Siccità, la Sicilia ha dichiarato lo stato di calamità naturale: agricoltura e allevamento a rischio

Nonostante sia ancora inverno, la carenza di piogge ha svuotato gli invasi. Si rafforza l’Unità di crisi, ma il Governo latita

[12 Febbraio 2024]

Il già traballante governo Schifani in Sicilia deve ora affrontare una nuova sfida, ben più drammatica delle querelle politiche in corso sull’isola: la siccità, arrivata quest’anno in pieno inverno.

La Regione siciliana ha infatti dichiarato lo stato di calamità naturale da siccità severa, su tutto il territorio regionale.

«La Sicilia – spiegano dalla Giunta – è l’unica regione d’Italia e tra le poche d’Europa in zona rossa per carenza di risorse idriche. Stessa situazione si ritrova in Marocco e Algeria. Una condizione che sta danneggiando agricoltori e allevatori, già gravati dalle conseguenze dei fenomeni atmosferici anomali che hanno colpito l’isola per tutto il 2023. L’allevamento degli animali è il settore più colpito per l’assenza di foraggio verde e la mancanza di scorte di fieno danneggiate dalle anomale precipitazioni del maggio dell’anno scorso».

Come evidenziato nei giorni scorsi su queste pagine, l’Osservatorio europeo sulla siccità documenta come il 16,1% d’Europa sia già minacciato dalla siccità nonostante la stagione invernale ancora in corso; l’1,2% territorio, che comprende la Sicilia, è in piena allerta, come del resto confermato anche dai dati del Servizio informativo agrometeorologico siciliano (Sias). Dalla Giunta regionale è dunque arrivata la decisione conseguente, ufficializzando lo stato di calamità.

«Ringrazio il presidente Schifani per l’intervento tempestivo – dichiara l’assessore all’Agircoltura, Luca Sammartino, che ha proposto di dichiarare lo stato di calamità – La situazione meteorologica degli ultimi mesi ha comportato una notevole diminuzione dei volumi d’acqua negli invasi impedendo una regolare irrigazione dei terreni per sostituire la mancanza delle piogge. Siamo consapevoli delle criticità e stiamo mettendo a punto tutti gli interventi necessari per sostenere e salvaguardare il comparto agricolo e zootecnico e i prodotti della nostra terra».

Il governo regionale ha quindi incaricato l’Unità di crisi istituita di recente e ora integrata dai dirigenti dei dipartimenti Bilancio e Programmazione, di individuare possibili interventi strutturali da eseguire con urgenza per fronteggiare la carenza idrica, salvaguardare gli allevamenti zootecnici e le produzioni delle aziende agricole garantendo sufficienti volumi d’acqua.

Tutto questo mentre, paradossalmente, una fetta consistente di agricoltori e allevatori continua a protestare contro le misure inserite nel Green deal per rendere l’agricoltura più sostenibile, ovvero più in grado di continuare la propria attività nel tempo affrontando così la crisi climatica e della biodiversità.

In tutto questo il Governo Meloni con le forze politiche di maggioranza – di cui anche Schifani fa parte – continua a latitare di fronte all’emergenza siccità.

In particolare tace la Cabina di regia contro la siccità presieduta da quasi un anno dal ministro Salvini. Il relativo commissario, Nicola Dell’Acqua, ha fatto presenti tre priorità d’azione e nei giorni scorsi è tornato a rimarcare che l’Italia sta diventando «un Paese povero d’acqua», ma per la maggioranza di governo cavalcare la protesta degli agricoltori sembra più importante che trovare le necessarie soluzioni.