FacciamoECO chiede di istituire un servizio civile ambientale per costruire futuro sostenibile
Il ministro Cingolani: «E’ un ottima idea. Valutare come inserirlo nel Pnrr e nelle iniziative a esso correlate»
[31 Marzo 2021]
Presentando alla Camera la proposta di servizio civile ambientale, i deputati di FacciamoECO – Federazione dei verdi Andrea Cecconi, Lorenzo Fioramonti, Alessandro Fusacchia, Antonio Lombardo e Rossella Muroni, hanno sottolineato che «Grazie al programma Next Generation Eu abbiamo finalmente l’occasione di investire risorse importanti sulla conversione ecologica del Paese, su un’economia sostenibile, resiliente e innovativa, su una società più coesa a inclusiva. Ma abbiamo anche il dovere di utilizzare al meglio il Recovery. Una misura chiave in questa direzione è l’istituzione nel Piano nazionale di ripresa e resilienza di un Servizio Civile Ambientale per i giovani fino a 35 anni, per garantire contemporaneamente la tutela del territorio e una prospettiva concreta di formazione e lavoro per le nuove generazioni, da cui prendiamo in prestito i fondi del Recovery. Ed è proprio quanto proponiamo come FacciamoECO al ministro della Transizione Ecologica e al governo, dopo l’analogo appello in tal senso».
I deputati di FacciamoECO hanno ricordato che «L’Italia è un paese a forte rischio idrogeologico, dove avvengono i due terzi delle frane censite a livello europeo e dove una superficie grande quanto Lazio e Abruzzo insieme è a medio o alto rischio inondazione. Che affronta il rischio, ulteriormente aggravato dalla crisi climatica in atto, come fosse un’emergenza imprevedibile. Anziché continuare a spendere 3,5 miliardi l’anno in media per i danni, bisogna cambiare radicalmente approccio, iniziando a spendere meno e meglio grazie alla prevenzione. Un cambiamento strategico che garantisce ricadute positive su territorio e occupazione, di cui possono essere protagonisti i nostri giovani. Come evidenziato da Legambiente, infatti, 1 euro speso in prevenzione fa risparmiare fino a 100 euro in riparazione dei danni».
Cecconi, Fioramonti, Fusacchia, Lombardo e Muroni concludono: «Ecco perché proponiamo un Servizio Civile Ambientale come un percorso formativo e professionalizzante per giovani finalizzato alla manutenzione del territorio, al monitoraggio e all’aggiornamento di dati, alla formazione e divulgazione. Un servizio adeguatamente retribuito e declinato in attività coerenti con il Piano Nazionale per l’Adattamento al Cambiamento Climatico, quali la piantumazione di alberi, il rimboschimento di crinali e la messa in sicurezza il territorio. Con evidenti vantaggi in termini di assorbimento dell’anidride carbonica e delle acque piovane, stabilizzazione del suolo e mitigazione delle isole di calore. Un servizio per il bene comune che aiuterebbe anche a diffondere una cultura della prevenzione. Una misura con cui vinceremmo tutti: giovani, clima e territorio».
La risposta del ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani è arrivata quasi subito ed è positiva: «Ho letto e apprezzato la proposta di creare un servizio civile ambientale e l’appello bipartisan che mi è stato rivolto. È un’ottima idea: credo possa essere una valida occasione formativa e lavorativa per i giovani, un percorso professionalizzante per prepararli alle future sfide della transizione ecologica. È in corso una riflessione per valutare come inserirlo nel Pnrr e nelle iniziative a esso correlate. E’ una strada sicuramente da esplorare».