Il tempo libero creativo potrebbe derivare da pasti abbondanti che possono essere condivisi

La rischiosa strategia di ricerca del cibo che ha reso gli esseri umani diversi dalle grandi scimmie

Siamo estremamente famelici e inefficienti, ed è così che ci siamo evoluti per 2 milioni di anni

[14 Gennaio 2022]

Secondo lo studio “The Energetics of Uniquely Human Subsistence Strategies” pubblicato recentemente su Science  da un team internazionale di ricercatori, il fatto che  – almeno nei Paesi sviluppati –  gli esseri umani possono avere attualmente comodamente a disposizione cibo abbondante, non sarebbe stato possibile se i nostri lontani non avessero adottato una strategia inefficiente ad alto rischio e d energeticamente dispendiosa per trovare il cibo.

I ricercatori dicono che i primi cacciatori umani «Spendevano più energie nella ricerca del cibo rispetto ai loro cugini, le grandi scimmie, ma portavano a casa pasti molto più ricchi di calorie che potevano essere condivisi con il resto del loro gruppo». Questa strategia permetteva ad alcuni esseri umani di riposarsi o di dedicarsi ad altri compiti mentre altri s procuravano il cibo.

Ino dei leader del team di ricerca, Herman Pontzer del Department of evolutionary anthropology, della Duke University e del Duke Global Health Institute, spiega che «La caccia e la raccolta sono rischiose e inefficienti, ma il tasso di rendimento è enorme. Possiamo condividere il nostro cibo e, poiché abbiamo così tante calorie prima di mezzogiorno, possiamo stare insieme in questo nuovo spazio, uno spazio per il tempo libero».

Gli esseri umani consumano molta più energia delle grandi scimmie. Abbiamo cervelli grandi che divorano molte calorie, viviamo a lungo, possiamo avere gravidanze lunghe che producono bambini grossi e che fanno affidamento sugli adulti per molto tempo. Per scoprire come gli esseri umani hanno ottenuto questa energia extra, il team ricercatori guidato da Pontzer  e da Thomas Kraft, un antropologo dell’università dellaCalifornia – Santa Barbara, del Max-Planck-Institut für evolutionäre Anthropologie e dell’università dell’Utah – Salt Lake City, ha confrontato i bilanci  energetici di gorilla, scimpanzé e oranghi allo stato selvatico con quelli degli Hadza, un popolo di cacciatori-raccoglitori della Tanzania, e con i Tsimane, raccoglitori-orticoltori boliviani. I cacciatori-raccoglitori africani e e gli orticoltori raccoglitori sudamericani si cibano entrambi cibo di  piante e animali selvatici, ma gli Tsimane producono anche raccolti su piccola scala.

Alla Duke University ricordano che «I bilanci energetici dipendono da quanta energia alimentare viene assorbita e da quanto tempo ed energia vengono spesi per procurarsi il cibo. Si pensava che gli esseri umani mantenessero il loro stile di vita energeticamente costoso in due modi: potrebbero essere super efficienti, spendendo poco tempo ed energia per trovare cibo, in parte a causa dell’uso di strumenti e dei progressi tecnologici, oppure potrebbero spendere molta energia per portare a casa velocemente molto cibo, sacrificando l’efficienza energetica».

I ricercatori hanno scoperto che sia i cacciatori-raccoglitori della Tanzania che gli orticoltori raccoglitori boliviani sono raccoglitori inefficienti e ad alta intensità energetica. E li  paragonano a un camioncino pieno di benzina che porta a casa un sacco di ciambelle: «Spendono molta più energia per procurarsi il cibo rispetto alle grandi scimmie, ma lo fanno più velocemente e il cibo che ottengono è ricco di calorie. Invece di ridurre al minimo i costi, corrono un rischio per massimizzare i loro guadagni».

Invece, scimpanzé, gorilla e oranghi sono come un’auto elettrica che porta a casa un cespo di lattuga e delle mele: «Sono essenzialmente erbivori e frugivori che mangiano pochissima carne, se non addirittura nulla. La loro strategia è a basso rischio e basse ricompense: il loro cibo è facile da trovare, ma è fibroso, a basso contenuto di energia e ci vuole molto tempo per averne abbastanza».

Gli Hadza e gli Tsimane mangiano cibi ipercalorici che sono più difficili da ottenere e consumano molte energie per cacciare, raccogliere, piantare e coltivare, ma possono portare a casa rapidamente un pranzo nutriente e abbastanza abbondante da poterlo condividere.

Secondo Pontzer, «La condivisione fornisce una rete di sicurezza, consentendo ad alcuni membri del gruppo di correre rischi, prendendo di mira la selvaggina grossa e altri alimenti ad alto rischio e ad alto rendimento. Se tornano a casa a mani vuote, cosa che fanno spesso, sanno che gli altri avranno qualcosa da condividere. La possibilità di condividere il cibo significa anche che alcuni membri del gruppo possono anche restare occasionalmente al campo, godendosi uno dei nostri beni più preziosi: il tempo libero. Questo leggero cambiamento nel modo in cui andiamo a procurarci il cibo ha fondamentalmente reso possibile tutto il resto».

Avere del tempo libero a disposizione consente ai membri del gruppo di comunicare su cose diverse rispetto al cibo. Consente la sperimentazione, l’apprendimento, la creatività, il gioco, la cultura.

Pontzer fa notare che «Essere collegati alla ricerca e alla condivisione di bombe energetiche era, ed è tuttora, una strategia vincente per i cacciatori-raccoglitori e i raccoglitori-orticoltori. Ma può anche essere insidioso per quelli come noi che hanno una dispensa piena di delizioso cibo altamente calorico. Siamo stati costruiti per cercare di ottenere molto cibo. Siamo estremamente famelici e inefficienti, ed è così che ci siamo evoluti per 2 milioni di anni. Questo non significa che oggi possiamo essere negligenti con la nostra energia e non significa che dobbiamo dire, “Beh, non c’è niente che possiamo fare al riguardo'”. Dobbiamo essere consapevoli di noi stessi e della nostra storia evolutiva».