Pattinare sul ghiaccio sottile: decine di migliaia di laghi potranno passare inverni senza ghiaccio
Nell’emisfero settentrionale il riscaldamento globale trasformerà gli ecosistemi di acqua dolce
[29 Gennaio 2019]
In molte parti dell’emisfero settentrionale, i laghi ghiacciati sono il simbolo dell’inverno e determinano la vita di un luogo: dalla pesca sul ghiaccio, all’hockey al pattinaggio, dallo sci alla motoslitta, i laghi ghiacciati consentono a molte comunità mongtane e del nord di impegnarsi in attività che non sono possibili nelle stagioni più calde o nei climi più caldi.
Ma ora lo studio “Widespread loss of lake ice around the Northern Hemisphere in a warming world” pubblicato su Nature Climate Change da un team internazionale di ricercatori guidato da Sapna Sharma del Department of Biology della York University di Toronto rivela che tutti questi svaghi e sport invernali potrebbero diventare sempre più rari: nei prossimi decenni molti laghi alle alte latitudini dell’emisfero settentrionale potrebbero sperimentare interi inverni senza copertura di giacchio e in alcuni laghi il ghiaccio scomparirà completamente entro la fine del secolo.
Secondo gli autori, lo studio fornisce «La prima stima globale di quanti laghi possano perdere la copertura invernale di ghiaccio man mano che il clima si riscalda».
Uno degli autori, John Magnuson, direttore emerito del Center for Limnology dell’università del Wisconsin – Madison, spiega che «Il team ha sviluppato un modello che cci ha consentito di prevedere quali laghi avrebbero perso il ghiaccio e come quella perdita di ghiaccio sarebbe stata distribuita tra le diverse latitudini.
Il risultato è una mappa che mostra l’estensione del ritiro invernale dei laghi ghiacciati in diversi scenari del riscaldamento globale e mette in risalto ciò che potrebbe essere salvato attraverso gli sforzi per ridurre le emissioni globali».
Attualmente, ci sono 15.000 laghi in una zona climatica dove la copertura di ghiaccio è intermittente: alcuni anni sono abbastanza freddi da consentire il congelamento della superficie dei laghi e altri anni sono abbastanza caldi da non permetterlo. «Questi laghi – scrivono i ricercatori – sono forieri di perdite di ghiaccio permanenti». Con l’aumentare della temperatura media annuale dell’aria, questa zona di ghiaccio lacustre intermittente si sposta verso nord e, alla fine, i laghi più a sud resteranno senza ghiaccio.
Lo studio prevede che, se il mondo sarà in grado di rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi di limitare le temperature medie globali a 2 gradi Celsius di riscaldamento, «Il numero di questi laghi ghiacciati intermittenti aumenterà a 35.300, interrompendo potenzialmente l’esperienza invernale e le tradizioni dei 394 milioni di persone che vivono a un’ora di macchina dalle loro rive».
Ma in uno scenario climatico “worst-case” di 8° C in più (previsto da alcuni modelli come il caso estremo se il mondo non agisce per ridurre le emissioni di gas serra) il numero di laghi intermittenti salirebbe a ben 230.400 e le persone che non potrebbero più utilizzarli per sport o attività invernali sarebbero 656 milioni in più di 50 Paesi.
I ricercatori dell’università del Wisconsin – Madison evidenziano che «Un tale livello estremo di riscaldamento spingerebbe la zona lacustre coperta di ghiaccio invernale dagli Stati Uniti, molto a nord nel Canada, e metterebbe in pericolo la copertura di ghiaccio della maggior parte dei laghi in Paesi tradizionalmente freddi come la Norvegia e la Svezia».
