L’intensità del fenomeno simile al 2022, quando la siccità era “la peggiore da 500 anni”

L’estate sta cambiando la geografia della siccità in Europa

Jrc: «Sarà un momento cruciale per le risorse idriche, difficili condizioni continuano a colpire l'agricoltura e la produzione di energia»

[17 Luglio 2023]

Se la siccità che ha colpito l’Europa la scorsa estate è stata la peggiore da 500 anni, quella in corso potrebbe eguagliarla, secondo i dati raccolti dal Joint research center (Jrc) della Commissione Ue.

Più che nell’intensità del fenomeno, la differenza tra i due anni sembra risiedere – al momento – nella ripartizione geografica dei danni, dato che la sofferenza maggiore per siccità stavolta è al nord del Vecchio continente.

«Le previsioni meteorologiche stagionali indicano un’estate più calda della media, livelli di precipitazioni superiori alla media nel Mediterraneo, ma inferiori al solito per l’Europa centrale e settentrionale, in particolare nelle regioni intorno al Mar Baltico», spiegano dal Jrc, affermando che in quest’area «le precipitazioni dovrebbero essere notevolmente inferiori al solito».

La sfida della siccità continua comunque a riguardare larga parte d’Europa, dato che quasi la metà del continente (42,4%) è in stato di allerta per la bassa umidità del suolo.

«L’Europa – argomentano dal centro di ricerca – continua ad affrontare difficili condizioni di siccità che continuano a colpire l’agricoltura, la produzione di energia e le risorse idriche. A metà giugno 2023, l’indicatore utilizzato per monitorare le condizioni di siccità rispecchiava la grave siccità del 2022 in Europa», finora la peggiore da mezzo millennio. Ma nel giro di appena un anno, sull’onda della crisi climatica questo picco estremo, che nel nostro Paese ha portato il 60% del territorio in siccità, si è subito ripresentato.

Al contrario di quanto accaduto l’anno scorso, nell’Europa meridionale – ad esempio in Italia – la prolungata siccità degli ultimi mesi ha lasciato spazio ad un contesto meno emergenziale grazie alle recenti piogge (si pensi all’alluvione che si è abbattuta a maggio sull’Emilia-Romagna, causando danni per 9 miliardi di euro), anche se nella penisola iberica non sono state sufficienti a controbilanciare il deficit accumulato nei mesi precedenti.

In compenso nuove condizioni di siccità stanno crescendo intorno al Mar Baltico, in Scandinavia, Regno Unito, Irlanda e Germania, causando serie preoccupazione per la produzione di cibo nei campi agricoli.

Non a caso, la Commissione Ue sta valutando la possibilità di fornire altri 330 milioni di euro di aiuti agli agricoltori di 22 Paesi duramente colpiti dalla siccità. Ma non basta intervenire quando il danno è fatto: viste le previsioni, è sempre più urgente monitorare da vicino l’evoluzione della siccità e attuare piani adeguati per la gestione idrica.

«Attualmente si prevede che l’estate del 2023 sarà un momento cruciale per le risorse idriche, con il rischio di carenze critiche – sottolineano dal Jrc – Questa situazione richiede un’attenta pianificazione e approcci proattivi. È importante notare che diverse regioni stanno vivendo condizioni di siccità variabili e, pertanto, richiedono soluzioni su misura».