La Turchia devastata dagli incendi: 140mila ettari di foreste inceneriti in una settimana
Almeno 8 persone morte, strage di bestiame e fauna selvatica. A rischio molte specie autoctone
[5 Agosto 2021]
Gli incendi in corso i un po’ in tutto l’emisfero nord – Italia compresa – stanno devastando anche la Turchia do, centinaia di roghi stanno riducendo in cenere foreste un tempo rigogliose e ricche di biodiversità nel sud del Paese.
Il Wwf Turkey spiega che «Le fiamme, alimentate probabilmente da un’ondata di aria calda proveniente dal Nord Africa, hanno distrutto fattorie, case e foreste lasciando le persone bisognose di urgenti soccorsi».
Le foreste della Turchia producono ogni anno circa 42 milioni di tonnellate di ossigeno, stoccando circa 90 milioni di tonnellate di carbonio, proteggono suolo e i corsi d’acqua, ospitano milioni di creature viventi e sono una fonte di vita per circa 10 milioni di abitanti dei villaggi della foresta.
In una nota il Wwf Turkey descrive una situazione drammatica: «Siamo devastati dagli incendi, di un’intensità senza precedenti nella storia recente della Turchia. Negli ultimi 7 giorni sono andati perduti almeno 140mila ettari di foreste, 15 volte il totale medio degli anni precedenti. Come in Australia, Brasile e altre parti del mondo negli anni passati, lo spirito di solidarietà che abbiamo già ricevuto finora ci dà forza. Abbiamo appena avviato un programma di emergenza per il salvataggio e la cura della fauna selvatica ferita. C’è molto da dire e da fare una volta finita l’emergenza, ma attualmente tutti i nostri sforzi sono rivolti all’azione immediata. Confidiamo che starai con noi in questa missione storica»
Il Wwf ricorda che « Il pianeta in crisi a causa del riscaldamento globale, del disastro climatico e dalla scellerata distruzione di ecosistemi (tra cui appunto le foreste) continua ad essere travolto da una raffica di eventi catastrofici: dalle micidiali ondate di caldo in Nord America, che hanno determinato numerosi decessi ed incendi devastanti dall’Oregon, al Canada all’Alaska, alle alluvioni in Europa e in Cina, ai roghi inarrestabili della Siberia e ora agli incendi che stanno mettendo a ferro e fuoco il Mediterraneo. Ultima (ma ancora per quanto?) nella tragedia la Turchia dove solo giovedì scorso il calore prodotto dagli incendi è stata 4 volte maggiore di qualunque dato sinora mai registrato durante altri incendi nel paese. Una drammatica ondata di calore con picchi da record assoluto (nella città di Cizre sono stati registrati 49,1 °C) insieme ad atti sicuramente criminali (non dimentichiamoci che nel Mediterraneo gli incendi sono per più del 90% di origine umana) hanno generato incendi che stanno uccidendo persone, distruggendo un patrimonio di natura e di animali selvatici, cancellando un’importante economia collegata al turismo: un paese quindi tre volte in ginocchio».
Negli incedi che fino a ieri avevano distrutto circa 141.000 ettari di foreste sono morti migliaia di animali da allevamento e un numero imprecisato di animali selvatici in un’area ad elevata biodiversità: nella sola provincia di Antalya vivono 11.870 specie, 1.421 delle quali endemiche e 121 in pericolo di estinzione. Il Wwf Turkey si è mobilitato subito per supportare le cliniche veterinarie nelle aree degli incendi nel recupero e nelle cure trattamento e la riabilitazione del numero massimo di animali feriti negli incendi, per supportare i loro bisogni e sviluppare le infrastrutture necessarie per la risposta alle emergenze e la riabilitazione a lungo termine.
Le foreste della Turchia ospitano molte specie endemiche, che però stiamo perdendo anche a causa degli incendi. 4 gufi pescatori, animali rarissimi (se ne contano nel Paese poche coppie superstiti) che vivono nel sud della Turchia proprio nelle foreste divorate ora dalle fiamme – sono stati uccisi dagli incendi e questo significa che abbiamo perso una significativa parte della popolazione conosciuta del Paese. Il numero di specie minacciate nel Mediterraneo e globalmente sta aumentando rapidamente e se continua così circa un milione di specie in tutto il mondo saranno in serio pericolo di estinzione a causa del cambiamento climatico e del nostro impatto sulla biosfera.
Il Wwf sottolinea che «Ogni anno in Turchia si verificano più di 2mila incendi boschivi e in media vengono distrutti 7mila ettari di terreno. Più del 90% di questi incendi sono causati dall’uomo, ma mentre le foreste bruciano, diventiamo più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Come emerge dal report Wwf “Mediterraneo in fiamme”, gli incendi diminuiscono di numero ma aumentino in modo impressionante per portata: «A partire dal 2017 una nuova generazione di roghi è apparsa nell’Europa mediterranea. Si tratta dei mega-incendi, che generano vere e proprie tempeste di fuoco, come quella della Sardegna (20.000 ettari percorsi dalle fiamme) o quella che ha interessato nel 2020 oltre 3.000 ettari in provincia di Trapani».
Il servizio Ue Copernicus ha rilevato che in due giorni le temperature delle fiamme sono quadruplicate con uno sbalzo di ben 20 gigawatt da un giorno all’altro. Numeri fuori da qualunque scala e record registrato nel paese negli ultimi 20 anni.
Il Wwf ricorda che nel suo ultimo rappporto l’IPCC ha sottolineato che «A causa del cambiamento climatico l’Europa meridionale si troverà a fronteggia un significativo aumento del rischio incendi, rischio che stiamo già toccando con mani, con vite perse, con foreste e animali tragicamente carbonizzati. In aggiunta alcuni scienziati ritengono che l’ondata di caldo estremo che sta interessando l’Europa meridionale potrebbe essere una delle peggiori mai registrate. Si prevede che le temperature ad Ankara e dintorni saranno nel mese di agosto di ben 12° C al di sopra delle media sinora registrata. Non è un caso se gli incendi abbiano già colpito il sud della Grecia, forzando l’evacuazione di cittadini e turisti. Fiamme vengono anche registrate in Bulgaria e Albania».
L’Unione Europea ha lanciato il livello più alto di allerta incendi in Italia, Portogallo, Spagna e il Wwf conclude: «Si teme quindi che la stagione degli incendi continuerà a colpire tutto il bacino del Mediterraneo nelle prossime settimane. Drammaticamente in linea con le previsioni dei climatologi con quello che il cambiamento climatico porterà nelle nostre vite».