La World meteorological organization sta confermando il picco di caldo record di 48,8° C in Sicilia
Il mondo brucia e sarebbe praticamente impossibile senza l'influenza del cambiamento climatico causato dall'uomo
[13 Agosto 2021]
Gli esperti della World meteorological organization (Wmo) hanno detto giovedì che, mentre sono in corso incendi devastanti nel Mediterraneo e in Russia, stanno «esaminando attivamente una possibile temperatura record per l’Europa continentale di 48,8 gradi Celsius (119,8 gradi Fahrenheit) vicino alla città di Siracusa in Sicilia». La Wmo ha sottolineato che non può «ancora confermare o smentire il picco di temperatura siciliano, registrato mercoledì da un fornitore di previsioni agricole dell’isola, e non dal servizio meteorologico ufficiale italiano. Non possiamo ancora fare alcuna valutazione preliminare dell’osservazione di 48,8° C, pro o contro». Ma l’organizzazione meteorologica dell’Onu sottolinea che la temperatura estrema registrata a Siracusa «Arriva pochi giorni dopo che l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha pubblicato un rapporto che evidenziava l’impatto “indiscutibile” dell’attività umana in occasione di eventi meteorologici estremi»
La Wmo ha evidenziato che «Il nostro rapid-response weather records team è ora in contatto con il servizio meteorologico siciliano per decidere se l’osservazione supera il massimo esistente in Europa di 48 gradi Celsius /118.4 Fahrenheit, avvenuto ad Atene il 10 luglio 1977».
Il dato di Siracusa arriva mentre non cessano gli allarmi per le ondate di caldo e le preoccupazioni per gli incendi in Algeria, dove l’Office National de Météorologie prevede temperature di almeno 44 gradi Celsius, con massime di forse 47 gradi Celsius. La Wmo ricorda che «L’estensione degli enormi incendi forestali nel Paese nordafricano era chiaramente visibile dallo spazio ed è stata pubblicata martedì dalla NASA». Un’immagine, scattata dal satellite Aqua, ha mostrato un vasto pennacchio di fumo sul nord dell’Algeria, dove, secondo l’European Forest Fire Information System, quest’anno sono stati bruciati oltre 62.000 ettari. Il NASA’s Earth Observatory fa notare che alcuni dei peggiori incendi si erano verificati nelle aree montuose vicino a Bejaia e Tizi-Ouzou e che le parti bianche luminose del pennacchio di fumo suggerivano la presenza di «nuvole di fuoco» tipo pirocumulonembo.
Mentre con il suo rapporto l’IPCC lanciava l’ennesimo e documentatissimo appello e il segretario generale dell’Onu António Guterres lo definiva «Un codice rosso per l’umanità. I campanelli d’allarme sono assordanti e le prove sono inconfutabili», l’emisfero nord bruciava in centinaia di incendi divampati in Italia, Algeria, Grecia, Turchia, Russia e nel West Usa e, secondo la Wmo «L’ondata di caldo record in alcune parti degli Stati Uniti e del Canada a giugno sarebbe stata praticamente impossibile senza l’influenza del cambiamento climatico causato dall’uomo», mentre, «Il cambiamento climatico causato dall’aumento delle emissioni di gas serra – come anidride carbonica, metano e protossido di azoto – ha reso almeno 150 volte più probabile che si verifichino ondate di caldo».
Omar Baddour, capo della Climate monitoring and policy division della Wmo, conclude: «Le ondate di caldo senza precedenti registrate quest’estate negli Stati Uniti occidentali hanno coinciso con modelli meteorologici “insoliti” in tutto l’emisfero settentrionale. Questo ha portato caldo, siccità, condizioni di freddo e umidità senza precedenti in vari luoghi. Deve essere studiata la connessione di questo disturbo su larga scala della stagione estiva con il riscaldamento dell’Artico e l’accumulo di calore nell’oceano».