 persone siano state registrate come nuovi sfollati a seguito di una recrudescenza del conflitto nelle province di Cabo Delgado e Niassa. La violenza ha impedito alle agenzie delle Nazioni Unite e ad altri partner umanitari di raggiungere le persone bisognose».
Una missione di alto livello dell’UNHCR ha visitato il Mozambico dal 24 aprile al 1° maggio 2022 per valutare come poter aumentare la protezione e l’assistenza alle persone colpite dal conflitto e dagli shock climatici e l’agenzia Onu evidenzia che «Il Mozambico affronta queste due sfide in una crisi “invisibile”, mentre le operazioni umanitarie sono limitate da un sottofinanziamento cronico».
La missione UNHCR ha visto i gravi danni causati dal ciclone Gombe: «Le case si sono letteralmente dissolte. Scuole, cliniche e infrastrutture sono state gravemente danneggiate o distrutte». L’UNHCR è intervenuta nelle aree colpite da Gombe e da altre tempeste, anche fornendo rifugi e kit per la casa alle comunità colpite, e riparando scuole, cliniche e altre infrastrutture chiave. Nelle aree accessibili, l’UNHCR, le altre agenzie Onu e i loro partner umanitari continuano a intensificare le attività di protezione e assistenza e a sottolineare quanto sia vitale poter continuare a farlo.
Insieme al governo del Mozambico e ai suoi partner, l’UNHCR ha anche fornito assistenza legale a 21.500 persone sia delle comunità sfollate che di quelle ospitanti a Cabo Delgado e ha raggiunto circa 55.000 persone con campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione e la risposta alla violenza di genere. L’UNHCR è impegnato a sostenere il governo del Mozambico, le autorità locali e le comunità per proteggere e trovare soluzioni per i rifugiati, ad assistere il Mozambico nell’affrontare l’impatto degli spostamenti interni e a rafforzare la necessità di essere preparati alle emergenze e di rispondere agli eventi meteorologici estremi.
Il Paradosso è quello di un Paese poverissimo e ricchissimo di risorse, messo in ginocchio dal cambiamento climatico e dalla guerra per le risorse che quel cambiamento lo provocano, che subisce i contraccolpi della guerra in Ucraina mentre le grandi multinazionali petrolifere (compresa ENI) estraggono gas – la materia prima che è al centro della crisi globale – dagli enormi giacimenti al largo della provincia di Cabo Delgado, la più colpita dalla crisi climatica e teatro della guerra tra esercito e milizie islamiche.
Il risultato è che, come conclude drammaticamente l’UNHCR, «I bisogni in Mozambico, già significativi, continuano a crescere. Tuttavia, le risorse non sono sufficienti. Per continuare ed incrementare le operazioni in Mozambico, l’UNHCR ha bisogno di 36,7 milioni di dollari nel 2022».