Uragano Dorian: Bahamas devastate da un «disastro di proporzioni epiche»
Mentre cresce il numero delle vittime, arrivano i primi aiuti internazionali e i team Onu
[6 Settembre 2019]
Un bilancio ancora provvisorio del passaggio dell’uragano Dorian sulle Bahamas indica in 76.000 le persone più colpite che hanno bisogno di un sostegno urgente. A ieri i morti accertati erano 23, ma i dispersi sarebbero centinaia e il governo teme che il numero delle vittime salirà considerevolmente mano a mano che le operazioni si ricerca e salvataggio proseguono.
Hervé Verhoosel, portavoce del World Food Programme (Wfp/Pam) ha detto che l’agenzia Onu «Sta organizzando la fornitura di 8 tonnellate di pasti pronti e ha una squadra sul campo, che valuta la portata del danno e identifica le persone più bisognose. Il Wfp/Pam sta lavorando a stretto contatto con la Caribbean Disaster Emergency Management Agency (Cdema), il governo e i suoi partner, per identificare i bisogni più urgenti e fornire supporto negli ambiti vitali del cibo, delle telecomunicazioni e della logistica. Dall’hub di Panama per l’America centrale e i Caraibi è stato organizzato un ponte aereo, per realizzare unità di stoccaggio, generatori e uffici per la creazione di due hub logistici sulle isole principali e il Wfp/Pam fornisce anche apparecchiature satellitari per garantire la connettività in caso di emergenza in tutto il gruppo di isole interessate. Mercoledi i team di valutazione hanno effettuato una missione aerea di ricognizione sulle isole colpite, con l’obiettivo di portare i team nelle aree più colpite il più presto possibile. A causa della gravità della situazione, l’agenzia sta mettendo a disposizione 5,4 milioni di dollari, nell’ambito di una Limited Emergency Operation (LEO) di tre mesi. L’operazione fornirà supporto a 39.000 persone e, in una prima fase, il Wfp/Pam si concentrerà sull’approvvigionamento e la distribuzione fino a 85 tonnellate di pasti pronti per le comunità più colpite».
Alle Bahamas è andato anche il capo umanitario dell’Onu, Mark Lowcock, che ha annunciato lo sblocco di un milione di dollari dal Central Emergency Response Fund (CERF), per dare il via a importanti operazioni di soccorso guidate dal governo delle Bahamas.
I soccorritori internazionali hanno cominciato a raggiungere le parti più colpite dell’arcipelago, di circa 700 isole che si estendono su oltre 100.000 miglia quadrate di oceano. Le immagini aeree che arrivano dalle Bhamas settentrionali mostrano una vera e propria catastrofe: Lowcock ha detto che è su una «cala enorme» e che ha causato «una vasta devastazione». E’ ancora difficile accedere ad alcune aree delle isole più colpite e il capo umanitario dell’Onu ha sottolineato che «L’entità del disastro non ha precedenti, per quello che è, essenzialmente, un Paese prospero. Gran parte della risposta è stata pagata dal governo, ma data l’entità del disastro, è opportuno che la comunità internazionale risponda alla richiesta di assistenza che viene dal Paese. E’ molto insolito, che il 20% della popolazione di un Paese venga fortemente colpia da un singolo evento come questo … Le Bahamas non hanno mai visto nulla di simile. Il disastro recente più simile è stata la distruzione pressoché totale dell’isola caraibica di Dominica, da parte dell’uragano Maria, nel 2017. E’ vero che il numero di persone, data la portata generale delle emergenze che affrontiamo in tutto il mondo, non è così grande come in altri luoghi, ma un disastro di proporzioni così epiche in un singolo Paese e in un solo incidente è molto insolito».
Il segretario generale dell’Onu António Guterres si è detto molto preoccupato per «La terribile devastazione e per le di migliaia di persone colpite a Grand Bahamas e ad Abaco. Porgo le mie condoglianze alle famiglie di coloro che hanno perso la vita nel disastro e auguro una pronta guarigione ai feriti. Le Nazioni Unite stanno sostenendo gli attuali sforzi di salvataggio e soccorso guidati dal governo e stanno contribuendo con team di valutazione che si uniranno agli ad altri schierati nelle aree interessate. Le persone che hanno perso tutto hanno urgentemente bisogno di un riparo, di acqua potabile sicura, cibo e medicine. Invito i donatori a fornire finanziamenti di emergenza per la risposta umanitaria e i lavori di ripristino».