Ripresa post-Covid-19, Oms: azione climatica per evitare una catastrofe sanitaria

Il decalogo Oms e della comunità sanitaria globale per una ripresa che salvaguardi clima e salute

[12 Ottobre 2021]

Secondo il “COP26 Special Report on Climate Change and Health – The Health argument for climate action” pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in vista della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici (COP26 Unfccc) di Glasgow,  «Se vogliono sostenere una ripresa sana e verde dalla pandemia di Covid-19, i Paesi devono stabilire ambiziosi impegni nazionali sul clima».

Presentando il rapporto, il direttore generale dell’Oms,  Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato che «La pandemia di Covid-19 ha messo in luce i legami intimi e delicati tra esseri umani, animali e il nostro ambiente. Le stesse scelte insostenibili che stanno uccidendo il nostro pianeta stanno uccidendo le persone. L’Oms invita tutti i Paesi a impegnarsi in un’azione decisiva alla COP26 per limitare il riscaldamento globale a 1,5° C, non solo perché è la cosa giusta da fare, ma perché è nel nostro interesse. Il nuovo rapporto dell’Oms mette in evidenza 10 priorità per salvaguardare la salute delle persone e del pianeta che ci sostiene».

Il COP26 Special report dell’OMS definisce infatti un decalogo su cambiamenti climatici e la salute  che evidenziano «L’urgente necessità e numerose opportunità per i governi di dare priorità alla salute e all’equità nel regime climatico internazionale e nell’agenda per lo sviluppo sostenibile». Ecco le 10 raccomandazioni:

  1. Impegnarsi per una ripresa in salute. Impegnarsi per una ripresa sana, verde e giusta dal Covid-19.
  2. La nostra salute non è negoziabile. Mettere la salute e la giustizia sociale al centro dei colloqui sul clima delle Nazioni Unite.
  3. Sfruttare i benefici per la salute dell’azione climatica. Dare priorità a quegli interventi climatici con i maggiori vantaggi sanitari, sociali ed economici.
  4. Costruire la resilienza sanitaria ai rischi climatici. Costruire sistemi e strutture sanitari resilienti al clima e ambientalmente sostenibili e sostenere l’adattamento e la resilienza della salute in tutti i settori.
  5. Creare sistemi energetici che proteggano e rafforzino clima e salute.Indirizzare una transizione giusta e inclusiva verso l’energia rinnovabile per salvare vite umane dall’inquinamento atmosferico, in particolare dalla combustione del carbone. Porre fine alla povertà energetica nelle famiglie e nelle strutture sanitarie.
  6. Reimmaginare gli ambienti urbani, i trasporti e la mobilità. Promuovere un design urbano sano e sostenibile e sistemi di trasporto, con un migliore uso del territorio, accesso allo spazio pubblico verde e blu e priorità per pedoni, biciclette e trasporti pubblici.
  7. Proteggere e ripristinare la natura come fondamento della nostra salute. Proteggere e ripristina i sistemi naturali, le basi per una vita sana, sistemi alimentari e mezzi di sussistenza sostenibili.
  8. Promuovere sistemi alimentari sani, sostenibili e resilienti. Promuovere una produzione alimentare sostenibile e resiliente e diete più convenienti e nutrienti che garantiscano risultati sia per il clima che per la salute.
  9. Finanziare un futuro più sano, più equo e più verde per salvare vite umane. Transizione verso un’economia del benessere.
  10. Ascoltare la comunità sanitaria e prescrivere un’azione urgente per il clima. Mobilitare e sostenere la comunità sanitaria sull’azione climatica.

Il rapporto dell’OMS viene lanciato contemporaneamente a una lettera aperta, firmata da oltre due terzi della forza lavoro sanitaria globale – 300 organizzazioni che rappresentano almeno 45 milioni di medici e operatori sanitari in tutto il mondo – che chiede ai leader nazionali e alle delegazioni dei Paesi alla COP26 di intensificare l’azione climatica.

