Cittadinanza day per i figli invisibili dell’Italia
Rossella Muroni: «La riforma è indispensabile per il futuro del nostro Paese»
[13 Ottobre 2017]
Oggi è il Cittadinanza day promosso questo pomeriggio a Piazza Montecitorio dal movimento #ItalianiSenzacittadinanza e l’Italia sono anch’io per ribadire la necessità del voto immediato della riforma che introduce lo Ius soli temperato e lo Ius culturae. La società civile, insegnanti, genitori e alunni, tornano a manifestare insieme per trasformare Piazza Montecitorio nella Piazza della Cittadinanza, con laboratori creativi, flash mob, cori e palloncini tricolore per «ribadire la necessità del voto immediato della Riforma che introduce lo Ius soli temperato e lo Ius culturae».
#Italianisenzacittadinanza e a L’Italia sono anch’io dicono che «I rappresentanti di Senato e Governo devono dimostrare senso di responsabilità verso i bambini e le bambine che in Italia crescono, votando immediatamente la Riforma. Lo stesso premier Paolo Gentiloni ha recentemente definito quella sulla cittadinanza una Riforma di civiltà, impegnandosi ad approvarla entro l’autunno».
Secondo i promotori del Cittadinanza day, «E’ questo il momento per votare una legge che sancisce il principio che “chi cresce in Italia è italiano”, riconoscendo così la ricchezza interculturale dell’Italia di oggi, miglior antidoto alle preoccupanti derive razziste e ai discorsi d’odio. Basta giocare, per motivi elettorali, con le vite di quasi un milione di Italiani non riconosciuti tali (815mila alunni e alunne al 31 dicembre 2016, fonte Miur)».
Gli “Italiani e Italiane senza cittadinanza” si presentano così: «Abbiamo età diverse, nati nelle città italiane o all’estero, ma tutti cresciuti nel Belpaese. La maggioranza di noi va ancora alla Scuola pubblica italiana, ma una parte è all’Università o lavora. Siamo tutti Italiani con una sola particolarità: non abbiamo un documento che lo possa testimoniare. Siamo figli di una patria che non ci riconosce. L’obsoleta legge n. 91 del 1992 non rispecchia l’attualità della nostra Italia, ci rende difficile e talvolta impossibile acquisire la cittadinanza italiana e molti di noi vengono considerati stranieri nel proprio Paese, liquidati come “Italiani col permesso di soggiorno”. Ma non siamo stranieri né straniere. Siamo gli “Italiani e Italiane senza cittadinanza”, uniti nel chiedere una legge 91/92 più aperta verso noi “figli invisibili”».
All’iniziativa ha già aderito la rete degli “Insegnanti per la Cittadinanza”, che ha lanciato uno sciopero della fame cominciato il 3 ottobre e promosso iniziative nelle scuole in tutta Italia, e altre realtà del mondo della scuola.
La Campagna L’Italia sono anch’io per i diritti di cittadinanza a livello nazionale è promossa da : Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, CISL ANOLF, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, Comitato 1° Marzo, Comune di Reggio Emilia, Comunità di Sant’Egidio, Coordinamento Enti Locali Per La Pace, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Legambiente, Libera, Lunaria, Fondazione Migrantes, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 – Seconde Generazioni, Tavola della Pace, Terra del Fuoco, SEI, UIL, UISP e dall’editore Carlo Feltrinelli. La presidente nazionale di Legambiente, Rossella Muroni, ha sottolineato che «La riforma della legge sulla cittadinanza è indispensabile, per molte ragioni: di giustizia, di solidarietà, di riconoscimento dei diritti, di spirito umanitario ma anche per un motivo profondamente ambientalista. L’Italia si sta riempiendo di abitanti fantasma, ci sono più di 800.000 persone che aspettano questa nuova legge, che parlano la nostra lingua, che vivono consumano studiano lavorano in un territorio dove non hanno voce in capitolo e che è lo stesso che abitiamo noi. Il tema è diverso da quello degli arrivi di migranti, con cui si cerca scientemente di mischiarlo per confondere le acque e usare la paura dell’invasione a scopi elettorali. Se vogliamo che migliori la qualità dei nostri territori, sappiamo che questa passa attraverso la crescita della coesione sociale e della condivisione della cura. Oggi passa attraverso il riconoscimento della cittadinanza a questi nuovi italiani. Per il futuro del nostro Paese».