L’ambiente buca lo schermo? Non quello dei Tg italiani
2° Rapporto Eco-Media: «Approccio all'ambiente allarmistico e sporadico»
[27 Novembre 2015]
Osservatorio Eco-Media, il think tank istituito da Pentapolis e Università Lumsa, in collaborazione con Osservatorio Pavia, ha presentato oggi i risultati del Rapporto 2015 sulla copertura delle notizie ambientali da parte dei media nostrani e in particoalre delle Tg delle 7 principali Tv italiane, sottolineando che «i risultati non entusiasmanti, soprattutto se confrontati con gli altri Stati europei: appena il 3,3% dei servizi si occupa di ambiente».
Massimiliano Pontillo, presidente dell’Onlus Pentapolis, spiega che «dopo esserci concentrati l’anno scorso sulle principali testate di carta stampata, abbiamo analizzato quest’anno i principali Tg nazionali. Il nostro obiettivo è, infatti, offrire una fotografia di come i temi ecologici vengano effettivamente trattati dai vari settori dell’informazione nazionale, per aiutare ad aumentare livello e qualità delle coperture offerte. Ma vogliamo anche dare indicazioni ad associazioni e imprese su quali sono gli aspetti dei fatti ambientali che maggiormente riescono a “bucare lo schermo” e ad essere trasformati in notizia».
Infatti, la prima edizione del Rapporto si era concentrata sulle coperture dei temi ambientali effettuate da Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa e Il Sole 24 Ore, ed era emerso che appena il 9% degli articoli era costituito da approfondimenti, dossier e inchieste. Quasi il 60%, invece, presentava un taglio cronachistico fortemente legato a incidenti, disastri, calamità naturali. E in un articolo su due la tematica ambientale era trattata in maniera solo marginale, messa in secondo piano rispetto alla stringente attualità
Il 2° Rapporto sull’Informazione ambientale in Italia traccia un quadro forse ancora più sconsolante di come i telegiornali , la principale fonte di informazione e di formazione di opinione dell’italiano medio, trattano le tematiche ambientali ed Eco-Media dice che «c’è da sperare che la Conferenza sul Clima Cop 21 che si aprirà tra pochi giorni a Parigi serva da occasione per una decisa inversione di tendenza».
I nove mesi di analisi, da gennaio a settembre 2015, dei telegiornali prime time di Rai1, Ra2, Rai3, Rete4, Canale5, Italia1 e La7, con quasi 35mila servizi vagliati, sono stati messi a confronto con altri 13.000 servizi di BBC One, France2 e la spagnola TVE La1, portando alla conclusione che «di ambiente, nei Tg italiani si parla poco e male. Appena il 3,3% dei servizi andati in onda (contro il 4,9% del campione estero) ha trattato di temi ecologici. E quando lo ha fatto, è stato soprattutto con toni allarmistici e in occasione di eventi di carattere prevalentemente negativo (disastri, maltempo, degrado) a scapito di notizie positive (natura, best practice), che al contrario trovano maggiore valorizzazione da parte delle emittenti estere».
Ma di cosa parlano i Tg italiani quando parlano di ambiente? «La percentuale maggiore è rappresentata da Incidenti/calamità (tempeste e alluvioni, tornado e trombe d’aria, siccità ed incendi, epidemie che colpiscono flora o fauna, terremoti, situazioni di dissesto idrogeologico, cambiamenti climatici) – si legge nel Rapporto – seguita da Meteo (maltempo e condizioni meteorologiche – che non generano incidenti o calamità – e curiosità – ad es. sul consumo di gelati nella stagione calda, i bagni nelle fontane ecc.); quindi Degrado/inciviltà (reati di tipo ambientale, incuria, inquinamento, mancanza di interventi contro il degrado ambientale e maltrattamento degli animali); poi Natura (mondo animale, vegetale e minerale, inclusi i servizi che valorizzano il patrimonio ambientale, naturalistico e paesaggistico e tutte quelle notizie “curiose” e leggere sugli animali); infine le Best practices (azioni che permettono di ottenere migliori risultati in svariati contesti, come l’impiego di nuove energie sostenibili o la formulazione di piani di sviluppo o salvaguardia dell’ambiente)».
