L’Epa Usa pubblica il rapporto sul clima che Trump aveva tenuto nascosto

«Gli indicatori climatici mostrano come il cambiamento climatico sta influenzando l'ambiente e la salute delle persone»

[13 Maggio 2021]

Per la prima volta dopo 4 anni, l’Environmental Protection Agency (EPA) ripubblica i suoi Climate Change Indicators in the United States  sul suo sito web pubblico e sottolinea che «Questa risorsa completa presenta prove convincenti e chiare dei cambiamenti del nostro clima riflessi nell’aumento delle temperature, nell’acidità degli oceani, nell’innalzamento del livello del mare, nelle inondazioni fluviali, siccità, ondate di calore e incendi, tra gli altri indicatori».

Quel che diplomaticamente l’EPA non dice è che si tratta degli stessi dati contenuti nel rapporto la cui pubblicazione era stata “ritardata” dall’Amministrazione negazionista climatica di Donald Trump a partire dal 2017. Informazioni vitali la cui consultazione è ora migliorata grazie a strumenti interattivi di esplorazione dei dati che offrono uno sguardo più da vicino a grafici, mappe e immagini, insieme a una panoramica sull’importanza degli indicatori e di come i cambiamenti climatici possono influenzare la salute umana e l’ambiente.

L’amministratore dell’EPA Michael Regan, ha sottolineato che «Il sito web degli indicatori climatici dell’EPA è una risorsa scientifica cruciale che sottolinea l’urgenza di agire sulla crisi climatica. Con questo aggiornamento atteso da tempo, ora abbiamo dati aggiuntivi e una nuova serie di indicatori che dimostrano che il cambiamento climatico è diventato ancora più evidente, più forte ed estremo, così come l’imperativo di intraprendere azioni significative».

L’Amministrazione Trump non aveva mai aggiornato il sito web degli indicatori sui cambiamenti climatici dell’EPA, come invece aveva sempre fatto l’Amministrazione di Barack Obama. Ma un addetto stampa dell’EPA ha ricordato alla BBC che fino a questo rapporto, «L’agenzia non aveva mai – nemmeno durante gli anni di Obama – attribuito il riscaldamento globale, almeno in parte, alle attività umane». Invece, Regan, annunciando la ripubblicazione dell’aggiornamento dei dati, ha sottolineato che «Combattere il cambiamento climatico non è facoltativo. E’ essenziale per l’EPA. Ci muoveremo con un senso di urgenza perché sappiamo qual è la posta in gioco. I fatti sul clima sono tornati sul sito web dell’EPA dove dovrebbero essere. Considerando l’urgenza di questa crisi, è fondamentale che gli americani abbiano accesso a informazioni e risorse in modo che tutti noi possiamo svolgere un ruolo nella protezione del nostro ambiente, della nostra salute e delle comunità vulnerabili. Informazioni affidabili e basate sulla scienza sono alla base di soluzioni robuste e realizzabili. L’amministrazione Biden-Harris ha chiarito che affrontare il cambiamento climatico è una priorità nazionale. Nelle settimane e nei mesi a venire, l’EPA aggiungerà nuove e aggiornate informazioni sulla scienza del cambiamento climatico, sugli impatti, su cosa sta facendo l’EPA e su cosa potete  fare, fornendo una risorsa pubblica affidabile e accurata sui problemi e le soluzioni del cambiamento climatico. Il cambiamento climatico porta all’innalzamento dei mari, al ritiro di neve e ghiaccio e ai cambiamenti nella frequenza e nell’intensità delle ondate di calore, delle precipitazioni e degli eventi meteorologici estremi. Questi cambiamenti, che si verificano a seguito dell’accumulo di gas serra dovuto alle attività umane, stanno cambiando il clima a un ritmo e in un modo che minaccia la salute umana, la società e l’ambiente naturale. Bambini, anziani e poveri sono tra i più vulnerabili agli effetti sulla salute legati al clima».

Per sviluppare gli indicatori del cambiamento climatico, l’EPA collabora con più di 50 contributori di dati di diverse agenzie governative, istituzioni accademiche e altre organizzazioni. Ciascun indicatore è stato sottoposto a peer review da esperti indipendenti. Ecco cosa dimostrano gli indicatori dell’EPA che Trump voleva che gli americani non leggessero:

Temperatura globale – Il 2016 è stato l’anno più caldo mai registrato, il 2020 è stato il secondo più caldo e il 2001-2020 è stato il decennio più caldo mai registrato dal 1880, quando sono iniziate le osservazioni.  Dal 1991, i casi della malattia di Lyme, trasmessa dalle zecche, sono quasi raddoppiati. Le zecche ormai sono presenti in aree del nord Usa e del sud del Canada dove in precedenza non erano in grado di sopravvivere al freddo. Anche le temperature degli oceani hanno raggiunto un record nel 2020 e negli ultimi 10 anni l’acqua è diventata più acida.

Ghiaccio marino artico – L’estensione del ghiaccio marino del settembre 2020 è stata la seconda più piccola mai registrata. Era più di 900.000 miglia quadrate in meno rispetto alla media storica 1981-2010 per quel mese, una differenza tre volte e mezzo la dimensione del Texas.

Banchise di ghiaccio – Dal 1992, la Groenlandia e l’Antartide, nel complesso, hanno entrambe perso ghiaccio, perdendo ciascuna in media più di 100 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno e rappresentando circa un terzo dell’innalzamento del livello del mare globale osservato tra il 2006 e il 2015.

Ondate di calore nelle città degli Stati Uniti – Le ondate di calore si verificano più spesso negli Stati Uniti. La loro frequenza è aumentata costantemente, da una media di due ondate di calore all’anno durante gli anni ’60 a 6 all’anno durante gli anni ’10.  La quantità di energia utilizzata in estate è quasi raddoppiata dal 1973. Nel 2015, l’aria condizionata ha rappresentato il 17% del consumo energetico medio di una famiglia americana.

Livello del mare degli Stati Uniti – Il livello del mare (rispetto alla terraferma) è aumentato lungo gran parte della costa degli Stati Uniti tra il 1960 e il 2020, in particolare la costa medio-atlantica e parti della costa del Golfo, dove alcune stazioni hanno registrato aumenti di oltre 8 pollici.

Inondazioni costiere – Le inondazioni di marea stanno diventando più frequenti nella maggior parte delle località lungo le coste orientali e del Golfo.

Durata della stagione di crescita – La durata media della stagione di crescita nei 48 Stati contigui è aumentata di oltre due settimane dall’inizio del XX secolo.   La stagione degli incendi e la stagione dei pollini iniziano prima e durano più a lungo.

Distribuzione delle specie marine – Insieme al riscaldamento delle acque oceaniche, molte specie marine al largo delle coste degli Stati Uniti si stanno spostando verso nord e si stanno spostando verso acque più profonde. Si sono verificati cambiamenti tra diverse specie di pesci e molluschi economicamente importanti.