Nonostante la pandemia, il cambiamento climatico resta sul podio della disinformazione
Pubblicato il primo report mensile sulla disinformazione in Italia a cura dell’Italian digital media observatory, un’iniziativa co-finanziata dall’Ue
[27 Dicembre 2021]
L’Italian digital media observatory (Idmo) ha pubblicato il primo report mensile sulla disinformazione in Italia, dando il là a un progetto di respiro europeo (l’Edmo) e co-finanziato dall’Ue, incentrato sull’analisi dei social media.
In questo primo report incentrato sul mese di novembre, i dati sono stati raccolti da cinque progetti editoriali italiani (BlastingNews, Bufale.net, Facta, Open, Pagella Politica): i fact-checkers che hanno pubblicato contenuti di verifica dei fatti hanno diffuso a novembre 2021 un totale di 198 articoli di fact-checking. Di questi, 115 (cioè il 58%) hanno avuto per oggetto casi di disinformazione riguardanti la pandemia di Covid-19; altri 25 (12,6%) erano incentrati sulla politica italiana mentre 6 (il 3%) vedevano come protagonista il cambiamento climatico, a chiudere il podio delle bufale.
Come dettagliano dall’Idmo, attingendo agli studi dell’omologo europeo Edmo, le storie false più diffuse nell’Unione europea a novembre sono state quattro: vecchie foto e vecchi video di manifestazioni e celebrazioni, decontestualizzati e accompagnati da didascalie false, per mostrare enormi manifestazioni in Austria contro il lockdown e le altre misure restrittive collegate alla pandemia; la pandemia è stata pianificata e lo dimostrerebbe che un documento che contiene un calendario di quando saranno diffuse le nuove varianti del Covid-19. Il documento contiene i loghi dell’Oms, della Gates Foundation, della Johns Hopkins University e del World economic forum; Thomas Jendges, amministratore delegato della Chemnitz Clinic, si è suicidato lasciando una lettera in cui parla della vaccinazione contro il Covid-19 come di un “genocidio”; l’Istituto superiore di sanità (Iss) italiano ha rivisto al ribasso la stima del numero delle persone decedute per Covid-19, passando da più di 130 mila a meno di 4mila.
Un pacchetto di “notizie” eterogeneo ma che richiama l’attenzione – come del resto anche per quanto riguarda la disinformazione in ambito climatico – sulla necessità di affrontare le principali sfide che l’infodemia pone in termini di salute pubblica: bias cognitivi, camere dell’eco e polarizzazione, tutti temi su cui la ricerca scientifica italiana ha molto da poter dire.