La Francia e i Paesi dell’Europa dell’est la spuntano sul gas
L’Europa ridurrà le sue emissioni del 55% entro il 2030. Esultano von der Leyen, Macron, Conte, Costa e Gentiloni
Sì anche alla proposta Cbd del 30% di aree protette a terra e a mare
[11 Dicembre 2020]
Dopo ore di tese discussioni, il Consiglio europeo ha trovato un accordo sul testo sulla lotta ai cambiamenti climatici. Lo ha annunciato su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: «L’Europa è la leader nella lotta contro i cambiamenti climatici. Abbiamo deciso di tagliare le emissioni di almeno il 55% entro il 2030».
Ma Greenpeace European Unit, che aveva organizzato una protesta in mongolfiera, per sollecitare l’Unione euuropea a risperttare davvero l’Accordo di Parigi a 5 anni da quando l’Ue lo ha adottato e a mettere davero in strada l’European Green Deal a un anno dalla sua approvazionew, rivela che «Nella tarda notte del vertice dell’Ue, la Francia e diversi governi dell’Europa orientale hanno fatto pressioni perché il testo riconoscesse le cosiddette “tecnologie di transizione” come il gas, che sarebbero ammissibili per finanziamenti “verdi”. Greenpeace ha avvertito che investire nel gas sarebbe catastrofico per il clima e porterebbe a miliardi di asset bloccati».
Nel documento fimnale approvato dal Consiglio europeo si legge che «Per raggiungere l’obiettivo di un’Ue climaticamente neutra entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi, l’Ue deve aumentare la sua ambizione per il prossimo decennio e aggiornare il suo quadro di politica climatica ed energetica. A tal fine, il Consiglio europeo approva un obiettivo vincolante dell’Ue di una riduzione interna netta di almeno il 55% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto al 1990. Invita i colegislatori a riportare questo nuovo obiettivo nella proposta di legge europea sul clima e ad adottare rapidamente quest’ultimo».
Il documento assicura: «Aumenteremo la nostra ambizione in materia di clima in modo da stimolare una crescita economica sostenibile, creare posti di lavoro, fornire benefici per la salute e l’ambiente ai cittadini dell’Ue e contribuire alla competitività globale a lungo termine dell’economia dell’Ue promuovendo l’innovazione nelle tecnologie verdi. L’obiettivo sarà raggiunto collettivamente dall’Ue nel modo più efficiente possibile in termini di costi. Tutti gli Stati membri parteciperanno a questo sforzo, tenendo conto di considerazioni di equità e solidarietà, senza lasciare indietro nessuno. Il nuovo obiettivo per il 2030 deve essere raggiunto in un modo che preservi la competitività dell’Ude e tenga conto dei diversi punti di partenza degli Stati membri, delle circostanze nazionali specifiche e del potenziale di riduzione delle emissioni, comprese quelle degli Stati membri insulari e delle isole, nonché degli sforzi compiuti».
Il Consiglio europeo riconosce anche «La necessità di garantire interconnessioni e sicurezza energetica per tutti gli Stati membri, energia a un prezzo accessibile per famiglie e imprese e di rispettare il diritto degli Stati membri di decidere sul proprio mix energetico e di scegliere le tecnologie più appropriate per raggiungere collettivamente l’obiettivo climatico per il 2030, comprese le tecnologie di transizione come il gas». Quindi, come temevano Greenpeace e altre associazioni ambientaliste come Legambiente, il Consiglio europeo ha ceduto alle pressioni francesi ed est europee.
Secondo la dichiarazione finale approvata, «La finanza pubblica e il capitale privato devono essere mobilitati per far fronte alle notevoli esigenze di investimento derivanti da questa accresciuta ambizione. La risposta economica alla crisi del coronavirus offre l’opportunità di accelerare la trasformazione e la modernizzazione sostenibili delle nostre economie e di ottenere un vantaggio competitivo. E’ necessario utilizzare al meglio il pacchetto MFF/NGEU, compreso il meccanismo per una transizione giusta, per realizzare la nostra ambizione in materia di clima. Come concordato nel luglio 2020, l’azione per il clima sarà integrata nelle politiche e nei programmi finanziati nell’ambito del MFF e dell’NGEU. Un obiettivo climatico globale di almeno il 30% si applicherà all’importo totale della spesa del MFF e dell’NGEU e si rifletterà in obiettivi appropriati nella legislazione settoriale».
Inoltre, «L’Ue dovrebbe promuovere lo sviluppo di standard globali comuni per la finanza verde. Il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare una proposta legislativa per uno standard per i green bond dell’Ue al più tardi entro giugno 2021». Il Consiglio Ue si compiace per la roadmap 2021-2025 della Banca del clima del gruppo BEI, che «contribuirà a rispettare l’impegno del gruppo BEI a sostenere 1 trilione di EUR di investimenti per il clima e l’ambiente entro il 2030». Il Consiglio europeo invita la Commissione Ue a «valutare come tutti i settori economici possono contribuire al meglio all’obiettivo 2030 e formulare le proposte necessarie, accompagnate da un esame approfondito dell’impatto ambientale, economico e sociale a livello di Stato membro, tenendo conto dei piani energetici e climatici nazionali e rivedendo le flessibilità esistenti».
