Prevenire è meglio che bruciare. Spegnere oggi gli incendi di domani

Rapporto Wwf: passare dalla gestione dell’emergenza alla gestione del rischio

[22 Luglio 2022]

«Nel 2021 più di 600.000 ettari sono andati in fumo nei sei paesi euromediterranei di Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Grecia e Turchia, una superficie ben superiore alla media dei decenni precedenti, come già era accaduto nel 2017 e nel 2020. In Italia sono stati percorsi dalle fiamme circa 170.000 ettari, il 60% in più della media 1980-2018, la maggior parte dei quali nel sud e nelle isole». E’ quanto emerge dal nuovo report del Wwf  “Spegnere oggi gli incendi di domani. Dalla gestione dell’emergenza a gestione e prevenzione del rischio”, che conferma il trend anche per il 2022, iniziato nel peggiore dei modi.

Infatti il Wwf evidenzia che «La superficie percorsa dalle fiamme in Europa nei primi mesi del 2022 è stata ben 5 volte maggiore rispetto alla media del periodo 2006-2021, differenza che ora si è ridotta a “solo” tre volte maggiore ma che è destinata nuovamente ad aumentare con l’arrivo del picco estivo degli incendi. La differenza con le passate annualità è che nel 2022 la stagione degli incendi è cominciata prima: ondate di calore anticipate (in alcuni Paesi sono stati superati i 40°C già a giugno) e una straordinaria siccità invernale hanno reso la vegetazione più secca e quindi maggiormente infiammabile, creando una condizione perfetta per la combustione».

Nel resto dell’Europa, con la stagione estiva si sono già innescati i primi incendi molto estesi, dovuti alle altissime temperature. Il report ricorda che «Incendi stanno divampando nel sud della Francia e al nord di Spagna e Portogallo, ma anche in Marocco e Grecia si stanno affrontando i roghi e sono già migliaia le persone sfollate. A causa di questo cambiamento del clima, un ulteriore rischio è lo sviluppo degli incendi in regioni solitamente non soggette a questo rischio, come al centro e al nord Europa. Oltre a frequenza e intensità, anche le dimensioni degli incendi stanno aumentando, dando vita ai cosiddetti “mega-incendi”, responsabili della maggior parte delle superfici bruciate e molto difficili da domare. Una serie di fattori  contribuisce a rendere il paesaggio più infiammabile e quindi facilita l’innesco e la propagazione degli incendi: questi sono sia fattori climatici e metereologici come ondate di calore e periodi siccitosi più lunghi, che fattori socio-economici come l’espansione delle superfici incolte e di quelle edificate con conseguente aumento dell’interfaccia urbano-foresta, dove l’interconnessione tra aree urbane e natura è molto stretta e di conseguenza la probabilità di innesco di incendio è maggiore».

Isabella Pratesi, direttrice Conservazione del Wwf Italia, evidenzia che «Se gli incendi stanno cambiando, le strategie devono adattarsi per governarli. Bisogna investire e potenziare tutte la azioni in grado di assicurare la prevenzione del rischio, rendendo il territorio meno infiammabile per limitare di conseguenza l’estensione dell’incendio e rendere così possibile l’eventuale lotta con i mezzi antincendio. E’ necessaria una gestione attiva del territorio, così come potenziare il coordinamento tra gli enti interessati».

Ma cosa fare di fronte a una situazione mutata con il riscaldamento globale. Il Wwf ricorda che «Da tempo si ritiene che il contrasto degli incendi boschivi basato sulla lotta attiva dell’evento non sia più idonea a fronteggiare efficacemente questo fenomeno, proponendo per contro una più appropriata prevenzione del rischio. I quattro principi sui quali sviluppare la strategia per affrontare il problema degli incendi sono: prevenzione degli incendi boschivi, tramite idonea gestione forestale e agricola del paesaggio al fine di renderlo meno infiammabile, effettuando un monitoraggio che possa individuare le zone a maggior rischio, ma anche tramite un approccio “dal basso verso l’alto” che sensibilizzi, responsabilizzi e renda le comunità locali protagoniste nella prevenzione promuovendo corrette pratiche ed abitudini; ripristino delle aree colpite dalle fiamme, quando necessario, con soluzioni “basate sulla natura”; assicurare i finanziamenti necessari a programmi e misure di prevenzione nonché ad integrarle nei piani di gestione del territorio, ad esempio riallocando parte delle ingenti somme ora destinate alla lotta attiva; miglior sinergia e dialogo fra tutti gli enti, settori e attori coinvolti nel problema a scala locale, nazionale ed internazionale, evitando separazione delle competenze anche in un’ottica di pianificazione integrata del territorio».

Invece, quello che secondo il Wwf abbiamo attualmente è «Un approccio alla gestione degli incendi boschivi che si concentra particolarmente sull’estinzione sottovaluta l’importanza della prevenzione del problema. Ciò risulta in una sempre maggiore difficoltà con cui gli incendi sono spenti nelle situazioni più critiche; in particolare, nel caso dei sempre più frequenti mega-incendi, la lotta attiva e l’intervento emergenziale risultano inefficaci. Diventa quindi essenziale adottare una corretta strategia che affronti il problema prima che si manifesti, attraverso la pianificazione di adeguate strategie di gestione e prevenzione del rischio».