Venezia, l’equilibrio precario del Mose
Un sistema che a lungo termine avrà grossi problemi di sostenibilità e ambientali
[16 Aprile 2024]
Dopo numerosi ritardi e vicessitudini giudiziarie, Venezia si è dotata del MoSE (Modulo Sperimentale Elettromeccanico, un sistema di barriere mobili contro le maree e il nuovo studio “Boon and burden: economic performance and future perspectives of the Venice flood protection system“, pubblicato su Regional Environmental Change da un team internazionale di ricercatori guidato da Carlo Giupponi del dipartimento di economia dell’università Ca’ Foscari di Venezia e della Fondazione Eni Enrico Mattei, esamina la fattibilità economica delle operazioni del MoSE alla luce dell’eventuale evoluzione futura dell’innalzamento del livello del mare, prendendo in considerazione i costi e i benefici delle chiusure del MoSE sul settore economico e residenziale di Venezia e la sua zona portuale.
Una delle autrici dello studio, Margaretha Breil della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti climatici – Cmcc, che ha contribuito all’impostazione generale della ricerca e alle valutazioni riguardanti l’ambiente costruito, spiega che «Le simulazioni sono state condotte considerando due scenari dell’aumento del livello del mare da ora fino alla fine del secolo. Lo studio affronta gli aspetti esclusivamente economici di questa infrastruttura molto controversa, coprendo una parte importante della sua sostenibilità a lungo termine. Allo stesso tempo, indica anche la necessità di indagare e prepararsi per ulteriori interventi che garantiscano un futuro sostenibile per la città di Venezia e la sua laguna, sulla base di scenari di aumento del livello del mare a medio e lungo termine».
I risultati dello studio suggeriscono che «A breve termine, i benefici economici superano ampiamente i costi degli investimenti nella manutenzione degli edifici e le perdite di entrate per il porto derivanti dalle chiusure degli ingressi della laguna a causa delle chiusure del sistema MoSE. Tuttavia, a medio e lungo termine, l’aumento del numero di chiusure dovute all’aumento del livello del mare comporta gravi sfide per la sostenibilità dell’infrastruttura».
Alla Fondazione CMCC avvertono che «Lo studio è stato limitato alla dimensione economica dei costi e dei benefici. Tuttavia, le chiusure molto frequenti avranno anche gravi impatti sulla qualità degli ecosistemi lagunari, che devono essere presi in considerazione. Questi risultati indicano la necessità di una revisione e un’integrazione più forte delle strategie di salvaguardia della città, incluso l’aumento del livello di chiusura del MoSE, ufficialmente fissato a 110 cm, e altri interventi coordinati, come il consolidamento del sistema fognario».