Uno studio sul gradimento degli insetti edibili in Italia, Usa, Belgio, Cina e Messico
L’identikit del consumatore di insetti: uomo e giovane
Nei Paesi dove la predisposizione a includere gli insetti nella dieta è minore, ovvero Italia e Belgio, l’età più giovane è un fattore che predispone positivamente al consumo
[7 Febbraio 2023]
Lo studio “Consumers’ acceptance toward whole and processed mealworms: A cross-country study in Belgium, China, Italy, Mexico, and the US”, pubblicato su Plos One da un team di ricercatori dalle università di Pisa, Parma, Ghent, Cornell e Nanjing, ha tracciato l’identikit del consumatore più propenso ad accogliere gli insetti edibili nella propria dieta e il profilo è quello di un uomo giovane.
La ricerca è stata condotta attraverso un sondaggio realizzato a febbraio e marzo 2022 su un campione di circa 3.000 persone residenti in Belgio, Cina, Italia, Messico e Stati Uniti, con vari livelli di cultura gastronomica legata al consumo di insetti.
Uno degli autori dello studio, Simone Mancini del Dipartimento di scienze veterinarie dell’università di Pisa. Sottolinea che «Si tratta del primo studio che mette a paragone più Paesi in continenti diversi. Stiamo utilizzando i dati raccolti per ricerche e pubblicazioni ancora in corso, si tratta di materiale molto utile per chiunque si occupi di marketing in questo settore».
Dai risultati del sondaggio è emerso che «Il genere è il fattore principale che influenza il livello di accettazione, con il maggiore di rifiuto in Italia (circa 85% donne e 75% uomini) e il minore in Paesi come Messico (circa 46% donne e 15% uomini) e Cina (circa 62% donne e 50% uomini) dove l’entomofagia è culturalmente più accettata. Nei Paesi poi dove la predisposizione a includere gli insetti nella dieta è minore, ovvero Italia e Belgio, l’età più giovane è un fattore che predispone positivamente al consumo. Considerando infine tutti i cinque paesi, l’accettazione degli insetti trasformati, ad esempio nelle farine, è risultata sempre maggiore rispetto a quelli interi».
Forse aveva letto questo sondaggio la prima ministro Giorgia Meloni quando al recente comizio per le regionali del Lazio ha accusato l’Europa di volerci far mangiare insetti e farina di insetti…
Mancini conclude: «La maggiore propensione al consumo nella fascia di popolazione tra i 18 e i 41 anni rispetto agli over 42 potrebbe essere spiegata dalla curiosità dei più giovani verso il novel food e da una maggiore sensibilità rispetto ai temi legati alla sostenibilità alimentare n generale, per quanto riguarda il nostro Paese, i risultati in parte confermano che gli italiani sono meno pronti a inserire questi novel food nella loro dieta, ma denota anche come altri Paesi europei o occidentali abbiano già superato queste barriere e siano pronti a buttarsi sul mercato».