Bandire la poverofobia come il razzismo e il sessismo (VIDEO)
La poverofobia è ormai saldamente radicata nelle istituzioni pubbliche e private
[2 Novembre 2022]
Secondo il nuovo rapporto “Extreme poverty and human rights – Banning discrimination on grounds of socioeconomic disadvantage: an essential tool in the fight against poverty” consegnato al segretario generale dell’Onu António Guterres dal relatore speciale sull’estrema povertà e i diritti umani, Olivier De Schutter, « La “poverofobia” – atteggiamenti e comportamenti negativi nei confronti delle persone che vivono in povertà – è tanto pervasiva, tossica e dannosa quanto il razzismo, il sessismo e altre forme di discriminazione e come tale dovrebbe essere trattata».
Presentando il suo rapporto all’Assemblea generale dell’Onu, De Schutter ha ricordato che «Le persone vengono stereotipate e discriminate solo perché sono povere. Questo è francamente disgustoso e una macchia per la nostra società. Dato che l’aumento globale dei prezzi dell’energia e del cibo getta milioni di persone nella povertà, devono essere protette non solo dagli orrori della povertà, ma anche dall’umiliazione e dall’esclusione causate dal flagello del povertà».
Mentre in Italia impazza il dibattito sull’abolizione/sostituzione del reddito di cittadinanza e dintorni, il relatore speciale dell’Onu ha invitato i governi di tutto il mondo a rivedere urgentemente le loro leggi contro la discriminazione, oltre a prendere in considerare un’azione proattiva «Pro-poveri, per garantire che la poverofobia venga spazzata via. La convinzione pericolosamente malriposta che le persone che vivono in povertà siano responsabili della loro condizione, e quindi in qualche modo socialmente inferiori, ha sulla società una forte presa e non scomparirà da sola. E’ giunto il momento che la legge intervenga per vietare la discriminazione per motivi socio-economici, come hanno già fatto molti Paesi per razza, sesso, età o disabilità».
Il rapporto rileva che «La poverofobia è ormai saldamente radicata nelle istituzioni pubbliche e private, in gran parte perché le posizioni decisionali tendono a essere ricoperte da coloro che provengono da ambienti a reddito più elevato, distorcendo il sistema contro le persone in povertà» e descrive dettagliatamente casi in cui ai bambini di famiglie a basso reddito è stato negato l’accesso a determinate scuole, i datori di lavoro hanno giudicato i curricula vitae più duramente quando l’indirizzo suggerisce che la persona vive in povertà e i proprietari si sono rifiutati di affittare appartamenti agli inquilini che ricevono benefit sociali. Anche dei giudici hanno emesso sentenze più dure basate su stereotipi anti-poveri.
Lo studio denuncia che «Gli stereotipi negativi nei confronti delle persone a basso reddito sono diffusi anche nei servizi sociali, dove le persone che richiedono prestazioni sociali hanno riferito di essere state trattate con sospetto e disprezzo. Di conseguenza, milioni di dollari in benefici non vengono reclamati, con potenziali beneficiari che preferiscono evitare l’umiliazione di presentare la domanda. Questa è una delle ragioni principali della mancata acquisizione dei diritti, che sta indebolendo gravemente i programmi di protezione sociale nel mondo».
De Schutter ha concluso: «La povertà non sarà mai eradicata se la poverofobia può degenerare, limitando l’accesso all’istruzione, all’alloggio, all’occupazione e ai benefici sociali per coloro che ne hanno più bisogno. Il mondo si sta finalmente rendendo conto delle ingiustizie del razzismo, del sessismo e di altre forme di discriminazione e sta mettendo in atto leggi per impedire loro di distruggere la vita delle persone. La poverofobia è un affronto ai diritti umani, non ha posto in questo mondo e deve essere trattata altrettanto seriamente».