Sharma aggiunge: «E’ importante notare che questi cambiamenti stanno avvenendo ora: Non è una di quelle previsioni sui cambiamenti climatici in cui pensi, “Oh, avrò 100 anni prima che questo possa diventare la mia realtà'”»,
Dal 1862 fino all’inverno del 1996, il Lake Geneva, nel Wisconsin meridionale, una destinazione privilegiata per i pescatori sul ghiaccio di tutta la regione: si congelava congelò ogni anno. Ma, dal 1997, il lago ha avuto quattro inverni senza ghiaccio. E i laghi dell’emisfero nord, dall’Alaska alla Germania e al Giappone, stanno vivendo trend simili. I ricercatori fanno l’esempio del lago giapponese di Suwa che negli ultimi 30 anni si è ricoperto solo due volte ogni 10 anni. I dati sul ghiacci di questo lago – tra i più longevi al mondo – risalgono al 1400 d.C. e nei primi 250 anni che i dati fvennero raccolti, ci furono solo 3 anni in cui il lago non si congelò.
Gli autori dello studio ricordano che «I drastici cambiamenti nel clima terrestre negli ultimi decenni fanno ben più che limitare le attività ricreative umane sui laghi ghiacciati. I laghi che non si congelano sono più suscettibili alla perdita di acqua per evaporazione durante l’inverno e si riscaldano più velocemente durante la primavera e l’estate. Questo può portare a livelli più bassi di acqua, a un aumento di proliferazioni algali potenzialmente dannose e a livelli ridotti di ossigeno nell’acqua, che possono essere dannosi per i pesci e altri animali selvatici. Minaccia anche l’utilizzo umano per l’acqua potabile, la navigazione e la pesca».
Lo studio ha anche rilevato che «Una volta che le temperature regionali invernali dell’aria raggiungono una media di 8,4 gradi Celsius, i laghi tendono a non congelarsi».
Magnuson. Evidenzia che «I laghi non rispondono tutti allo stesso modo al riscaldamento. Più profondo è il lago, più accumula calore e ci vuole più tempo per far scendere il lago a una temperatura in cui potrebbe congelare».
Anche la conformazione dele rive di un lago svolge un ruolo: lo studio ha rilevato che «I laghi con coste “più semplici” o più circolari hanno una maggiore resistenza al vento sulle loro superfici, il che può impedire la formazione di ghiaccio perché richiede acqua calma e piatta».
Magnuson vede queste dinamiche al lavoro dal suo ufficio sulle rive del Lago Mendota, il più profondo della catena di laghi del Wisconsin. Tra dicembre e gennaio ha visto l lago gelarsi e scongelarsi due volte, Nel frattempo, il vicino lago Wingra, più piccolo del Mendota, si è completamente congelato a dicembre ed è rimasto ricoperto di ghiaccio. «Il Mendota si adatta e inizia a congelare – spiega ancora lo scienziato – e dimostra come i cambiamenti climatici influenzeranno i laghi settentrionali. Il Lago Mendota, improvvisamente non ha ghiaccio, ma non è detto che non avrà più ghiaccio l’anno prossimo. Avrà sempre più anni senza ghiaccio. Avrà inverni buoni per fare attività sul ghiaccio e inverni senza attività sul ghiaccio. Questo sarà un processo graduale. Significa che milioni di persone si troveranno in attesa del grande congelamento invernale da cui dipendono e si rivolgeranno l’uno all’altro per chiedersi: “L’inverno sta arrivando … giusto?”»
La Sharma, conclude: «Non ci vorrà molto riscaldamento per questi impatti. Sta succedendo proprio ora: ad esempio, il Lago Superiore non si congela più ogni inverno, i Grandi Laghi lo stanno vivendo, abbiamo esempi da tutto il mondo di laghi che stanno vivendo questo grande cambiamento e prevediamo che si verificherà in molti più laghi in futuro. Ecologicamente, non avere ghiaccio su questi laghi non è di buon auspicio per come risponderà l’ecosistema. Il rapido riscaldamento dei laghi ha conseguenze per la potenziale di degradazione della qualità delle acque e lo sviluppo di fioriture stagionali algali anticipate nella nelle acque libere. Inoltre, le concentrazioni di ossigeno disciolto potrebbero diminuire prima nella stagione estiva, lasciando più pesci a rischio di morte a causa di un habitat compromesso».