Cese: nuove linee guida Ue per un’alimentazione sostenibile per ecosistemi e persone

La base per un'etichettatura che tenga conto anche degli aspetti ambientali e sociali

[5 Marzo 2019]

Il parere di iniziativa del Comitato economico e sociale europeo (Cese) sul tema “Promuovere un’alimentazione sana e sostenibile nell’Ue”, evidenzia che «L’alimentazione svolge un ruolo centrale nella vita delle persone, e questo tema va affrontato tanto dal punto di vista nutrizionale e sanitario quanto sotto il profilo ambientale, economico, sociale e culturale» e per facilitare questo approccio globale, il Cese chiede «L’introduzione di nuove linee guida per un’alimentazione sostenibile».

Maurizio Reale, presidente della sezione agricoltura, sviluppo rurale, ambiente (NAT) del Cese, spiega: «Promuovere un’alimentazione sana e sostenibile è importante nell’ottica di una politica alimentare globale dell’Ue. Elaborando linee guida per un’alimentazione sostenibile e introducendo sistemi di etichettatura chiari, compresa l’etichettatura di origine, che tengano conto delle differenze culturali e geografiche tra gli Stati membri e al loro interno, si darebbero indicazioni più chiare alle aziende agricole, ai trasformatori, ai dettaglianti e ai servizi di ristorazione. Anche il sistema agroalimentare si avvantaggerebbe di un quadro nuovo e più trasparente per produrre, trasformare, distribuire e vendere alimenti più sani e più sostenibili a prezzi più equi»

Siamo nel “Decennio d’azione sulla nutrizione” dell’Onu, istituito per evidenziare «La necessità di rimodellare il sistema alimentare per arrivare a regimi alimentari più sani e migliorare il modo di alimentarsi». Per il Cese «I tempi sono maturi per accelerare un cambiamento di paradigma verso un’alimentazione più sana e sostenibile: i dati in tal senso sono sempre più numerosi e convincenti. Un’alimentazione inadeguata è la causa principale di morte prematura e di malattie prevenibili in Europa, e coloro che, a causa dell’aumento delle disuguaglianze, hanno un basso reddito tendono a seguire i regimi alimentari peggiori. La produzione e il consumo di alimenti hanno un forte impatto ambientale in termini di emissioni di gas a effetto serra, perdita di biodiversità, inquinamento delle acque e del suolo ecc. Tuttavia, proprio i sistemi alimentari possono essere la fonte del ripristino di tali risorse e di una maggiore resilienza, se gli alimenti vengono coltivati, trasformati e consumati in modo diverso».

Il relatore del parere d’iniziativa, Peter Schmidt, ricorda che «Quello che mangiamo incide sulla nostra salute e sul pianeta. Abbiamo bisogno di politiche volte a promuovere un’alimentazione più sostenibile e sana, ed occorre mettere a punto delle linee guida per un’alimentazione sostenibile. Si tratta di un passo essenziale per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sdg) e attuare l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. La scienza ha cominciato a ridefinire quello di cui abbiamo bisogno nel XXI secolo: un’alimentazione sostenibile da sistemi alimentari sostenibili. Adesso la politica deve affrontare tale sfida. L’attuazione degli Sdg offre l’opportunità di modificare il consumo e la produzione degli alimenti nel senso di una maggiore sostenibilità e una maggiore attenzione alla salute».

Come già richiesto dal Cese in un precedente parere, «Un approccio sostenibile richiede una prospettiva a lungo termine e lo sviluppo di una politica alimentare globale dell’Ue. Quasi tutti i Paesi hanno linee guida nutrizionali o alimentari ufficiali, che contengono raccomandazioni ben note, come mangiare meno sale, consumare un dato numero di porzioni di frutta e verdura o una certa quantità di pesce ecc. Adesso, considerate l’ampiezza e la rilevanza dei dati che dimostrano l’impatto ambientale dell’alimentazione, appare logico includere nei consigli alimentari criteri più ampi».

Per elaborare orientamenti basati su dati concreti, il Cese propone la creazione di un gruppo di esperti, composto di professionisti e scienziati dei settori della nutrizione, della salute pubblica e delle scienze alimentari, ambientali e sociali.

Schmidt  conclude: «Le linee guida per un’alimentazione sostenibile dovrebbero costituire la base per un’etichettatura più completa dei prodotti alimentari, che tenga conto anche degli aspetti ambientali e sociali. Ciò dovrebbe migliorare la trasparenza e dissuadere dall’uso di materie prime inutilmente a buon mercato, come gli acidi grassi trans e l’olio di palma, oppure lo zucchero in eccesso, che sono, al tempo stesso, poco sane e non sostenibili. Dobbiamo fare in modo che i consumatori apprezzino il valore reale degli alimenti. Le linee guida per un’alimentazione sostenibile fornirebbero anche criteri comuni e chiari da utilizzare negli appalti pubblici. Nel parere il CESE chiede che vengano stabiliti dei criteri espliciti e più ambiziosi in materia di sostenibilità alimentare da includere negli appalti pubblici verdi e che vengano rimossi gli ostacoli normativi. In particolare, le norme in materia di concorrenza dovrebbero essere adattate in modo da favorire l’economia locale invece di ostacolare la sostenibilità».