La Fao distribuisce sementi e attrezzi nel Mozambico devastato dal ciclone Idai

Il tempo stringe e la stagione agricola secondaria è già in corso

[12 Aprile 2019]

Grazie agli sforzi congiunti della Fao e del Ministero dell’agricoltura e della sicurezza alimentare del Mozambico, i contadini delle zone devastate dal ciclone Idai in hanno iniziato a ricevere input agricoli di vitale importanza. La Fao dice che «Questo permetterà loro di usufruire della imminente stagione agricola secondaria».

Infatti, nelle province mozambicane di Manica e di Sofala, 15.000 famiglie – circa 75.000 persone- riceveranno kit agricoli contenenti zappe, machete, semi di mais e di fagioli dalla maturazione rapida e che potranno essere raccolti già dopo 90 giorni dalla semina. La distribuzione dei kit avverrà in contemporanea a quella delle razioni di cibo fornite dal World food programme (Wfp) dell’Onu, «Così da evitare che i beneficiari siano costretti a consumare i semi per fare fronte a necessità alimentari immediate».

La Fao evidenzia che «I contadini delle due province producono circa un quarto dell’output nazionale di cerali ma hanno visto la quasi totalità dei loro beni spazzati via dal ciclone, incluso tutte – o quasi – le scorte di semi, oltre al raccolto che stavano per mietere.  I kit distribuiti dalla Fao permetteranno ai contadini di seminare il raccolto secondario, che va da aprile a luglio».

Il rappresentante della Fao in Mozambico, Olman Serrano, aggiunge: «E’ fondamentale rimettere in moto i mezzi di sostentamento e i mercati il prima possibile per permettere a contadini, pescatori e allevatori di rimettersi in sesto in tempo per la stagione di semina principale ad ottobre. La seconda stagione agricola è iniziata da poco e abbiamo una breve finestra di tempo per seminare colture che maturano in fretta, come il mais e i fagioli che la Fao sta distribuendo».
Oltre al cibo, grazie ai kit della Fao, le famiglie saranno in grado di produrre in proprio sementi per la stagione agricola principale che inizia ad ottobre. La Fao ricorda che «Garantire la stagione principale e assicurare che gli agricoltori siano pienamente in grado di parteciparvi è fondamentale per ripristinare la sicurezza alimentare del paese. L’impatto del ciclone è stato disastroso, con bestiame, intere infrastrutture per la pesca, granai e magazzini di cibo spazzati via».

Per il povero Mozambico, un Paese dove l’80% della popolazione vive di agricoltura (e il 99% sono piccoli contadini) l’agricoltura di sussistenza è di vitale importanza per l’economia e la sicurezza alimentare.  La regione centrale devastata dal ciclone Idai è il “granaio” del Paese e svolge un ruolo fondamentale nell’ammortizzare situazioni di scarsità di cibo, mentre la città portuale di Beira, distrutta per il 90% dal ciclone, è lo scalo commerciale più importante del Mozambico, entrano ogni anno circa un milione di tonnellate di grano e riso, e i gravi danni subiti dalle infrastrutture portuali e dalla rete di trasporti della città potrebbero impedire l’importazione di cereali.

Prima di essere distrutte e inondate dal Idai, il territorio colpito dal ciclone aveva subito per tre anni di fila un susseguirsi di siccità e inondazioni che avevano portato a forme di insicurezza alimentare cronica e una grande vulnerabilità a nuovi shock alimentari. A dicembre 2018, l’Integrated Food Security Phase Classification aveva stimato che in Mozambico 1,78 milioni di persone fossero «affette da insicurezza alimentare a livello “critico o superiore».

La Fao spiega ancora che «L’improvviso venire a mancare delle scorte e della capacità di produzione alimentare significa che questo numero potrebbe aumentare drammaticamente nelle prossime settimane e mesi. Anche se una valutazione esatta dei danni al settore agricolo non è ancora disponibile, la Fao e il Wfp stanno conducendo valutazioni rapide dei bisogni e mappando le infrastrutture e gli asset agricoli e ittici, per dare forma al piano di risposta inter-agenzia del Food Security Cluster. Oltre a distribuire sementi e attrezzi, a sostegno dei mezzi di sostentamento, il piano di risposta si occuperà di riparare le infrastrutture rurali – come strade e impianti di irrigazione -, di avviare campagne di vaccinazione del bestiame, di migliorare la produzione di foraggio e di ripristinare o rimpiazzare le imbarcazioni e le attrezzature da pesca.  La Fao si occuperà anche di sostenere nuove analisi IPC per facilitare l’adozione di politiche informate su come ripristinare la produzione alimentare e mitigare quello che potrebbe altrimenti rivelarsi un disastro della sicurezza alimentare e della nutrizione in Mozambico».

Ma quella del Mozambico e dei confinanti Malawi e Zimbabwe  sarà un’emergenza lunga e difficile da affrontare: la Fao ha lanciato un appello iniziale di 19 milioni di dollari per ricostruire le principali infrastrutture agricole e ittiche, far ripartire la produzione agricola locale e sostenere gli allevatori. Ad oggi sono stati raccolti 3,85 milioni di dollari per raggiungere immediatamente circa 95.000 persone. Mancano ancora all’appello 15,5 milioni di dollari.