Onu, più peso al cambiamento climatico nei nuovi obiettivi per lo sviluppo
[28 Agosto 2014]
Dopo mesi di una campagna di persuasione condotta dai piccoli Stati insulari in via di sviluppo e dalle Ong, la lotta al cambiamento climatico sarà uno dei 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile (Sustainable Development – Sdg) che nel 2015 sostituiranno i Millennium Development Goals e che verranno ufficialmente adottati dalla 69esima Assemblea generale dell’Onu del prossimo 24 settembre.
Infatti nell’Sdg 13 si legge: «Prendere delle misure urgenti per lottare contro il cambiamento climatico ed I suoi impatti». L’obiettivo sottolinea che l’United Nations Framework Convention on Climate Change (UnfccCC) resta il principale forum internazionale ed intergovernativo per i negoziati sul cambiamento climatico.
Secondo Irin, l’agenzia stampa umanitaria dell’Onu, «uno dei principali ai quali hanno dovuto far fronte i militanti che proponevano un obiettivo autonomo è stato che esiste già un meccanismo giuridico dell’Onu f dedicato al cambiamento climatico, l’Unfccc. Ed è previsto che sottoponga un nuovo trattato sulla maniera di affrontare il cambiamento climatico durante una conferenza che si terrà a Parigi l’anno prossimo».
Caleb Otto, ambasciatore di Palaui all’Onu, ha detto che «alcuni Paesi non capiscono che noi non vogliamo pregiudicare le disposizioni del nuovo accordo». Secondo Saleemul Huq, ricercatore dell’ International institute for environment and development e membro dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), «E’ una preoccupazione legittima, ma sono contento che abbiano prevalso le conto-argomentazioni: non è possibile prendere in considerazione lo sviluppo sostenibile per i prossimi 20 anni senza tener conto dell’impatto globale del cambiamento climatico».
Otto ha spiegato a Irin che «la domanda che ponevano numerosi Paesi poveri erano: come volete che il Bangladesh si sviluppi in modo sostenibile mentre è in preda ad inondazioni continue? Come volete che i Paesi subsahariani parlino di sviluppo mentre lottano costantemente con la siccità? Come volete che le isole dell’Oceano PAcifico pension allo sviluppo mentre devono costantemente far fronte alle ande di tempesta ed all’innalzamento del livello del mare?»
Huq sottolinea che l’Unfccc è uno strumento giuridico, mentre gli Sdg sono «obiettivi ambiziosi che allineano tutti su obiettivi comuni». Si tratta quindi in un certo senso di due problemi indipendenti che presentano sinergie da definire.
I principali esperti di sviluppo hanno chiesto più volte di garantire che il nuovo protocollo post-Kyoto dell’Unfccc, gli Sdg ed il nuovo trattato per la prevenzione delle catastrofi (l’aggiornamento dell’Hyogo Framework for Action) riflettano al meglio le sinergie esistenti tra cambiamento climatico, rischio di catastrofi e sviluppo sostenibile, perché si tratta di tre questioni interdipendenti.
Le alte resistenze ad un Sdg autonomo sul cambiamento climatico sono venute da quei Paesi che pensavano che la lotta contro il global warming potesse essere integrata con diversi target come la riduzione della povertà, ma Ong e piccoli Stati insulari hanno risposto che, integrando il cambiamento climatico in tutti gli obiettivi, non si sarebbe ottenuto il necessario impatto politico.
A giugno una lettera, firmata da 170 organizzazioni e reti della società civile di più di 50 Paesi sviluppati ed in via di sviluppo, ha chiesto all’Onu che «il nuovo quadro dello sviluppo affronti il cambiamento climatico in maniera che ne riconosca l’urgenza e l’importanza di affrontare la più grande sfida del nostro tempo».
E’ quindi partita la richiesta dio un Sdg indipendente ed autonomo dedicato al cambiamento climatico, con l’integrazione di elementi climatici in altri Sdhg, perché «Un quadro solido di questa natura andrà nel senso del grado di ambizione richiesta per raggiungere gli obiettivi dell’Unfcccc ed aiuterà a garantire l’elaborazione di un accordo climatico forte durante la COP21 che si terrà a Parigi nel 2015».
«Un obiettivo autonomo da anche un orientamento ai governi ed ai loro donatori di fondi – spiega ancora Huq su Irin – La maggior parte dei flussi di finanziamenti dell’aiuto umanitario si allineano agli sforzi forniti dai Paesi per raggiungere gli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo. Un obiettivo autonomo è quindi un mdo per garantire l‘ingresso di flussi finanziari per finanziare gli sforzi della lotta contro il cambiamento climatico. Togliere dei fondi a questi sforzi fino ad oggi si è rivelato problematico. Evidentemente dobbiamo assicurarci di non fare doppioni rispetto ai piani di finanziamento dell’Unfccc».
Otto conclude: «La grande sfida consisterà nel definire degli indicatori e dei target per l’obiettivo dedicato al cambiamento climatico. E’ una discussione che avverrà certamente in tandem con coloro che sono coinvolti nel nuovo trattato climatico a Parigi. Noi non vogliamo creare dei doppioni».