Verso il piano di adattamento ai cambiamenti climatici di Roma
Le soluzioni perché la capitale si doti di strumenti tempestivi ed efficaci. La ricerca scientifica ad alta risoluzione del CMCC
[18 Gennaio 2023]
Il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha aperto oggi la prima conferenza verso il piano di adattamento climatico. Roma, tra l’altro, è una delle nove città italiane che prendono parte alla Missione europea “100 climate-neutral and smart cities by 2030″. Il contrasto ai cambiamenti climatici è un impegno è al centro delle priorità di intervento di Roma Capitale, dalla mobilità sostenibile all’efficienza energetica, dalla chiusura del ciclo dei rifiuti alla forestazione urbana, e in particolare in molti progetti finanziati dal Pnrr e nelle opere di preparazione al Giubileo.
Il sindaco Gualtieri ha sottolineato che «Il piano di adattamento della città di Roma vedrà un forte coinvolgimento di enti di ricerca, istituzioni scientifiche e università, per comprendere al meglio i cambiamenti in corso nel territorio di Roma e individuare così le azioni più urgenti – e le rispettive aree in cui realizzarle – per ridurre l’impatto degli eventi estremi e organizzare al meglio la protezione e il supporto nei confronti di cittadine e cittadini, a partire dai più fragili. Il lavoro sarà portato avanti con una forte collaborazione istituzionale, a livello nazionale ed europeo: con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nella cornice del piano nazionale di adattamento che prevede una stretta cooperazione con gli Enti Locali; e con la Commissione Europea, che da tempo ha posto l’adattamento climatico come obiettivo prioritario. Roma Capitale è la prima città europea a candidarsi al programma del finanziamento del Technical Support Instrument della Commissione sul tema dell’adattamento climatico, con un progetto per intervenire nei quartieri di Roma dove sono più pesanti le conseguenze sanitarie delle ondate di calore, in particolare per le persone più anziane ed economicamente fragili».
Il Sindaco di Roma ha ricordato che «I cantieri per rendere la città più sicura, resiliente e vivibile sono già in corso, e con il Piano si andranno ad ampliare e dettagliare. Diversi sono infatti i progetti fondamentali per rispondere da subito alla sfida climatica. Come il raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, finanziato dal Pnrr per mettere in sicurezza la fornitura di acqua per la Capitale; il piano per la forestazione urbana, con il quale si punta a mettere a dimora un milione di alberi; le azioni coordinate di pulizia delle caditoie, a partire dalle zone a più forte rischio di allagamento; la definizione di regole per la progettazione delle strade e dello spazio pubblico che puntino su materiali innovativi, permeabilità dei suoli e uso del verde per ridurre l’effetto “isola di calore urbana”, oltre che la realizzazione dei 5 progetti specifici di adattamento già finanziati dal Ministero dell’Ambiente per oltre 5 milioni di euro, da realizzare in diversi Municipi della città.
Dopo questa prima importante tappa pubblica, proseguirà il lavoro per la definizione del Piano di adattamento climatico, in un percorso che oltre alle realtà scientifiche coinvolgerà cittadine e cittadini, associazioni, attori economici e sociali, in un’ottica di rigenerazione e per rendere la città sempre più vivibile, moderna, sostenibile e giusta».
Durante l’incontro è stato presentato il percorso che il Comune intende intraprendere per la predisposizione del piano e si è aperto il confronto sui progetti in corso e sulle priorità di azione individuate con enti di ricerca e istituzioni.
La conferenza è servita a fare il punto sui cambiamenti climatici, approfondire le sfide aperte per la messa in sicurezza di infrastrutture e spazi della città, raccontare le azioni già in corso e il percorso della Capitale verso il piano di adattamento che fisserà priorità di intervento e risorse.
