Libia: appello flash Onu per aiutare 250.000 libici colpiti dalle devastanti inondazioni

Una tragedia che evidenzia le conseguenze devastanti e a cascata delle condizioni meteorologiche estreme sugli Stati fragili

[15 Settembre 2023]

Gli operatori umanitari dell’Onu sono al lavoro sul campo in Libia per fornire gli aiuti disperatamente necessari a migliaia di sopravvissuti all’alluvione causato dal Medicane Daniel, le cui piogge torrenziali hanno fatto crollare due dighe vicino alla città portuale di Derna, ormai devastata, spingendo interi quartieri in mare e lasciandosi dietro migliaia di morti e altre migliaia dispersi.

Il il rappresentante in Libia dell’Unicef, Michele Servadei, ha detto a UN News che «La situazione è terribile, come potete immaginare. Come Unicef, abbiamo inviato kit medici e forniture mediche a 10.000 persone. Questo è stato nel primo paio di giorni. Abbiamo inviato 1.100 kit igienici, abbiamo inviato kit di abbigliamento, ma è pur sempre una goccia nell’oceano. E’ urgentemente necessario un sostegno psicosociale, oltre a forniture salvavita, non solo per gli sfollati ma anche per quelli che si trovano nei rifugi, o che sono rimasti bloccati dopo aver vissuto quella terribile notte».

Il World Food Program me (WFP) ha già fornito assistenza alimentare a più di 5.000 famiglie sfollate a causa delle catastrofiche inondazioni e la direttrice esecutiva del WFP, Cindy McCain, fa notare che «Queste inondazioni devastanti hanno colpito un Paese in cui una profonda crisi politica ha già lasciato così tante persone in una situazione disperata». La Libia è particolarmente vulnerabile all’impatto dei disastri naturali ache perché dal 2014 è divisa tra un governo ad interim riconosciuto a livello internazionale che opera nella capitale Tripoli e un altro a est. In entrambe le zone di influenza dei due governi libici operano gruppi armati jihadisti e tribali, signori della guerra e bande di predoni e trafficanti di esseri umani.

Ieri, l’United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA) ha lanciato un appello urgente ai donatori per 71,4 milioni di dollari per rispondere ai bisogni di circa 250.000 persone colpite dalle inondazioni in Libia nei prossimi tre mesi e ha avvertito che «Senza ulteriori aiuti, il bilancio delle vittime potrebbe aumentare». L’OCHA stima che «Più di 880.000 persone, in 5 province, vivano in aree direttamente colpite dalla tempesta e dalle inondazioni improvvise».

Il capo dell’OCHA e capo dei soccorsi dell’Onu, Martin Griffiths, ha assicurato che «Tutti sono al lavoro per fornire alle persone quanto più aiuto e sostegno possibile. Le Nazioni Unite stanno dispiegando un team solido per sostenere e fornire risorse alla risposta internazionale, in coordinamento con i primi soccorritori e le autorità libiche. Nel frattempo, è una corsa contro il tempo per le squadre di emergenza che cercano i sopravvissuti tra cumuli di macerie. La portata del disastro provocato dalle inondazioni è scioccante, con interi quartieri cancellati dalle mappe e intere famiglie, colte di sorpresa, travolte dal diluvio d’acqua». E la McCain aggiunge che «Oltre alla tragica perdita di vite umane, migliaia di famiglie a Derna sono ora senza cibo né riparo».

L’operazione di emergenza pianificata dal WFP punterà a fornire assistenza alimentare mensile a 100.000 persone nelle aree colpite dalle inondazioni per i prossimi tre mesi.

La tempesta mortale in lIbia è arrivata arriva in un anno segnato da disastri climatici ed eventi meteorologici da record, dagli incendi devastanti alle ondate di caldo eccessive e secondo il segretario generale della World meteorological organization (Wmo) Pietro Talas, «La tragedia in Libia evidenzia le conseguenze devastanti e a cascata delle condizioni meteorologiche estreme sugli Stati fragili e mostra la necessità di un allarme tempestivo multi-rischio che abbracci tutti i livelli di governo e società. Il National Meteorological Center della Libia ha infatti emesso un allarme tempestivo per questo evento meteorologico estremo, che ha visto livelli di pioggia senza precedenti (414,1 mm in 24 ore in una stazione) che hanno causato inondazioni improvvise e il crollo delle dighe. Gli allarmi sono stati emessi per forti precipitazioni e inondazioni, ma non hanno affrontato il rischio rappresentato dall’invecchiamento delle dighe. La frammentazione della gestione dei disastri e dei meccanismi di risposta ai disastri del Paese, così come il deterioramento delle infrastrutture, hanno esacerbato l’enormità delle sfide. La situazione politica è un fattore di rischio, come stiamo vedendo attualmente in molti Paesi».

Talas  ha concluso: «Il National Meteorological Center si trova ad affrontare gravi lacune nei suoi sistemi di osservazione. I suoi sistemi informatici non funzionano bene e vi è una carenza cronica di personale. Il National Meteorological Center sta cercando di funzionare, ma la sua capacità di farlo è limitata. L’intera catena di gestione e governance delle catastrofi è interrotta. La tragedia evidenzia la filosofia alla base dell’iniziativa Early Warnings for All per migliorare l’accuratezza e la disponibilità delle previsioni basate sull’impatto e per garantire che raggiungano tutti e portino all’azione».