Brasile, da Karipuna l’appello all’Italia per difendere le terre indigene dal “Marco Temporal”
«Si boicottino dei prodotti brasiliani, perché molti di questi prodotti, come la carne, sono prodotti dal massacro dei popoli tradizionali»
[5 Giugno 2023]
Adriano Karipuna, leader indigeno del popolo Karipuna della regione brasiliana Rondonia, si è schierato pubblicamente contro il progetto di legge del “Quadro temporale” per la demarcazione delle terre indigene, approvato martedì scorso dalla Camera dei Deputati brasiliana.
«Voglio trasmettere alla comunità internazionale una grande preoccupazione rispetto al progetto anti-ambientalista che il potere legislativo di estrema destra sta approvando: il progetto di legge “Marco Temporal” 490. Questo progetto mette a rischio la vita dei popoli indigeni e la foresta dei popoli indigeni», sottolinea Adriano Karipuna, che da anni lavora con la campagna AMAzzonia di Cospe per la difesa dei diritti della foresta e dei popoli che la abitano.
Dopo il via libera della Camera dei Deputati, ancora ostaggio dei rappresentanti conservatori del governo Bolsonaro e della Lobby rurale (la bancada ruralistadei grandi proprietari terrieri, devono adesso esprimersi il Senato e poi la Corte suprema. Non è dunque troppo tardi per tornare indietro.
Attualmente la delimitazione e il riconoscimento delle terre indigene viene effettuata dalla Fondazione nazionale dei popoli indigeni (Funai) attraverso una procedura amministrativa che prevede criteri tecnici e legali; l’approvazione spetta al Presidente della Repubblica, con decreto, e poi avviene l’allontanamento degli occupanti non autoctoni e il pagamento delle indennità da parte della Funai.
Se invece passasse definitivamente la proposta di legge sul “Marco Temporal”, sarà richiesto agli indigeni di dimostrare la loro presenza fisica nella terra il giorno della promulgazione della Costituzione federale (5 ottobre 1988), stravolgendo così il concetto stesso dell’ancestralità della proprietà terriera da parte degli indigeni; una mossa in violazione della Costituzione, in particolare dell’articolo 231 in cui si parla esplicitamente dei diritti originari dei popoli indigeni e mette in discussione l’esistenza stessa di queste popolazioni, negando che in questi millenni tutti i popoli indigeni fossero presenti e si prendessero cura della biodiversità.
Non a caso anche l’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud America ha espresso la propria preoccupazione per l’eventuale approvazione definitiva del “Quadro temporale”. Il provvedimento rappresenterebbe una «grave battuta d’arresto» per i diritti delle popolazioni indigene e «contrario agli standard internazionali sui diritti umani».
Se approvato, in pratica, il progetto di legge intensificherebbe il conflitto nelle foreste brasiliane quanto la depredazione delle risorse naturali. Per questo, attraverso Cospe, Adriano Karipuna si rivolge alla comunità internazionale e a quella italiana in particolare
«Chiedo alla comunità internazionale e all´Italia – dichiara il leader indigeno – che faccia pressione sull’Itamaraty (ministero degli Affari esteri del Brasile, ndr) e che attraverso le varie ambasciate si faccia pressione sull’ambasciata brasiliana, affinché questo progetto non venga approvato. Chiedo anche che si boicottino dei prodotti brasiliani, perché molti di questi prodotti, come la carne, sono prodotti criminali, macchiati di sangue, prodotti dal massacro dei popoli tradizionali e indigeni».