Le 7 priorità per fermare le lancette dell’orologio dell’apocalisse
Guterres: pace, futuro, ambiente, giustizia sociale per evitare catastrofe verso la quale il mondo si sta dirigendo ad occhi spalancati
[7 Febbraio 2023]
Nel suo discorso di inizio anno all’Assemblea generale dell’Onu, Il segretario generale , António Guterres ha segnato le 7 priorità per le quali l’Onu lavorerà quest’anno e sulle quali dovrebbero lavorare i leader mondiali se vogliono fermare le lancette dell’orologio dell’Apocalisse, che è stato spostato a 90 secondi alla fine del il mondo.
Guterres, dopo aver indicato i molteplici pericoli che minacciano il pianeta e i suoi abitanti, ha parlato delle priorità su cui si concentrerà nel 2023 e che «Iniziano con il diritto alla pace dei popoli, continuano con il diritto al benessere economico, politico e sociale, e si concludono con il diritto al futuro delle nuove generazioni. Un mese fa, abbiamo aperto il nuovo calendario e iniziato un nuovo anno. Ma solo pochi giorni fa, un altro orologio ha iniziato a ticchettare: il cosiddetto Doomsday Clock. Questo orologio simbolico è stato creato 75 anni fa da scienziati atomici, tra cui Albert Einstein (…) In questo momento, segna 90 secondi a mezzanotte, cioè la catastrofe mondiale totale. E’ il punto più vicino che sia mai stato raggiunto all’ora più buia dell’umanità, più vicino persino che durante il culmine della Guerra Fredda. Ma in realtà, il Doomsday Clock non è altro che una sveglia globale. Dobbiamo svegliarci».
Poi il capo dell’Onu è passato ad analizzare la situazione mondiale, sottolineando che «Nel 2023 siamo di fronte a una confluenza di sfide senza precedenti: guerre continue, la bruciante crisi climatica, l’abissale disuguaglianza tra ricchi e poveri e il proverbiale gapgeopolitico che mina la solidarietà e la fiducia. Siamo in un vicolo cieco. Dobbiamo correggere la rotta. In questo panorama oscuro, la buona notizia è che ci sono soluzioni per ciascuno dei problemi, che si tratti della guerra, del cambiamento climatico o della divisione tra chi ha e chi no: sappiamo come ribaltare la situazione».
Ma ha dovuto ammettere che «Purtroppo, la visione strategica, la pianificazione e l’impegno a lungo termine che sono necessari per questo cambio di rotta, brillano per la loro assenza. Nella vita politica e imprenditoriale, tutto viene visto a breve termine. Il prossimo sondaggio, la prossima mossa politica per aggrapparsi al potere, il prossimo ciclo economico o persino il prezzo delle azioni del giorno successivo. Il futuro è un problema di qualcun altro. Questo pensiero a breve termine non è solo profondamente irresponsabile, ma anche immorale… e controproducente. E’ necessario cambiare la configurazione mentale di chi prende le decisioni, andando verso una ancorata alla Carta delle Nazioni Unite e alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Quando guardo ai diritti umani in senso lato, con la lente del XXI secolo, vedo la via d’uscita da questa impasse».
Quindi Guterres ha indicato «Le 7 priorità che possono liberarci dall’apocalisse». Eccole:
1 Il diritto alla pace. «Se tutti i Paesi adempissero ai propri obblighi ai sensi della Carta delle Nazioni Unite, il diritto alla pace sarebbe garantito. Sono preoccupato per le indicibili sofferenze che l’invasione russa sta infliggendo al popolo ucraino e per la possibilità di una diffusione della guerra con ulteriore spargimento di sangue. Temo che il mondo non stia camminando come un sonnambulo verso una guerra più ampia. Lo sta facendo con gli occhi spalancati». Oltre all’invasione russa dell’Ucraina, che ha implicazioni per il mondo intero, Guterres ha hanche parlato della «Necessità di portare la pace ovunque, che si tratti del Medio Oriente, dell’Afghanistan, del Sahel, del Myanmar o di Haiti. E’ giunto il momento di trasformare il nostro approccio alla pace impegnandoci nuovamente nella Carta Onu: mettere i diritti umani e la dignità al primo posto (…) Questo richiede una visione olistica del processo di pace che identifichi le cause profonde e impedisca loro di far emergere semi di guerra. Si tratta di prevenire i conflitti prima che si verificano, concentrandosi sulla riconciliazione, includendo donne e giovani nei processi di pace, e cercando il disarmo, compreso il nucleare. Tutti questi elementi sono fondamentali per la Nuova Agenda per la Pace che ho proposto».
2 Il diritto allo sviluppo, insieme ai diritti economici e sociali. «Sia chiaro ha detto Guterres – Quando vediamo la povertà e la fame in aumento in tutto il mondo… quando i Paesi in via di sviluppo sono costretti a pagare 5 volte di più in costi di prestito rispetto alle economie avanzate… quando ai Paesi vulnerabili a reddito medio sono negati i finanziamenti agevolati e la riduzione del debito… quando nell’ultimo decennio l’1% più ricco ha accumulato quasi la metà di tutta la nuova ricchezza… quando le persone vengono assunte e licenziate a piacimento, ma mancano di qualsiasi forma di protezione sociale… quando vediamo tutti questi difetti e altro ancora… C’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato con il nostro sistema economico e finanziario. L’architettura finanziaria globale è al centro del problema. Occorre una sua trasformazione radicale per correggere tali eccessi».
