La ricchezza di specie vegetali potrebbe non proteggere gli ecosistemi dagli eventi climatici estremi
Comprendere meglio i legami tra biodiversità e stabilità dell'ecosistema in un mondo che cambia
[30 Novembre 2017]
Finora gli studi sulle lievi fluttuazioni meteorologiche avevano sostenuto la tesi che una maggiore biodiversità si traduca in un “funzionamento” più stabile degli ecosistemi, ma ora studio “Patterns and drivers of biodiversity-stability relationships under climate extremes” pubblicata sul Journal of Ecology da un team di ricercatori belgi, francesi, tedeschi e svizzeri, dicono che a quella teoria manca una valutazione critica delle prove provenienti da studi sugli eventi estremi e afferma che «Una maggiore ricchezza di specie vegetali non è sempre sufficiente a ridurre la vulnerabilità dell’ecosistema agli estremi climatici». §I ric ercatori dell’università di Anversa che hanno partecipato allo studio ricordano che «Mentre la biodiversità è minacciata in tutto il mondo, il numero di eventi meteorologici estremi è in aumento come diretta conseguenza del cambiamento climatico» e per questo insieme ai loro colleghi di diversi istituti di ricerca hanno ora esaminato la letteratura scientifica che si occupa di questi cambiamenti globali per esaminare le interazioni tra biodiversità ed eventi meteorologici estremi. Hanno così cercato di scoprire «se e in che misura l’aumento della biodiversità può contribuire a sostenere il funzionamento degli ecosistemi di fronte agli estremi climatici. In altre parole, la biodiversità può aiutare ad evitare i peggiori effetti della siccità, delle ondate di caldo e del clima estremamente umido?» La risposta a questa domanda non è inequivocabile e gli scienziati dicono che «Le evidenze disponibili provenienti dai sistemi erbacei indicano effetti misti della ricchezza di specie sulla stabilità della biomassa durante eventi estremamente umidi e secchi».
Ma perché la ricchezza di specie vegetali non svolge un ruolo consistente nel garantire che il funzionamento degli ecosistemi sia mantenuto anche in presenza di estremi climatici? Gli autori dello forniscono diverse spiegazioni per questo risultato inaspettato: «Prima di tutto, sembra che la biodiversità non offra tanta protezione se l’evento in questione è molto estremo: in questi casi, i meccanismi tampone che guidano la resistenza dell’ecosistema, come compensazione da parte delle specie o le specie meglio adattate che assumono il ruolo funzionale delle altre (ridondanza funzionale ), possono semplicemente essere sopraffatti», Ma, come sottolinea il principale autore dello studio, Hans De Boeck dell’Università di Anversa, «La biodiversità può ancora essere importante, poiché è stato dimostrato che accelera il recupero della produttività delle piante dopo un evento estremo».
La seconda risposta è che «La causa del declino della biodiversità può confondere gli effetti stabilizzanti della biodiversità. A differenza dei sistemi sperimentali assemblati artificialmente, l’eutrofizzazione ampiamente osservata (arricchimento dei nutrienti) causata dall’agricoltura intensiva, il traffico e l’industria spesso portano ad ecosistemi impoveriti con poche specie a crescita rapida che sono meno in grado di far fronte a condizioni climatiche avverse come la siccità . Ridurre l’eutrofizzazione e/o mantenere una maggiore diversità di specie con tassi di crescita diversi all’interno degli ecosistemi potrebbe portare a sistemi più stabili che sono maggiormente in grado di affrontare gli estremi».
Per finire, secondo il team di ricercatori europei, «Quando si studiano le relazioni della stabilità della biodiversità, la ricchezza delle specie potrebbe non essere l’indicatore più rilevante della “biodiversità”. I modelli generali degli effetti della biodiversità possono essere più evidenti se gli scienziati prendono in considerazione la diversità nei tratti vegetali piuttosto che i numeri delle specie».
De Boeck fa notare che «Le metriche sulla diversità possono includere una varietà di proprietà delle distribuzioni dei tratti, ma gli studi hanno appena scalfito la superficie sul valore di queste diverse metriche per la scienza degli eventi estremi».
Per sfruttare meglio i benefici della biodiversità per la funzione ecosistema, gli autori dello suggeriscono che «a ricerca futura dovrebbe concentrarsi sulla comprensione dei meccanismi alla base delle relazioni di stabilità-diversità di fronte agli eventi estremi. Lo studio presentato qui evidenzia le attuali lacune di conoscenza e fornisce raccomandazioni di ricerca in modo che gli ecologi possano acquisire una comprensione più profonda dei legami tra biodiversità e stabilità dell’ecosistema in un mondo che cambia».