Di solito le classi tematiche più presenti sono anche quelle più connotate da toni allarmistici o comunque in prevalenza negativi, mentre al contrario per quelle meno presenti prevalgono connotazioni più rassicuranti e positive: Incidenti/calamità e Maltempo sono di gran lunga il focus su cui i Tg costruiscono le loro narrazioni, soffermandosi sulla gravità dei fatti e le loro conseguenze. Inoltre, ancora a proposito del meteo, è da rilevare l’ampio spazio ad esso riservato (considerando che qui è esclusa la “rubrica meteo”)».
A metà strada troviamo Degrado/inciviltà – associato allo scandalo Volkswagen e i casi di reati legati a abusivismo e smaltimento rifiuti quasi a fare una fotografia della situazione dell’Italia di oggi. «Le tematiche “positive” quindi rappresentano una quota minoritaria – dicono i ricercatori di Eco-Mredia – Natura e Best practices insieme non raggiungono il 20% del totale, supportando la tesi che a fare più notizia siano i fatti negativi (le “emergenze”)».
Ma dallo studio emerge anche un’altra contraddizione: «L’incidenza della centralità dell’ambiente all’interno delle notizie, operando una netta dicotomia tra notizie che hanno l’ambiente come focus centrale e notizie in cui l’ambiente appare in secondo piano o addirittura solo come sfondo, all’interno di servizi che si soffermano su altri aspetti. Sulla totalità dei servizi risulta prevalere, anche se di poco, la marginalità (52,4% vs 47,6%). Le notizie con focus sull’ambiente sono in prevalenza quelle su Natura e Best practices. Si tratta delle macro categorie di argomenti meno presenti (circa un quinto sul totale): l’ambiente è centrale nelle notizie che trattano il mondo animale, mostrano i fenomeni naturali e valorizzano il patrimonio naturale e paesaggistico oppure in quelle che raccontano le diverse forme di salvaguardia dell’ambiente e della prevenzione. Per quanto riguarda Incidenti/Calamità e Degrado/Inciviltà, la centralità prevale nei servizi sulle epidemie e sui cambiamenti climatici; oppure nei servizi sulla mancanza di interventi, sull’inquinamento e sul maltrattamento animali. Moltissimi i servizi sul maltempo (troppo freddo, troppo caldo, troppa pioggia…), in cui ci si sofferma spesso su aspetti più “frivoli” (consumo di gelati, interviste in spiaggia ecc.) e dove la presenza dell’ambiente risulta secondaria quando non di mero sfondo».
Comunque, nei TG italiani, «i toni allarmisti prevalgono nettamente su quelli rassicuranti. I primi prevalgono nei racconti più ansiogeni per fenomeni che sembrano sfuggire al controllo dell’uomo, tanto per mancanza di volontà o di capacità, quanto per obiettiva impotenza a predisporre strumenti di prevenzione e protezione; nelle descrizioni di situazioni particolarmente gravi e dannose (dal terremoto in Nepal alle altre catastrofi naturali); per fatti in cui il fattore umano è ritenuto responsabile, sia a livello individuale che collettivo: servizi su inquinamento, mancanza di interventi, degrado e incuria ecc.; o in situazioni con forte contenuto emotivo, spesso accompagnato da musica commovente ed intensa.I toni più rassicuranti si ritrovano nei servizi sulle best practices, nelle notizie soft (reportage con immagini piacevoli di natura e paesaggi, servizi con protagonisti gli animali ecc.) o in quelle dedicate agli aiuti umanitari alle popolazioni colpite da disastri ambientali, al salvataggio di animali ecc. Un profilo neutrale riguarda le notizie che presentano i fatti senza particolare enfasi, come ad esempio la cronaca delle condizioni meteo nelle città italiane».