Ricerca integrativa per preservare le regioni climatiche del Mediterraneo

Un’iniziativa globale per lo sviluppo di strategie di conservazione efficaci che trascendano i confini politici

[25 Marzo 2024]

Le regioni del Mediterraneo sono  note per le loro condizioni climatiche uniche e la ricca biodiversità, ma si stanno affrontando gravi minacce a causa dei cambiamenti climatici e dalle attività antropiche. Nonostante gli sforzi nella ricerca e conservazione degli ecosistemi mediterranei per prevenire le conseguenze di queste attività, non esiste ancora un consenso globale su come conservare e gestire efficacemente questi ecosistemi di acqua dolce marini e terrestri.

Lo studio “Integrative research of Mediterranean climate regions: a global call to action”, pubblicato su  Environmental Conservation da un team di ricercatori dell’Universidad Rey Juan Carlos – Madrid, dell’Institut de Recerca de la Biodiversitat Universitat de Barcelona (IRBio – UB) e dell’Oregon State University, invita ad «Agire per affrontare l’urgenza della ricerca integrativa nelle regioni del Mediterraneo (regioni Med)».

Lo studio definisce la ricerca integrativa  come «L’approccio interdisciplinare da più campi di studio con concetti e metriche comuni per consentire una migliore comprensione dei meccanismi generali esistenti negli ecosistemi»  e sottolinea «L’importanza di esplorare le generalità tra gli ecosistemi e i meccanismi comuni di resilienza per sviluppare strategie di conservazione più efficaci».

I ricercatori spagnoli, catalani e statunitensi  sono convinti che  «Per prevedere le condizioni future delle regioni mediterranee, è essenziale stabilire chiare linee di base ecologiche e riconoscere cambiamenti significativi negli stati degli ecosistemi e quindi comprendere le dinamiche delle risposte degli ecosistemi alle mutevoli condizioni ambientali».

La ricerca propone tre tipi di studi completi su diverse scale spaziali, dal locale al globale: 1) ricerca integrativa tra gli ecosistemi; 2) ricerca integrativa nelle regioni mediterranee; 3) ricerca integrativa oltre i confini politici.

Gli scienziati ricordano che «La disponibilità di ampi dataset spaziali e temporali sulla biodiversità nelle regioni del Mediterraneo offre prospettive e sfide interessanti per documentare e prevedere i cambiamenti nella diversità biologica e nella resilienza degli ecosistemi della regione. Studiando la connettività tra diversi tipi di ecosistemi e integrando le conoscenze provenienti da varie discipline, è possibile stabilire linee di base ecologiche, identificare fattori chiave di resilienza e sostenere obiettivi di gestione per la conservazione».

In questo senso, gli autori dello studio evidenziano «La necessità di sforzi di collaborazione tra ricercatori, parti interessate e decisori politici per affrontare le sfide che devono affrontare le regioni del Mediterrane»  e sostengono «L’attuazione di misure di conservazione basate sull’area e lo sviluppo di strategie di conservazione efficaci che trascendono i confini politici».

Lo studio conclude: «La promozione della ricerca integrativa nelle regioni del Mediterraneo consentirebbe e faciliterebbe la roadmap verso una migliore comprensione delle risposte degli ecosistemi della regione del Mediterraneo ai disturbi naturali e di origine antropica e all’identificazione di linee di base ecologiche».