Due le sessioni: “La risorsa acqua: le nuove sfide climatiche e i progetti in corso”, alla quale ha partecipato Ornella Segnalini, assessore ai lavori pubblici di Roma Capitale, e “Il caldo in città: il ruolo della forestazione e le strategie di adattamento degli spazi pubblici” con gli interventi di Sabrina Alfonsi, Assessora allʼAmbiente di Roma Capitale, e di Pierluigi Sanna, vicesindaco della Città Metropolitana di Roma.
Ad aprire l’appuntamento sono stati gli interventi del Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Diversi i temi affrontati, da una panoramica sugli scenari climatici per lʼItalia e il Mediterraneo a un focus specifico sui rischi e le strategie per l’adattamento di Roma, coordinato dal Direttore dell’Ufficio Clima di Roma Capitale Edoardo Zanchini. Sono intervenuti anche Mario Nava, Direttore generale per il sostegno alle riforme strutturali della Commissione Europea, il Sottosegretario all’ambiente e alla Sicurezza Energetica Claudio Barbaro, l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Legambiente – Osservatorio Città Clima sugli impatti dei cambiamenti climatici, del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) e del Centro Interuniversitario “Biodiversità, Servizi Ecosistemici e Sostenibilità” (CIRBISES) de La Sapienza.
«Roma – è stato ricordato durante il convegno – ha visto aumentare la temperatura media di 2 gradi negli ultimi 50 anni e ha il numero più alto di impatti da eventi estremi registrati nelle città italiane tra il 2010 e il 2022. Per questo, l’Amministrazione della Capitale sta accelerando sempre più il suo impegno per definire un piano che permetterà di dare coerenza ai vari interventi su questi temi, con l’obiettivo primario di proteggere la vita delle persone con azioni di prevenzione, allerta e protezione civile. Allo stesso tempo, la sfida dei cambiamenti climatici verrà colta per ripensare il modo di progettare e gestire gli spazi urbani e le infrastrutture, rendendo la città più vivibile, più sicura e più bella».
Le ricerche del CMCC consentono di avere una conoscenza dettagliata degli scenari climatici riferiti alle realtà urbane e quindi di mettere a disposizione delle città informazioni utili a definire strategie e piani di adattamento ai cambiamenti climatici in base alle diverse esigenze delle diverse realtà urbane. Paola Mercogliano, che al CMCC dirige la ricerca che sviluppa e utilizza modelli climatici ad alta risoluzione applicati anche alla realizzazione di piani di adattamento per le città, ha spiegato che «L’analisi del rischio climatico per sei città italiane raccoglie esempi di questa conoscenza avanzata che è a disposizione di decisori e cittadinanza. “I cambiamenti climatici in ambiente urbano sono un’emergenza che stiamo vivendo in pieno. Per affrontare quest’emergenza e gestirla con soluzioni efficaci è indispensabile avere dati scientifici molto dettagliati che ci consentano di conoscere al meglio le condizioni del clima in città oltre ai settori e ai contesti sociali che sono maggiormente vulnerabili agli effetti del clima. La ricerca del CMCC in questo ambito lavora per produrre informazioni sempre più precise e che siano sempre più utilizzabili a vantaggio delle città, delle amministrazioni che governano e pianificano la transizione e delle persone che le abitano». Per fare un esempio concreto, il CMCC sviluppa analisi su quanti benefici si ottengano sostituire aree cementificate con aree verdi, riducendo così gli impatti negativi dello stress termico provocato dalle ondate di calore.
Monia Santini, direttrice della ricerca CMCC sugli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi, ha concluso: «Questa è una situazione che si inserisce in un contesto nazionale e globale che va nella stessa direzione. I cambiamenti climatici sono in atto, il 2022 ha fatto registrare dei record di temperatura a livello globale, mentre gli ultimi otto anni sono stati i più caldi degli ultimi settant’anni. In Italia, la scorsa estate si sono osservate situazioni di stress termico molto intenso e tutti gli indicatori climatici per il futuro ci dicono che il territorio nazionale deve prepararsi ad affrontare impatti in alcuni casi molto severi, mentre le misure di adattamento sviluppano benefici in molteplici settori dei sistemi socioeconomici».