»Ovunque forniamo assistenza, nei nostri ospedali, cliniche e comunità in tutto il mondo, stiamo già rispondendo ai danni alla salute causati dai cambiamenti climatici – si legge nella lettera degli operatori sanitari – Chiediamo ai leader di ogni Paese e ai loro rappresentanti alla COP26 di evitare l’imminente catastrofe sanitaria limitando il riscaldamento globale a 1,5° C e di rendere la salute umana e l’equità centrali in tutte le azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici».

Ecco le principali richieste contenute nella lettera aperta: «Chiediamo a tutte le nazioni di aggiornare i loro impegni nazionali sul clima ai sensi dell’Accordo di Parigi per impegnarsi nella loro giusta quota per limitare il riscaldamento a 1,5° C e li invitiamo a inserire la salute in quei piani; Chiediamo a tutte le nazioni di attuare una transizione rapida e giusta dai combustibili fossili, iniziando con il taglio immediato di tutti i permessi, sussidi e finanziamenti per i combustibili fossili, e di spostare completamente gli attuali finanziamenti allo sviluppo dell’energia pulita; Chiediamo ai Paesi ad alto reddito di effettuare tagli maggiori alle emissioni di gas serra, in linea con un obiettivo di temperatura di 1,5° C; Chiediamo ai paesi ad alto reddito di fornire anche il promesso trasferimento di fondi ai Paesi a basso reddito per aiutarli a realizzare le necessarie misure di mitigazione e adattamento; Chiediamo ai governi di costruire sistemi sanitari resilienti al clima, low-carbon e sostenibili; Chiediamo ai governi di garantire anche che gli investimenti per la ripresa dalla pandemia sostengano l’azione climatica e riducano le disuguaglianze sociali e sanitarie».

Il rapporto e la lettera aperta arrivano sulle scrivanie dei potenti del mondo mentre eventi meteorologici estremi senza precedenti e altri impatti climatici stanno mettendo a dura prova la vita e la salute delle persone  e distruggono milioni di vite, minacciando allo stesso tempo i sistemi e le strutture sanitarie quando sono più necessarie.

L’Oms avverte che «I cambiamenti climatici e meteorologici stanno minacciando la sicurezza alimentare e stanno aumentando le malattie trasmesse da cibo, acqua e vettori, come la malaria, mentre gli impatti climatici stanno anche incidendo negativamente sulla salute mentale».

Il rapporto  afferma: «La combustione di combustibili fossili ci sta uccidendo. Il cambiamento climatico è la più grande minaccia per la salute che l’umanità deve affrontare. Sebbene nessuno sia al sicuro dagli impatti sulla salute dei cambiamenti climatici, sono avvertiti in modo sproporzionato dai più vulnerabili e svantaggiati. Nel frattempo, l’inquinamento atmosferico, che è soprattutto  il risultato della combustione di combustibili fossili, che guida anche il cambiamento climatico, provoca 13 morti al minuto in tutto il mondo».

Il rapporto sottolinea che «La protezione della salute delle persone richiede un’azione trasformativa in ogni settore, inclusi energia, trasporti, natura, sistemi alimentari e finanza» ma afferma che «I benefici per la salute pubblica derivanti dall’attuazione di ambiziose azioni per il clima superano chiaramente di gran lunga i costi».

Maria Neira, direttrice ambiente, cambiamenti climatici e salute dell’Oms, conclude: «Non è mai stato così chiaro che la crisi climatica è una delle emergenze sanitarie più urgenti che tutti noi dobbiamo affrontare. Ridurre l’inquinamento atmosferico ai livelli delle linee guida dell’Oms, ad esempio, ridurrebbe il numero totale di decessi globali per inquinamento atmosferico dell’80% riducendo drasticamente le emissioni di gas serra che alimentano il cambiamento climatico. Un passaggio a diete più nutrienti e a base vegetale in linea con le raccomandazioni dell’Oms, come altro esempio, potrebbe ridurre significativamente le emissioni globali, garantire sistemi alimentari più resilienti ed evitare fino a 5,1 milioni di decessi all’anno legati all’alimentazione entro il 2050. Tra gli altri vantaggi, raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi salverebbe milioni di vite ogni anno grazie al miglioramento della qualità dell’aria, della dieta e dell’attività fisica. Tuttavia, la maggior parte dei processi decisionali sul clima attualmente non tiene conto di questi co-benefici per la salute e della loro valutazione economica».