Oltre la metà delle malattie patogene umane conosciute può essere aggravata dalle emissioni di gas serra
«Ci sono troppe malattie e vie di trasmissione per farci pensare che possiamo davvero adattarci ai cambiamenti climatici»
[10 Agosto 2022]
Lo studio “Over half of known human pathogenic diseases can be aggravated by climate change”, pubblicato su Nature Climate Change da un team di ricercatori dell’università delle Hawaiʻi – Mānoa e dell’università del Wisconsin – Madison è una valutazione completa della letteratura scientifica dalla quale emergono prove empiriche che «Oltre il 58% delle malattie umane causate da agenti patogeni, come dengue, epatite, polmonite, malaria, Zika e altro, sono state, a un certo punto, aggravate da rischi climatici».
I ricercatori statunitensi hanno condotto una ricerca sistematica sugli impatti di 10 rischi climatici sensibili alle emissioni di gas serra per ciascuna malattia patogena umana nota. Rischi che includevano riscaldamento, siccità, ondate di caldo, incendi, precipitazioni estreme, inondazioni, tempeste, innalzamento del livello del mare, cambiamento biogeochimico degli oceani e cambiamento della copertura del suolo.
Combinando due elenchi autorevoli di tutte le infezioni conosciute e le malattie patogene che hanno colpito l’umanità nella storia documentata, i ricercatori hanno quindi esaminato più di 70.000 articoli scientifici per ricavarne esempi empirici su ciascuna possibile combinazione di un rischio climatico che abbia un impatto su ciascuna delle malattie conosciute.
All’università delle Hawaiʻi – Mānoa dicono che «La ricerca ha rivelato che il riscaldamento, le precipitazioni, le inondazioni, la siccità, le tempeste, il cambiamento della copertura del suolo, il cambiamento climatico degli oceani, gli incendi, le ondate di caldo e i cambiamenti del livello del mare influenzano tutti le malattie innescate da virus, batteri, animali, funghi, protozoi, piante e cromisti. Le malattie patogene sono state principalmente trasmesse dai vettori, sebbene siano stati trovati esempi di casi anche di vie di trasmissione via acqua, via aerea, a contatto diretto e di origine alimentare. In definitiva, la ricerca ha rilevato che oltre il 58%, o 218 su 375, delle malattie patogene umane conosciute era stato. ad un certo punto, interessato da almeno un rischio climatico, attraverso 1.006 percorsi unici».
Il principale autore dello studio, il geografo Camilo Mora del College of Social Sciences (CSS) dell’università delle Hawaiʻi – Mānoa, evidenzia che «Date le vaste e pervasive conseguenze della pandemia di Covid-19, è stato davvero spaventoso scoprire l’enorme vulnerabilità sanitaria risultante dalle emissioni di gas serra. Ci sono troppe malattie e vie di trasmissione per farci pensare che possiamo davvero adattarci ai cambiamenti climatici. Questo evidenzia l’urgente necessità di ridurre le emissioni di gas serra a livello globale».
Il team di ricercatori ha sviluppato una pagina web interattiva che mostra ogni connessione tra un rischio climatico e un caso di malattia, uno strumento che consente di rendersi conto di pericoli, percorsi e gruppi di malattie specifici e vedere le prove disponibili.
Altri risultati chiave dello studio includono:
I rischi climatici stanno avvicinando gli agenti patogeni alle persone. Numerosi rischi climatici stanno aumentando l’area e la durata della idoneità ambientale di vettori e agenti patogeni, facilitandone l’espansione spaziale e temporale. I cambiamenti di temperature e precipitazioni sono stati associati all’espansione degli areali di vettori come zanzare, zecche, pulci, uccelli e diversi mammiferi implicati in focolai di virus, batteri, animali e protozoi, tra cui dengue, chikungunya, peste, malattia di Lyme, Virus del Nilo occidentale, Zika, tripanosomiasi, echinococcosi e malaria, solo per citarne alcuni.
I rischi climatici stanno avvicinando le persone agli agenti patogeni. I rischi climatici sono anche implicati con lo sfollamento forzato e nella migrazione di persone che causano o aumentavo i nuovi contatti con agenti patogeni. Le ondate di caldo, ad esempio, sono state associate a casi in aumento di diverse malattie trasmesse dall’acqua come infezioni associate ai Vibrio, meningoencefalite amebica primaria e gastroenterite. Tempeste, inondazioni e innalzamento del livello del mare hanno causato spostamenti umani implicati in casi di leptospirosi, criptosporidiosi, febbre di Lassa, giardiasi, gastroenterite, legionella, colera, salmonellosi, shigellosi, polmonite, tifo, epatite, malattie respiratorie e malattie della pelle, tra le altre.
I rischi climatici possono potenzialmente rafforzare aspetti specifici dei patogeni, compreso il miglioramento dell’idoneità climatica per la riproduzione, l’accelerazione del ciclo di vita, l’aumento delle stagioni/lunghezza della probabile esposizione, il potenziamento delle interazioni con i vettori dei patogeni (ad esempio, mediante l’accorciamento delle incubazioni) e l’aumento della virulenza. Ad esempio, tempeste, forti piogge e inondazioni hanno creato acqua stagnante, aumentando i terreni di riproduzione e crescita per le zanzare e la serie di agenti patogeni che trasmettono (ad esempio, leishmaniosi, malaria, febbre della Rift Valley, febbre gialla, encefalite di St. Louis, dengue e febbre del Nilo occidentale). I rischi climatici sono implicati anche nella crescente capacità degli agenti patogeni di causare malattie più gravi. Ad esempio, le ondate di caldo rappresentano una possibile pressione selettiva naturale verso virus resistenti al caldo.
I rischi climatici hanno ridotto la capacità umana di far fronte agli agenti patogeni alterando le condizioni fisiche; aggiungere stress da esposizione a condizioni pericolose; costringendo le persone a vivere in condizioni non sicure e danneggiando le infrastrutture, costringendo le persone a esporsi ad agenti patogeni e/o riducendo l’accesso alle cure mediche. La siccità, ad esempio, ha favorito una scarsa igiene responsabile di casi di tracoma, clamidia, colera, congiuntivite, Cryptosporidium, malattie diarroiche, dissenteria, Escherichia coli, Giardia, Salmonella, scabbia e febbre tifoide.
I ricercatori statunitensi hanno anche scoperto che, «Mentre la grande maggioranza delle malattie è stata aggravata dai rischi climatici, alcune sono diminuite (63 malattie su 286). Il riscaldamento, ad esempio, sembra aver ridotto la diffusione di malattie virali probabilmente legate a condizioni inadatte al virus o a causa di un sistema immunitario più forte in condizioni più calde. Tuttavia, la maggior parte delle malattie che sono state ridotte da almeno un pericolo sono state a volte aggravate da un altro e talvolta anche dallo stesso pericolo».
Un’altra autrice dello studio, Kira Webster, dottoranda al CSS, conclude: «Sapevamo che i cambiamenti climatici possono influenzare le malattie patogene umane. Tuttavia, man mano che il nostro database cresceva, siamo rimasti affascinati e allo stesso tempo angosciati dal numero schiacciante di casi di studio disponibili che mostrano già quanto stiamo diventando vulnerabili alle nostre continue crescenti emissioni di gas serra».