Torna la neve, ma da Torino alla Sicilia resta elevato il rischio siccità
Coldiretti: «Il Po sale di 2 metri in 24 ore, ma la situazione è difficile a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola»
[8 Gennaio 2024]
Dopo un 2023 che con tutta probabilità si confermerà l’anno più caldo mai registrato (finora) a livello globale, che in Italia ha portato un incremento del 22% degli eventi meteo estremi, in questi giorni l’arrivo di pioggia e neve lenisce il rischio siccità che pur permane lungo lo Stivale.
Dal monitoraggio effettuato a Boretto dalla Coldiretti – la più grande associazione di rappresentanza agricola italiana – il livello idrometrico del fiume Po è salito di oltre due metri in un solo giorno pur rimanendo ben al di sotto la soglia di criticità.
L’innalzamento del più grande fiume italiano è rappresentativo di quanto avviene lungo la Penisola dove si registrano frane, alberi caduti e problemi di viabilità e non mancano le preoccupazioni per la stabilità idrogeologica del territorio.
Nonostante la pioggia, permangono comunque segnali di stress idrico. «Accompagnati alla scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica, hanno fatto scattare il campanello d’allarme nelle campagne – sottolineano dalla Coldiretti – La situazione è difficile a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola, dal Piemonte alla Sicilia. Sulle Alpi torinesi manca l’80% della neve necessaria per creare le scorte idriche per consentire alle coltivazioni di crescere mentre in Sicilia le precipitazioni sono state le più scarse da oltre cento anni nel secondo semestre dell’anno 2023 secondo il Servizio informativo agrometeorologico regionale».
L’arrivo della neve in questa stagione è quindi importante anche per l’agricoltura, secondo il vecchio adagio contadino “sotto la neve il pane”, perché insieme alla pioggia garantisce acqua alle campagne. Ma se da un eccesso di caldo si passasse troppo velocemente a intense gelate, il ciclo vegetativo ne risentirebbe a sua volta.