Future Consumer Index: il 65% presterà più attenzione all’impatto ambientale dei consumi
Maggiore attenzione anche al riciclo (56%) e al risparmio di acqua (41%)
[29 Gennaio 2024]
La 13esima edizione dell’EY Future Consumer Index ha sondato le opinioni di oltre 22.000 persone in tutto il mondo di cui 500 in Italia e i suoi risultati delineano i principali cambiamenti nei comportamenti dei consumatori dopo l’aumento dell’incertezza geopolitica ed economica a livello globale.
Y evidenzia che «Infatti, il 91% dei consumatori italiani è preoccupato per la propria condizione economica, e l’81% è preoccupato in maniera più ampia per l’economia del Paese. In generale tra le preoccupazioni maggiori degli intervistati troviamo per il 75% l’aumento dei prezzi di elettricità, gas e acqua, e per il 73% l’incremento dei prezzi di beni alimentari e i carburanti; seguono al secondo posto i temi legati alla salute, il 62% ritiene che i costi per accedere ad una sanità di qualità siano troppo alti».
Oltre alle incertezze economiche, tra le scelte che hanno influenzato di più i consumi, ci sono «Le crescenti pressioni inflazionistiche e il cambiamento climatico, che stanno spingendo i consumatori italiani a cambiare i loro stili di vita, modificando di conseguenza i loro modelli di spesa, e adottando comportamenti più sostenibili che li aiutano a risparmiare denaro. Tra questi, il 76% degli intervistati sarà più cauto riguardo alle spese, e oltre il 38% degli italiani pianifica di trascorrere più tempo a casa in futuro, in ottica di risparmio».
Stefano Vittucci, consumer products and retail sector leader di EY in Italia, commenta: «“Le crescenti tensioni geopolitiche, l’inflazione e le perturbazioni economiche, stanno spingendo i consumatori a rivedere le loro priorità di consumo, prestando maggiore attenzione ai prezzi e focalizzandosi sui beni primari, infatti, come conseguenza di ciò oltre il 50% degli italiani dichiara che taglierà gli acquisti di prodotti non essenziali. Questo sta indirettamente portando ad azioni più sostenibili, riducendo il cibo e lo spreco alimentare (94%), cercando di riparare le cose piuttosto che sostituirle (75%), prestando più attenzione al riciclo (56%) e al risparmio di acqua (41%). In questo contesto, le aziende si trovano a dover rispondere ad una richiesta di prodotti più convenienti e focalizzati su qualità, aspetti salutistici e di sostenibilità».
Il 75% dei consumatori ha ridotto l’acquisto di oggetti fisici soprattutto per risparmiare, ma il 43% anche per aiutare l’ambiente. Tra le categorie per le quali prevedono di spendere meno ci sono accessori moda (66%), abbigliamento e calzature (53%), giocattoli e gadget (49%), elettronica di consumo (48%), ma anche bellezza e cosmesi (47%), mobili per la casa (43%) e autoi (40%).
Dopo il fattore economico-finanziario, al secondo posto tra le priorità dei consumatori c’è la salute fisica e mentale. Secondo EY, «Lo stress legato alla situazione economica e le preoccupazioni rispetto allo scenario internazionale inducono ad una maggiore attenzione delle persone verso la propria salute personale, con conseguente richiesta di cibi più salutari».
Il 67% degli italiani dichiara che sarà più consapevole e cauto rispetto alla propria salute mentale, e il 43% la monitorerà con app o dispositivi smart. Ma l’EY Future Consumer Index fa notare che «Allo stesso tempo però la crescente dipendenza dalla tecnologia per la gestione della salute sta anche portando ulteriore stress, a causa del tempo prolungato trascorso davanti allo schermo che genera una paura continua di perdersi qualcosa. Per rimediare il 31% dichiara di limitare le notifiche sui dispositivi per determinati periodi di tempo, e il 20% ha rimosso le app dei social media dal proprio telefono».
Ad Ey evidenziano che «Quello che emerge dall’ultima indagine è che i consumatori continuano a dare priorità alla vita a casa, facendo sforzi per risparmiare sui costi e concentrandosi su qualità del prodotto e rapporto qualità-prezzo. Ne consegue che, guardando alle modalità di acquisto, i consumatori si stanno spostando di nuovo verso l’online a livelli simili a quelli della pandemia: il 39% predilige gli acquisti online (durante la pandemia la percentuale si attestava intorno al 40%), il 50% fa acquisti sia online sia in store, e solo l’11% preferisce l’esperienza in store».
L’EY Future Consumer index ha anche indagato la fiducia dei consumatori nei confronti dell’Intelligenza Artificiale e ne è venuto fuori qualcosa di abbastanza sconcertante sia per percezione che per affidabilità: «Il 68% dichiara di avere una buona conoscenza dell’IA e del suo utilizzo, mentre l’area dove vi si riconosce maggiore affidabilità è quella legata alla comprensione delle abitudini di consumo, infatti, il 73% dei consumatori ha fiducia nelle offerte e promozioni su misura proposte dall’IA».
Per quanto riguarda la sostenibilità, i, rapporto sottolinea che «Continua ad accelerare l’interesse dei consumatori, spinti anche dal cambiamento climatico che sta sconvolgendo le abitudini di consumo di lunga data. I consumatori sono sempre più sostenibili -il 65% presterà maggiore attenzione all’impatto ambientale legato ai consumi- e consapevoli del loro impatto ambientale (il 63% si aspetta che il cambiamento climatico peggiorerà nei prossimi 6 mesi), stanno quindi cambiando i loro comportamenti di acquisto adattandoli al nuovo contesto. Il 75% cerca di riparare le cose piuttosto che sostituirle, il 61% porta borse riutilizzabili durante lo shopping e la spesa, il 56% ricicla i prodotti dopo l’uso e il 41% cerca di risparmiare l’acqua. Inoltre, il 46% dei consumatori prima di passare ad un nuovo prodotto fa più attenzione alle scelte sostenibili del brand (tra le quali, meno imballaggi e ingredienti migliori)».
Anche le aziende stanno rispondendo creando nuovi prodotti o riformulando quelli esistenti per renderli più sani e sostenibili, tuttavia i prezzi elevati dei prodotti sostenibili sono ancora un deterrente per l’acquisto (62%). sociali e ambientali positivi, affiancando le aziende in questo ruolo chiave per garantire un futuro più sostenibile (per il 75% dei rispondenti).
Percezioni e comportamenti che si scontrano con quello che sembra l’appoggio della maggioranza dell’opinione pubblica a iniziative che vanno in tutt’altra direzione come quelle in difesa dell’agricoltura energivora, inquinante e mal-sussidiata e nel voto a forze politiche che hanno programmi che vanno in tutt’altra direzione. Una contraddizione tra quel che si pensa e si fa e quel che si vorrebbe e quel che non riusciamo ad abbandonare che è il vero nodo politico dell’epoca che stiamo vivendo. a cavallo tra un nuovo conservatorismo reazionario e la necessità di cambiare paradigma di produzione e consumo per garantirci un futuro vivibile e sostenibile.