Progetto preventivo per ridurre l’impatto di El Niño sulle comunità a rischio in Somalia
Contro le inondazioni previste, un’iniziativa di Fao e Regno Unito con governo somalo e comunità tribali
[21 Agosto 2023]
In vista di un previsto arrivo di El Niño nell’Africa orientale, la Fao e l’Ambasciata a Mogadiscio del Regno Unito (BEM) hanno avviato l’Anticipatory Action and Preparedness programme in Somalia
L’evento climatico dei El Niño dovrebbe determinare un aumento delle precipitazioni, con le aree fluviali della Somalia particolarmente a rischio di gravi inondazioni. Attualmente, c’è una probabilità superiore al 90% che El Niño continui fino alla fine dell’anno e la Fao stima che 1,2 milioni di persone si trovino in aree ad alto rischio di inondazioni. L’Unità Somalia Water and Land Information Management (SWALIM) della Fao prevede «Un grande evento alluvionale di portata statisticamente probabile solo una volta ogni 100 anni, che farà seguito a un’altra storica inondazione avvenuta all’inizio di quest’anno che ha causato lo sfollamento di circa 245.000 persone lungo il fiume Shabelle».
Un alluvione di questa portata legato a El Niño potrebbe portare alla perdita di vite umane, sfollamenti di massa, distruzione di proprietà e perdita di mezzi di sussistenza, con conseguente aumento dell’insicurezza alimentare acuta.
Per mitigare gli effetti di un potenziale disastro, la Fao e la BEM hanno lanciato il Il progetto “Badbaado”, che significa “salvare dalla calamità”, un’azione preventiva e un’iniziativa di preparazione da 3,8 milioni di dollari nelle aree a maggior rischio. Badbaado, fa parte del programma multi-donatori El Niño della Fao, che cerca di mitigare, prepararsi e rispondere alla minaccia di gravi inondazioni e disastri umanitari durante la seconda grande stagione delle piogge in Somalia che ci sarà tra ottobre e dicembre.
Etienne Peterschmitt, rappresentante della Fao in Somalia, sottolinea che «Abbiamo una finestra molto breve di pochi mesi per prepararci e mitigare i peggiori impatti di El Niño e siamo grati al Regno Unito per aver mobilitato rapidamente il sostegno per questo importante lavoro. Intraprendendo azioni tempestive e ben informate, insieme, possiamo aiutare a proteggere le comunità rurali vulnerabili dai peggiori esiti dei disastri».
Damon Bristow, direttore sviluppo per l’ambasciata britannica a Mogadiscio, ha ricordato che «La Somalia sta affrontando un’altra crisi: è stato dichiarato El Niño e quest’anno potrebbe trasformarsi in un’inondazione che capita una volta ogni secolo. Stiamo agendo ora per dare priorità alle risorse. Questa iniziativa congiunta con la Fao, economica e sostenibile, ci consentirà di salvare vite umane e prevenire danni al bestiame, ai raccolti e alle proprietà che potrebbero rivelarsi estremamente dannosi per i mezzi di sussistenza delle comunità più vulnerabili della Somalia».
Sotto la guida del ministero dell’agricoltura e dell’irrigazione federale della Somalia e in collaborazione con la Disaster Management Agency somala, la Fao prevede di chiudere 937 metri di argini rotti lungo il fiume Shabelle nella città di Beletweyne per «Rallentare le acque alluvionali, ridurre l’impatto immediato delle inondazioni e consentire alle persone di avere tempo per allontanarsi dalle aree ad alto rischio». Inoltre, il progetto prevede di ripristinare il principale canale per deviare le acque alluvionali lontano dalle aree popolate di Beletweyne, oltre a preposizionare 800.000 sacchi di sabbia nelle aree soggette a inondazioni.
I sistemi di allerta precoce saranno attivati in collaborazione con il governo somalo e i soccorritori locali lungo i fiumi Shabelle e Juba, con messaggi trasmessi alle comunità attraverso reti radio locali, servizi SMS e canali ufficiali per informare l’azione tempestiva e salvare vite umane. La Fao si coordinerà inoltre con le autorità locali e i gruppi comunitari e tribali per sostenere la pianificazione dell’evacuazione.