La salinizzazione colpisce l’8,7% dei suoli. Nel 2100 le terre aride potrebbero arrivare al 23% (VIDEO)
Al Global Symposium on Salt-affected Soils presentata la mappa mondiale dei suoli colpiti dal sale
[21 Ottobre 2021]
E’ in corso il Global Symposium on Salt-affected Soils (GSAS21) “Halt soil salinization, boost soil production” organizzato da Global Soil Partnership (GSP) della FAo, Intergovernmental Technical Panel on Soils (ITPS), Science Policy Interface United Nations Convention to Combat Desertification (SPI-UNCCD), governo dell’Uzbekistan, International Union of Soil Sciences (IUSS), International Center on Biosaline Agriculture (ICBA), International Network of Salt-Affected Soils (INSAS) e Global Framework on Water Scarcity in Agriculture (WASAG), i cui obiettivi principali sono quelli di «Condividere le conoscenze sulla prevenzione, la gestione e l’adattamento della salinità e stabilire connessioni essenziali tra scienza, pratica e politica, facilitando la discussione tra responsabili politici, produttori di alimenti, scienziati e professionisti per la gestione sostenibile dei suoli colpiti dal sale».
L’evento si svolge in vista del World Soil Day del 5 dicembre, che quest’anno è dedicata ai suoli colpiti dal sale con il motto “Halt soil salinization, boost soil productivity”. Lo scopo del simposio è quello disensibilizzare e combattere il problema attraverso una varietà di strumenti. Vengono presentate le buone pratiche per la gestione e la bonifica dei terreni saliniti , mentre un concorso fotografico offre ai partecipanti l’opportunità di condividere le proprie testimonianze sugli effetti della salinità del suolo e della sodificazione.
Se l’acqua è la fonte della vita, il suolo è la madre di tutte le creature. Suoli sani sono un prerequisito per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e costituiscono la base dei Four Betters della Fao: una migliore produzione, una migliore nutrizione, un ambiente migliore e una vita migliore, senza lasciare indietro nessuno. Alla Fao ricordano che «Esistono terreni naturalmente salini o sodici, che ospitano preziosi ecosistemi e comprendono una gamma di piante adattate a condizioni estreme. Tuttavia, la salinità secondaria e la sodicità possono svilupparsi o aumentare rapidamente in risposta ad attività umane insostenibili, ponendo una minaccia alla produzione agricola, alla sicurezza alimentare, alla fornitura di servizi ecosistemici essenziali e al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). La salinizzazione e la sodificazione dei suoli sono tra le più gravi minacce globali per le regioni aride e semiaride ma anche per i terreni coltivati nelle regioni costiere e, in caso di irrigazione con acque reflue, in qualsiasi clima».
I suoli possono essere colpiti dalla salinità molto rapidamente per una serie di motivi: a causa della cattiva gestione umana, dell’uso eccessivo o inappropriato di fertilizzanti, della deforestazione, dell’innalzamento del livello del mare, di una falda freatica poco profonda che colpisce la zona radicale o dell’intrusione di acqua di mare nelle acque sotterranee che vengono poi utilizzate per l’irrigazione. Anche il cambiamento climatico sta facendo aumentare il richio di salinizzazione, con modelli che suggeriscono che, entro la fine del secolo le terre aride globali potrebbero espandersi fino al 23% soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
I suoli influenzati dalla salinizzazione causata dall’uomo (un termine che descrive i suoli salini, sodici e salino-sodici) sono meno fertili e meno produttivi e quindi rappresentano una minaccia per la lotta globale contro la fame e la povertà. Riducono anche la qualità dell’acqua e la biodiversità del suolo aumentando l’erosione del suolo.
Intervenendo online di fronte ai più di 5.000 esperti che si sono registrati al Global Symposium on Salt-Affected Soils che è iniziata il 20 ottobre e si conclude domani, il direttore Generale della Fao, Qu Dongyu ha sottolineato che «Dobbiamo cercare modi innovativi per trasformare i nostri sistemi agroalimentari in modo che siano più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili». E la Fao ha colto l’occasione dell’apertura del GSAS21 per lanciare la Global Map of Salt-Affected Soils, uno strumento essenziale chiave per fermare la salinizzazione e aumentare la produttività dei gterreni.
Alla Fa spiegano che «La mappa stima che ci siano più di 833 milioni di ettari di suoli colpiti dal sale in tutto il mondo (8,7% del pianeta). La maggior parte si trova in ambienti naturalmente aridi o semi-aridi in Africa, Asia e America Latina». Tuttavia, la mappa mostra anche che «Dal 20 al 50% percento dei terreni irrigati in tutti i continenti è troppo salato, il che significa che oltre 1,5 miliardi di persone in tutto il mondo affrontano sfide significative nella coltivazione del cibo a causa del degrado del suolo».
La mappa è un progetto congiunto che coinvolge 118 Paesi e centinaia di data-crunchers, consente agli esperti di identificare dove dovrebbero essere adottate pratiche di gestione sostenibile del suolo per prevenire la salinizzazione e la sodificazione e per gestire in modo sostenibile i suoli colpiti dal sale. La mappa può faornire informazioni preziose ai responsabili politici quando si tratta di prendere decisioni sull’adattamento ai cambiamenti climatici e sui progetti di irrigazione.