I risultati dell’indagine commissionata da Greenpeace
Aziende del settore fossile sui social network, Harvard: due terzi dei post sono greenwashing
Supran: «I social media sono la nuova frontiera dell'inganno e dei tentativi di ritardare gli interventi contro la crisi climatica»
[21 Settembre 2022]
Dopo aver analizzato oltre 2.300 post delle principali compagnie europee del settore fossile – attive nei comparti oil&gas ma anche auto motive ed aviazione – su Twitter, Instagram, Facebook, TikTok e YouTube, lo studio Tre sfumature di green(washing) realizzato dall’Università di Harvard su commissione di Greenpeace Olanda mostra che nei due terzi dei casi (67%) si tratta di greenwashing.
Le aziende in questione – fra cui figurano anche Eni e alcuni marchi automobilistici italiani del gruppo Stellantis – restano fra i principali responsabili dell’emergenza climatica che stiamo vivendo, ma questa sembra una consapevolezza molto lontana dalla loro attività di comunicazione sui social network.
Dei post analizzati, uno su cinque si serve di temi come lo sport, la moda o cause sociali di varia natura per distogliere l’attenzione del pubblico dalle responsabilità climatiche delle aziende. Il settore automobilistico è il più attivo nella comunicazione sui social, ma appena un annuncio su cinque pubblicizza un prodotto, tutti gli altri servono solo a dare un tocco di verde al brand aziendale.
«I social media sono la nuova frontiera dell’inganno e dei tentativi di ritardare gli interventi contro la crisi climatica – spiega il principale autore dello studio, Geoffrey Supran – I nostri risultati mostrano che, mentre l’Europa stava vivendo l’estate più calda mai registrata, alcune delle aziende maggiormente responsabili del riscaldamento globale si sono ben guardate dal parlare di crisi climatica e hanno invece sfruttato i social media per posizionarsi strategicamente come marchi sostenibili, innovativi e attenti alle cause sociali».
Per fermare il greenwashing delle aziende fossili, Greenpeace sostiene, insieme a più di trenta organizzazioni internazionali, una Iniziativa dei cittadini europei (Ice) per vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende legate ai combustibili fossili.
Se entro ottobre la petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti” raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione europea sarà obbligata a discutere una proposta di legge per mettere fine alla propaganda delle aziende inquinanti che alimentano la crisi climatica.