Le ondate di caldo potrebbero causare una grande ondata di migrazioni umane
Le crescenti ondate di caldo colpiranno fino a mezzo miliardo di persone nell'Asia meridionale
[28 Giugno 2022]
Come ci rendiamo conto anche in Italia da questo inizio estate soffocante, che fa seguito a un inverno e a una primavera caldi e siccitosi, il cambiamento climatico è una realtà. Ma altrove va ancora peggio: in primavera India e Pakistan sono state segnalate temperature estremamente elevate. Il nuovo studio “Future Population Exposure to Daytime and Nighttime Heat Waves in South Asia”, pubblicato su Earth’s Future da un team internazionale di ricercatori guidato da Safi Ullah del Department of atmospheric and oceanic sciences e Institute of atmospheric sciences della Fudan University di Shanghai, dipinge un quadro cupo: prevede che per il resto del secolo le ondate di caldo aumenteranno, colpendo fino a mezzo miliardo di persone all’anno. Le ondate di caldo possono portare a carenze alimentari, morti e, quando il caldo raggiunge livelli che superano quelli che gli esseri umani possono tollerare, spostamenti di masse di profughi climatici.
Ma i ricercatori aggiungono che «Questo non accadrà se vengono messe in atto misure per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi». Ma occorre far presto perché, già oggi, In India e Pakistan, le ondate di caldo con temperature superiori a 40 gradi all’ombra sono una forma di clima estremo che mette direttamente in pericolo pericolosa la vita di milioni di persone. Il nuovo studio delinea diversi scenari per le conseguenze delle ondate di caldo nell’Asia meridionale fino all’anno 2100.
Uno degli autori dello studio, Deliang Chen, professore di meteorologia fisica alla Göteborg universitet svedese, sottolinea che «Abbiamo stabilito un legame tra il caldo estremo e la popolazione. Nella migliore delle ipotesi, siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, che ha aggiunto all’incirca due ondate di caldo all’anno, esponendo circa 200 milioni di persone alle ondate di caldo. Ma se i Paesi continuano a contribuire all’effetto serra come stanno facendo ancora adesso, bonificando e costruendo su terreni che stanno in realtà aiutando ad abbassare le temperature globali, riteniamo che potrebbero esserci fino a 5 ondate di caldo in più all’anno, con più di mezzo miliardo di persone esposte entro la fine del secolo».
Lo studio identifica come particolarmente vulnerabili le grandi pianure formate dai fiumi Indo e Gange. «Questa è una regione ad alte temperature ed è densamente popolata – ricorda Chen – C’è un legame tra ondate di caldo e popolazione che funziona in entrambe le direzioni. La dimensione della popolazione influisce sul numero di future ondate di caldo. Una popolazione più numerosa fa aumentare le emissioni con l’aumento dei consumi e dei trasporti. Anche la pianificazione urbana è importante. Se si costruiscono nuove città e villaggi in luoghi meno soggetti alle ondate di caldo, il numero delle persone colpite può essere ridotto. Ci auguriamo che i leader della regione, come l’India e il Pakistan, leggano il nostro rapporto e ci riflettano. Nel nostro modello di calcolo, l’intervallo per il numero di persone che saranno esposte alle ondate di caldo è ampio. I numeri effettivi dipenderanno dal percorso che questi Paesi sceglieranno di intraprendere nella loro pianificazione urbana. Sono le future emissioni di gas serra e particolato che determineranno quante persone saranno davvero esposte. Se riduciamo le emissioni in modo da raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, possiamo più che dimezzare la popolazione esposta a intense ondate di caldo. Sia le misure di mitigazione che di adattamento possono fare un’enorme differenza».
Le ondate di caldo stanno già causando gravi problemi in India e Pakistan. Gli agricoltori sono stati duramente colpiti quando la siccità e il caldo hanno causato il fallimento dei loro raccolti di grano e i contadini hanno spostato i loro campi ad altitudini più elevate per sfuggire al caldo estremo. Ma questo ha portato al taglio di grandi foreste, di alberi che ontribuivano ad abbassare le temperature.
Lo studio conclude: «Con una popolazione più numerosa, l’uso del suolo aumenta, il che di per sé può far aumentare ulteriormente le temperature. Ogni ondata di caldo comporterà un aumento della mortalità e una diminuzione della produttività, poiché poche persone possono lavorare a 45 gradi di caldo. Temiamo che se non si fa nulla, alla fine questo può portare a un’enorme ondata di migrazioni».