Record di scioglimento delle calotte polari

Negli ultimi 10 anni sono collassate, causando un innalzamento accelerato del livello del mare

[24 Aprile 2023]

Secondo lo   “Mass balance of the Greenland and Antarctic ice sheets from 1992 to 2020”, pubblicato su Earth System Science Data da un numeroso team internazionale di scienziati dell’Ice Sheet Mass Balance Intercomparison Exercise (IMBIE), «I 7 anni peggiori per lo scioglimento delle calotte polari e la perdita di ghiaccio si sono verificati nell’ultimo decennio. Lo scioglimento delle calotte glaciali ora rappresenta un quarto di tutto l’innalzamento del livello del mare – un aumento di 5 volte dagli anni ’90».

Ora, le perdite di ghiaccio dalla Groenlandia e dall’Antartide possono essere misurate in modo affidabile dallo spazio, monitorando i cambiamenti nel loro volume, attrazione gravitazionale o flusso del  ghiaccio. Nasa ed Agenzia spaziale europea (ESA nel 2011 hanno assegnato finanziamenti all’IMBIE per compilare la registrazione satellitare dello scioglimento delle calotte polari. I dati raccolti dal team sono ampiamente utilizzati dalle principali organizzazioni, compreso l’Intergovernmental Panel on Climate Change  (IPCC).

Si tratta della terza valutazione della perdita di ghiaccio prodotta dal team IMBIE. La prima e la seconda valutazione sono state pubblicate nel 2012 e nel 2018/19. Negli ultimi anni, Esa e NASA hanno lanciato nuove missioni satellitari in grado di monitorare le regioni polari. Il progetto IMBIE ne ha approfittato per produrre aggiornamenti più regolari e, per la prima volta, è ora possibile tracciare ogni anno le perdite della calotta polare. Questa terza valutazione del team IMBIE ha coinvolto un team di 68 scienziati polari provenienti da 41 organizzazioni internazionali e ha utilizzato le misurazioni di 17 missioni satellitari, inclusa per la prima volta dalla missione gravitazionale GRACE-FO. I ricrcatori dicono che «E’ importante sottolineare che allinea le registrazioni della perdita di ghiaccio dall’Antartide e dalla Groenlandia, utilizzando gli stessi metodi e coprendo lo stesso periodo di tempo. La valutazione verrà ora aggiornata ogni anno per garantire che la comunità scientifica disponga delle stime più recenti sulle perdite di ghiaccio polare».

Uno degli autori dello studio, Andrew Shepherd , capo del Department of geography and environmental sciences  della Northumbria University e fondatore dell’IMBIE,  ha sottolineato che «Dopo un decennio di lavoro, siamo finalmente nella fase in cui possiamo aggiornare continuamente le nostre valutazioni del bilancio di massa della calotta glaciale in quanto vi sono abbastanza satelliti nello spazio che li monitorano, il che significa che le persone possono utilizzare immediatamente le nostre scoperte».

L’ultima valutazione dell’IMBIE, guidato dal  Center for Polar Observations and Modeling della Northumbria University,  ha messo insieme e ha confrontato 50 rilevamenti satellitari dell’Antartide e della Groenlandia effettuati tra il 1992 e il 2020 e i risultati dimostrano che «Il riscaldamento globale sta sciogliendo le calotte glaciali polari, innalzando il livello del mare e provocando inondazioni costiere in tutto il nostro pianeta».  Gli scienziati hanno scoperto che «Tra il 1992 e il 2020, le calotte polari della Terra hanno perso 7.560 miliardi di tonnellate di ghiaccio, l’equivalente di un cubo di ghiaccio alto 20 chilometri».
Nell’ultimo decennio Le calotte polari hanno perso ghiaccio durante ogni anni e si sono verificati i 7 anni di scioglimento più elevati. I dati satellitari mostrano che il 2019 è stato l’anno di scioglimento record: le calotte glaciali hanno perso l’incredibile cifra di 612 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Alla Northumbria University spiegano che «Questa perdita è stata causata da un’ondata di caldo estivo artico, che ha portato a uno scioglimento record dalla Groenlandia con un picco di 444 miliardi di tonnellate quell’anno. L’Antartide ha perso 168 miliardi di tonnellate di ghiaccio – il sesto più alto mai registrato – a causa della continua accelerazione dei ghiacciai nell’Antartide occidentale e dello scioglimento record dalla penisola antartica. La calotta glaciale dell’Antartide orientale è rimasta vicina a uno stato di equilibrio, come durante tutta l’era dei satelliti».

La principale autrice dello studio, Inès Otosaka  del Centre for polar observation and modelling, dell’università  di Leeds, fa notare che «Le perdite di ghiaccio dalla Groenlandia e dall’Antartide sono aumentate rapidamente rispetto alle registrazioni satellitari e ora contribuiscono in modo determinante all’innalzamento del livello del mare. Il monitoraggio continuo delle calotte glaciali è fondamentale per prevedere il loro comportamento futuro in un mondo in via di riscaldamento e adattarsi ai rischi associati che le comunità costiere di tutto il mondo dovranno affrontare».

Dal 1992, lo scioglimento delle calotte polari ha causato un aumento di 21 millimetri del livello globale del mare, quasi due terzi (13,5 mm) dei quali ha avuto origine dalla Groenlandia e un terzo (7,4 mm) dall’Antartide. All’inizio degli anni ’90, lo scioglimento della calotta glaciale rappresentava solo il 5,6% dell’innalzamento del livello del mare, ma da allora lo scioglimento si è quintuplicato e ora è responsabile del 25,6% dell’innalzamento globale del livello del mare. L’IPCC prevede che, se le calotte glaciali continueranno a perdere massa a questo ritmo, entro la fine del secolo contribuiranno tra 148 e 272 mm all’innalzamento medio globale del mare.

Diego Fernandez, capo ricerca e sviluppo dell’Esa, conclude: «Questa è un’altra pietra miliare nell’iniziativa IMBIE e rappresenta un esempio di come gli scienziati possono coordinare gli sforzi per valutare l’evoluzione delle calotte glaciali dallo spazio offrendo informazioni uniche e tempestive sulla grandezza e l’inizio dei cambiamenti. le nuove valutazioni annuali rappresentano un passo avanti nel modo in cui IMBIE aiuterà a monitorare queste regioni critiche, dove le variazioni hanno raggiunto una scala in cui i cambiamenti improvvisi non possono più essere esclusi».