Il Capo dell’Onu ha chiesto che vengano salvati dal fallimento gli Obiettivi di sciluppo sostenibile con i quali i leader mondiali si sono impegnati a eradicare la fame e la povertà nel mondo, a realizzare la parità tra uomini e donne, a fornire istruzione, acqua e giustizia a tutti, «E che ora stanno scomparendo dallo specchietto retrovisore. I lavoratori di tutto il mondo soffrono enormi difficoltà. Il Summit on the Goals, che si terrà a settembre a New York, sarà il momento centrale del 2023».
3 Diritto a un ambiente sano, pulito e sostenibile. Guterres ha sottolineato che «Il diritto allo sviluppo va di pari passo con il diritto a un ambiente sano, pulito e sostenibile: Bisogna mettere fine a questa spietata, implacabile e insensata guerra contro la natura dichiarata dagli esseri umani e che sta mettendo a repentaglio l’obiettivo del riscaldamento globale non superiore a 1,5 gradi Celsius, schiacciando la biodiversità, soffocando i nostri oceani e succhiando in modo vampiresco il sangue del pianeta, che è l’acqua». Per questo ha chiesto che «Il 2023 sia un anno di cambiamento, nel quale ci siano più “piccoli passi”, ma piuttosto un’azione dirompente che metta fine alla distruzione del pianeta, a cominciare dal dimezzare le emissioni di gas serra in questo decennio. Questa azione comporta passi molto più ambiziosi per ridurre l’inquinamento da carbonio, accelerare il passaggio dai combustibili fossili alle rinnovabili e decarbonizzare i maggiori settori industriali emettitori: acciaio, cemento, shipping e aviazione, nonché i finanziamenti». Il segretario generale è convinto che «La Conferenza sui Cambiamenti Climatici, COP28, che si terrà quest’anno a dicembre getterà le basi per il primo inventario globale della storia (…) per valutare dove siamo e dove dobbiamo andare nel prossimi 5 anni per raggiungere gli obiettivi di Parigi».
4 Rispetto della diversità e universalità dei diritti culturali. «Da dove veniamo, ovunque viviamo, la cultura è il cuore e l’anima dell’umanità», ha evidenziato Guterres che poi ha denunciato come «Le minoranze etniche e religiose, i rifugiati, i migranti, gli indigeni e la comunità LGBTQI+ sono sempre più l’oggetto più odiato, sia online outline». Dopo aver ricordato che «Le piattaforme di social media utilizzano algoritmi che amplificano idee tossiche e incanalano opinioni estremiste verso il mainstream (…) e gli inserzionisti finanziano questo modello di business», ha assicurato che «L’Onu farà appello a tutti coloro che influenzano la diffusione della disinformazione su Internet: governi, autorità di regolamentazione, responsabili politici, imprese tecnologiche, media e società civile. “Fermare l’odio. Istituire forti barriere di sicurezza. Ritenere responsabile chi utilizza un linguaggio d’odio”, sarà al centro di quell’appello».
5 Il diritto all’uguaglianza di genere. Il segretario generale ha sottolineato che «Metà dell’umanità è frenata dalla più diffusa violazione dei diritti umani del nostro tempo» e ha ricordato quel sta accadendo alle donne in Iran, ma ha aggiunto che «Non succede solo lì, o in Afghanistan, ma ovunque. Al ritmo attuale, le donne potrebbero impiegare 286 anni per raggiungere lo stesso status giuridico degli uomini. E le cose stanno peggiorando. Siamo di fronte a un’intensa repressione dei diritti delle donne e delle ragazze. I diritti sessuali e riproduttivi e la protezione legale delle donne sono minacciati. La parità di genere è una questione di potere e il patriarcato, con millenni di potere alle spalle, si sta riarmando, ma le Nazioni Unite contrattaccano e difendono i diritti delle donne e delle ragazze in tutti i Paesi».
6 Diritti civili e politici, base della società inclusive. Il leader dell’Onu ha anche evidenziato «La regressione della libertà di espressione e di partecipazione alla vita politica, che sono l’essenza della democrazia e rafforzano le società e le economie. La pandemia è stata usata come copertura per una pandemia di violazioni dei diritti civili e politici. Le leggi repressive limitano la libertà di esprimere opinioni. Le nuove tecnologie offrono spesso scuse e metodi per controllare la libertà di riunione e persino la libertà di movimento. Gli attivisti per i diritti umani vengono molestati, maltrattati, arrestati e peggio. Lo spazio per la società civile sta svanendo davanti ai nostri occhi e , in un numero sempre maggiore di Paesi, i media sono nel mirino. Solo lo scorso anno il numero di giornalisti uccisi è aumentato del 50% in tutto il mondo. L’Onu sta agendo anche in difesa di questi diritti, promuovendo le libertà fondamentali, favorendo una più sistematica partecipazione della società civile a tutte le attività dell’Organizzazione e tutelando lo spazio civico nel mondo».
7 I diritti delle generazioni future. «Dobbiamo riconoscere che tutte le minacce che affrontiamo minano non solo i diritti attuali degli individui, ma anche i diritti delle generazioni future. Questa è una responsabilità fondamentale e una cartina di tornasole del buon governo. Tuttavia, troppo spesso, le generazioni future vengono poco prese in considerazione – ha concluso Guterres – Per questo, il Vertice del Futuro, che si terrà il prossimo anno, dovrà portare questi diritti al centro del dibattito mondiale. Occorre impegnarsi anche per promuovere un’azione globale e costruire un’Onu adatta a un nuova era: sempre più creativa, diversificata, multilingue e vicina alle persone che serve».