Una soluzione coraggiosa per cambiamento climatico, perdita di biodiversità e ingiustizia sociale

Un incrementalismo radicale per ottenere un cambiamento massiccio attraverso piccoli passi a breve termine

[15 Gennaio 2024]

Lo studio “An environmental and socially just climate mitigation pathway for a planet in peril”, pubblicato su Environmental Research Letters da un team di ricercatori statunitensi, olandesi e australiani guidati dall’Oregon State University (OSU) ha utilizzato un nuovo datset  con dati risalenti fino a 500 anni fa per «Delineare un percorso “riparatore” attraverso il quale l’umanità può evitare i peggiori risultati ecologici e sociali del cambiamento climatico».

Oltre a tracciare un possibile nuovo corso per la società, i ricercatori affermano che «Il nostro piano di “cambio di paradigma” può supportare la modellizzazione e la discussione sul clima fornendo una serie di azioni che enfatizzano fortemente la giustizia sociale ed economica, nonché la sostenibilità ambientale».

I due principali autori dello studio, William Ripple, del Department of Forest Ecosystems and Society dell’Osu, e Christopher Wolf, ex Osi e ora a Terrestrial Ecosystems Research Associates,  e i loro collaboratori sostengono che «Il nostro loro scenario dovrebbe essere incluso nei modelli climatici insieme ai cinque “shared socioeconomic pathways” o SSP utilizzati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu» (IPCC).

Nell’ottobre 2023, un team internazionale di 12 scienziati guidato da Ripple e  Wolf ha pubblicato su BioScience  lo studio “The 2023 state of the climate report: Entering uncharted territory”  che di mostrava che «I segni vitali della Terra sono peggiorati oltre qualsiasi cosa gli esseri umani abbiano mai visto, al punto che la vita sul pianeta è in pericolo».

Ripple  evidenzia che «Comprendiamo che lo scenario da noi proposto potrebbe rappresentare una grande sfida da implementare, dati gli attuali trend delle emissioni, la mancanza di volontà politica e il diffuso rifiuto sociale, ma i suoi meriti non possono nemmeno essere dibattuti onestamente se non viene incluso nella serie di opzioni. Stiamo sostenendo un incrementalismo radicale: ottenere un cambiamento massiccio attraverso piccoli passi a breve termine. E stiamo fornendo un contrasto tanto necessario rispetto a molti altri scenari climatici, che potrebbero essere più allineati con lo status quo, che non funziona».

Gli autori del nuovo studio su questo percorso riparativo dicono che «Si ispira a una raccolta unica di variabili del sistema Terra che illustrano vividamente come le richieste di risorse dell’umanità siano esplose a partire dal 1850, indicando un superamento ecologico».

Wolf fa notare che «I dati a supporto sottolineano l’urgente necessità di agire. La crescita della popolazione umana, del prodotto interno lordo e del consumo energetico, che dipende principalmente dai combustibili fossili, hanno portato a uno straordinario aumento delle emissioni di gas serra, alterando drasticamente l’utilizzo del territorio e innescando un massiccio declino della biodiversità».

Gli autori dello studio ricordano che «L’attuale modellizzazione del cambiamento climatico si basa su molteplici ipotesi e fattori legati alle opzioni politiche e agli sviluppi sociali. Un team internazionale di climatologi, economisti e modellisti di sistemi energetici ha sviluppato gli SSP, che vengono utilizzati per ricavare scenari di emissioni di gas serra nell’ambito di diversi insiemi di politiche che presuppongono una crescita continua e significativa del PIL fino al 2100».

Wolf aggiunge: «Gli SSP descrivono sviluppi plausibili che in futuro porterebbero a diverse sfide per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico. “Si basano su cinque narrazioni che descrivono sviluppi socioeconomici alternativi, alcuni più sostenibili di altri. Il nostro scenario si concentra sulla riduzione del consumo di risorse primarie a un livello che mantenga le pressioni ambientali entro i limiti del pianeta, con una stabilizzazione del PIL pro capite nel tempo».

Il team di ricerca internazionale – che include Jillian Gregg della Terrestrial Ecosystems Research Associates, Detlef P. van Vuuren della Planbureau voor de Leefomgeving (l’agenzia olandese per l’ambiente) e Manfred Lenzen dell’università di Sydney – ha analizzato a lungo termine una serie di variabili: emissioni di combustibili fossili, popolazione umana, PIL, uso del suolo, concentrazioni di gas serra, temperatura globale, abbondanza di specie selvatiche di vertebrati, disuguaglianza di reddito e produzione di carne, arrivando alla conclusione che «Nel complesso, i dati dipingono un quadro completo dei profondi cambiamenti che la Terra ha subito».

Ripple fa notare che «La variabile della quota di reddito risale al 1820 e mostra come il 10% più ricco abbia costantemente ricevuto almeno il 50% di tutto il reddito, illustrando la disuguaglianza economica globale nel lungo termine. Il percorso riparativo rappresenterebbe un mondo più equo e resiliente con particolare attenzione alla conservazione della natura come soluzione climatica naturale; benessere sociale e qualità della vita; uguaglianza e alti livelli di istruzione per ragazze e donne, con conseguenti bassi tassi di fertilità e standard di vita più elevati; e una rapida transizione verso le energie rinnovabili».

A differenza di alcuni degli attuali percorsi socioeconomici condivisi, il percorso riparativo non si basa sullo sviluppo delle contestate, sperimentali e costose  tecnologie di cattura del carbonio, né presuppone una crescita economica continua come fanno i SSP. Ripple spiega ancora: «Dando priorità al cambiamento sociale su larga scala, il percorso da noi proposto potrebbe limitare il riscaldamento in modo molto più efficace rispetto ai percorsi che supportano l’aumento del consumo di risorse da parte delle nazioni ricche. Il nostro obiettivo è piegare le curve su un’ampia gamma di segni vitali planetari con una visione olistica per affrontare il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’ingiustizia socioeconomica. Il nostro lavoro presenta un esempio di come l’umanità può intraprendere il viaggio per salvare il mondo da queste crisi ambientali e sociali.