Vendite in controtendenza con un +78% su maggio dello scorso anno

L’auto elettrica come il curioso caso di Benjamin Button: bicentenaria ma in fasce

L'aumento in percentuale corrisponde comunque a una quota nel settore di poche decine di migliaia di esemplari

[3 Luglio 2020]

La storia dell’auto elettrica sembra un po’ quella di Benjamin Button. Nata prima di quella a scoppio (1830) è diventata subito vecchia sul finire dell’800, ma a distanza di oltre un secolo è (da tempo) indicata come l’auto del futuro. La conferma arriva in tempi di Covid, o post Covid, con un aumento boom – ma in percentuale of course – delle vendite che fa sobbalzare sulla sedia: +78% a maggio 2020, su maggio 2019 (quando scrivevamo che piaceva a molti ma la compravano in pochi).

Il dato non è gonfiato, e lo fornisce Elettricità Futura presentando i dati alla Commissione 10^ Industria, commercio, turismo del Senato della Repubblica, sull’Affare assegnato n. 396 sul settore dell’automotive italiano e sulle implicazioni in termini di competitività conseguenti alla transizione alla propulsione elettrica. Siamo alla svolta? No! Perché – a parte le varie criticità legate alle batterie al litio – quel 78% del mese di maggio, scende al 53% sui primi sei mesi del 2020 e in termini di auto vendute effettive, ce lo chiarisce il sito specializzato vaielettrico: “le vetture ibride ed elettriche hanno fatto un altro passo in avanti, arrivando a sfiorare le 10 mila macchine immatricolate nel primo semestre 2020 (9.949, per la precisione)”. Per capire meglio la proporzione, se si esamina tutto il mercato, giugno è stato un mese fortemente negativo per la vendita di auto con motore “tradizionale”, ovvero sono state immatricolate “solo” 132.457 autovetture, con un calo del 23,1% rispetto allo stesso mese del 2019.

In questo contesto e con queste proporzioni, Elettricità Futura spiega che la proposta di Piano Energia e Clima pone obiettivi ambiziosi al 2030 per i veicoli elettrici e che dunque è importante promuovere lo sviluppo della mobilità elettrica privata e per il Trasporto Pubblico Locale prevedendo obiettivi chiari e vincolanti per lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, semplificando e uniformando a livello nazionale i processi di installazione dell’infrastruttura e la regolamentazione locale di accesso agli ambiti urbani, le politiche sulle ZTL, le agevolazioni sui parcheggi, ecc.

Sarà necessario, spiega sempre Futura in una nota, ridurre le componenti regolate delle tariffe per la fornitura di energia elettrica (per avvicinarli a quelli per la ricarica «privata domestica»): per i punti di ricarica pubblici (in bassa e media tensione), per i punti di ricarica presso box/garage separati dall’abitazione principale, per i punti di ricarica dedicati al Trasporto Pubblico Locale. Permettere infine un’ agevole procedura di cessione a terzi delle detrazioni fiscali legate agli interventi di acquisto e installazione del punto di ricarica. Elettricità Futura valuta quindi positivamente l’obiettivo di 6 milioni per il parco di veicoli elettrici in Italia al 2030, e indica quelle che per lei sono misure principali per raggiungere lo scopo:

  • Prevedere obiettivi chiari e vincolanti per lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica
  • Semplificare e uniformare a livello nazionale i processi di installazione dell’infrastruttura e rimuovere gli ostacoli burocratici/normativi
  • Semplificare ed armonizzare la regolamentazione locale di accesso agli ambiti urbani, le politiche sulle ZTL, le agevolazioni sui parcheggi, ecc.
  • Ridurre le componenti regolate delle tariffe per la fornitura di energia elettrica (per avvicinarli a quelli per la ricarica «privata domestica»): per i punti di ricarica pubblici (in bassa e media tensione), per i punti di ricarica presso box/garage separati dall’abitazione principale, per i punti di ricarica dedicati al Trasporto Pubblico Locale
  • Permettere un’agevole procedura di cessione a terzi delle detrazioni fiscali legate agli interventi di acquisto e installazione del punto di ricarica