La velocissima e brutale salinizzazione del Delta del Bengala
Possibili devastanti conseguenze economiche e sociali, in particolare sull'agricoltura e le dinamiche migratorie
[26 Maggio 2020]
Il Bengala, diviso tra India e Bangladesh, è la più grande regione deltizia del mondo, un’area molto fertile e densamente popolata dove si incontrano tre grandi fiumi – Gange, Bramaputra e Meghna – ed è anche il punto dove si incontrano le acque dolci fluviali provenienti dall’Himalaya e l’acqua di mare delle maree e delle tempeste dell’Oceano Indiano. Al confine tra queste due aree c’è il fronte del sale che definisce il limite per la zona coltivabile e abitabile per le popolazioni locali. Questo fronte mutevole si sposta verso l’interno o verso l’oceano a seconda delle correnti di marea, delle piogge monsoniche annuali e di altri grandi eventi che fino a poco tempo fa erano estremamente sporadici. Come altri delta, quello del Bengala è a rischio per l’innalzamento del livello del mare che ha fatto diventare la salinizzazione uno dei maggiori rischi ambientali, economici e sociali di questo secolo.
Partendo da una serie originale di dati originali sulla salinità raccolti sull’intero Delta, su entrambi i lati del confine indo-bengalese, il nuovo studio “Recent salinity intrusion in the Bengal delta: Observations and possible causes”, pubblicato su Continental Shelf Research da un team di ricercatori di Francia, Bangladesh, India, Australia e Regno Unito, ha osservato un improvviso e forte «avanzamento nel fronte salino per una ventina di chilometri nell’entroterra, che si estende su tutta la parte centrale del delta, che si è verificato improvvisamente tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007». La dimensione di questo avanzamento senza precedenti del cuneo salino verso il cuore del Delta del Bengala è dello stesso ordine di grandezza di quello dell’avanzamento previsto solo per la fine del XXI secolo in risposta all’innalzamento del livello del mare.
Tra i possibili fattori di questa salinizzazione i ricercatori guidati dall’Indo-French Cell for Water Sciences hanno identificato tre colpevoli: il calo della portata del Gange, il calo del livello delle acque di falda nel delta, a causa del pompaggio antropogenico delle acque sotterranee, e dell’innalzamento del livello del mare.
Il team internazionale di ricercatori avverte che «Questo declino costituisce un’evoluzione netta, nel senso che il dataset non mostra un ritorno alla normalità fino alla fine del periodo coperto dalle osservazioni, nel 2011. Le implicazioni economiche e sociali di questa salinizzazione, in particolare sull’agricoltura e le dinamiche migratorie nel delta restano da precisare». Ma, aggiungiamo noi, visto che il Delta del Bengala era già considerato in molti studi precedenti uno dei più probabili hotspot della migrazione climatica, i risultati di questo studio possono solo accelerare l’avverarsi di previsioni che erano già drammatiche, con ripercussioni ambientali e sociali, ma anche geopolitiche, disastrose.