In più, la Commissione europea è invitata a considerare: «L’esplorazione di modi per rafforzare il sistema ETS, in particolare le politiche di prezzo del carbonio, preservandone l’integrità e tenendo conto della necessità di affrontare le problematiche distributive e povertà energetica; Proporre misure che consentano alle industrie ad alta intensità energetica di sviluppare e utilizzare tecnologie innovative a impatto zero sul clima mantenendo la loro competitività industriale; Proporre un carbon border adjustment per garantire l’integrità ambientale delle politiche dell’Ue ed evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio in modo compatibile con la Wto (Organizzazione mondiale del Commercio, ndr); Affrontare le preoccupazioni sollevate in relazione alla distribuzione degli sforzi, all’equità e all’economicità, alla silvicoltura e all’uso del suolo e all’aumento delle emissioni e alla diminuzione dei pozzi di assorbimento da parte di questi settori causati dagli effetti negativi del cambiamento climatico».
Il problema degli squilibri per i beneficiari del Fondo di ammodernamento che temono di non ricevere entrate equivalenti ai costi pagati dagli impianti ETS in quegli Stati membri sarà affrontato nell’ambito della legislazione in via di approvazione: «Il Consiglio europeo tornerà sulla questione e adotterà ulteriori orientamenti in tempo prima che la Commissione presenti le sue proposte. In questa occasione verrà affrontato il futuro del regolamento sulla condivisione degli sforzi».
Il contributo dell’Ue determinato a livello nazionale (NDC) sarà aggiornato in base al nuovo obiettivo vincolante e presentato al segretariato dell’Unfcc entro la fine dell’anno. In vista della COP 26, il Consiglio europeo ribadisce che «L’impegno internazionale è fondamentale per il successo nell’affrontare il cambiamento climatico. Invita tutte le altre parti, in particolare le principali economie, a presentare i propri obiettivi e politiche ambiziosi. Sottolinea l’importanza di una forte azione coordinata attraverso una diplomazia climatica europea attiva. L’Ue garantirà che la sua politica commerciale e i suoi accordi commerciali siano coerenti con la sua ambizione in materia di clima».
La dichiarazione conclude: «Il Consiglio europeo attende con interesse l’intensificazione degli sforzi internazionali per proteggere la biodiversità in vista della 15a conferenza delle parti della Convention on biological diversity che sarà organizzata in Cina il prossimo anno» che è la conferma che l’Ue sosterrà la richiesta Onu di proteggere il 30% del mare e delle terre emerse, come già approva to nella nuova Direttiva Biodiversità.
Esulta la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha scritto su Twitter: «Ottimo modo per festeggiare il primo anniversario del nostro EUGreenDeal! Il Consiglio europeo ha approvato la nostra ambiziosa proposta per un nuovo obiettivo climatico dell’Ue. L’Europa ridurrà le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. Questo ci pone su un percorso chiaro verso la climate neutrality nel 2050».
Uno dei vincitori dello scontro nel Consiglio europeo, il presidente francese Emmanuel Macron, ha sottolineato che «Alla vigilia del quinto anniversario dell’accordo di Parigi, noi europei ci impegniamo a ridurre le nostre emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. 10 anni sono domani. Quindi facciamo di tutto per avere successo. Adesso. Tutti insieme. Perché non esiste un piano B!».
Il nostro presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha twittato: «Nottata intensa di lavoro al Consiglio Europeo, coronata dalla chiusura positiva su Green Deal. Neutralità climatica pensando alle nuove generazioni», prima aveva twittato: Appena raggiunto in Consiglio europeo l’accordo definitivo su #NextGenerationEU. Questo significa poter sbloccare le ingenti risorse destinate all’Italia: 209 miliardi. Approvato anche il Bilancio pluriennale. Ora avanti tutta con la fase attuativa: dobbiamo solo correre! #EuCo».
Sulla sua pagina Facebook il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha aggiunto: «E’ stata una nottata lunga in Europa per arrivare ad un accordo importante e ambizioso: taglio delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030 contro il 40% attuale. L’Italia ha fortemente sostenuto questa posizione dal primo giorno e sono soddisfatto del raggiungimento di questo risultato. Ora continuiamo il lavoro che stiamo portando avanti in termini di decarbonizzazione, efficientamento energetico e Green Deal, anche nella prospettiva della COP26 della quale siamo partner con il Regno Unito, e del G20 a presidenza italiana».
Il Commissario europeo Paolo Gentiloni conclude: «E adesso l’accordo sulla proposta della Commissione di portare almeno al 55% la riduzione di emissioni entro il 2030. L’Europa fa sul serio».
I ministri dell’ambiente europei si incontreranno il 17 dicembre per formalizzare l’obiettivo e sottoporlo all’organo di governo dell’Accordo di Parigi sul clima. Nel giugno 2021, la Commissione europea dovrebbe pubblicare una serie di misure politiche per attuare l’obiettivo del 55%, in vista della prossima conferenza globale sul clima a novembre a Glasgow.