Greenpeace Dutschland pubblica documenti riservati dell’accordo Ue – Mercosur

Ecco come l’accordo tra Ue, Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay rischia di distruggere l’Amazzonia e il Pantanal

[9 Ottobre 2020]

Greenpeace Deutschland ha pubblicato oggi 58 pagine di documenti finora mai divulgati dell’accordo Unione europea – Mercosur e ricorda che «Sebbene parti dell’accordo commerciale Ue – Mercosur, che è incorporato nell’accordo di associazione, siano disponibili dal luglio 2019, il testo dell’accordo di associazione non è stato reso pubblico fino ad ora. Un maggiore accesso dell’opinione pubblica a questi documenti dell’accordo è essenziale per la democrazia e consentirà una partecipazione pubblica più equilibrata e trasparente di esperti, politici, società civile e media. La stessa Commissione europea ha spesso sottolineato l’importanza dei principi democratici e della trasparenza».

Il testo trapelato dell’Accordo di associazione è datato 18 giugno 2020 ed è firmato dall’Ue e dai 4 Paesi del Mercosur: Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. Il  testo completo può essere visualizzato sulla piattaforma trade-leaks.org. I documenti originali sono stati riscritti per proteggere le fonti di Greenpeace Deutschland che sottolinea: «Dovremmo essere preoccupati per ciò che è contenuto in questi documenti trapelati. Sappiamo cosa dobbiamo fare per prevenire una crisi climatica e il collasso della biodiversità: questo accordo ci porterebbe nella direzione opposta. Il testo trapelato dell’accordo di associazione conferma ancora una volta che la Commissione europea e gli Stati membri non intendono intraprendere le azioni necessarie per affrontare le crisi climatiche e della biodiversità».

Secondo quanto scoperto da Greenpeace Deutschland L’accordo Ue – Mercosur rivela quanto poco vale l’ambiente per chi lo sta negoziando. Greenpeace fa notare: «Anche se l’Accordo menziona spesso gli aspetti climatici e ambientali essi non sono considerati “elementi essenziali”, indebolendone lo status legale. Infatti, solo se una parte viola un elemento essenziale la controparte può prendere contromisure come la sospensione parziale o totale dell’accordo. Preoccupa inoltre la mancanza di trasparenza dell’Accordo Ue – Mercosur, che istituisce organi e procedure decisionali che operano al di fuori del controllo democratico».

Greenpeace Italia ha commentato: «Il Pantanal, la più grande zona umida del mondo, è insieme all’Amazzonia, una delle aree del Brasile più colpite dagli incendi, innescati quasi sempre dolosamente per distruggere la foresta e lasciare spazio a piantagioni di soia destinata alla mangimistica e pascoli per produrre sempre più carne. L’Ue è corresponsabile di questa devastazione, che l’accordo Ue-Mercosur rischia di peggiorare. Secondo l’istituto brasiliano di ricerche spaziali (INPE), a settembre il Pantanal ha registrato il numero più alto di incendi da quando i dati hanno iniziato a essere registrati, nel 1998. La devastazione che ha subito questo bioma dall’inizio dell’anno è impressionante: ne abbiamo perso circa il 23 per cento del Pantanal, equivalente a 3 milioni di ettari. Lo scorso mese, inoltre, in Amazzonia gli incendi sono stati oltre 30 mila e sono aumentati del 60,6 per cento rispetto a settembre dello scorso anno. Le immagini satellitari mostrano che il 2020 è l’anno peggiore per gli incendi in  Amazzonia».

Jürgen Knirsch, esperto di commercio internazionale di Greenpeace Deutschland,  si augura che la pubblicazione di questi documenti riservati renda evidente che «L’accordo non può portare e non porterà a nessuna delle misure di protezione ambientale o climatica necessarie. Vogliamo dimostrare che la Commissione Ue non ha utilizzato il margine di manovra come avrebbe dovuto per cambiare. Speriamo che risulti chiaro che questo accordo deve essere completamente ridisegnato e che tutti gli sforzi, eventuali emendamenti dell’ultimo minuto e dichiarazioni interpretative aggiuntive all’accordo sono effettivamente inutili perché non possono migliorare nulla di qualcosa che è fondamentalmente sbagliato».

Per  Knirsch « E’ preoccupante è il fatto che la Commissione Ue non abbia utilizzato il margine di manovra che avrebbe avuto. Da tempo discutiamo se questo accordo aiuti effettivamente, ad esempio, a rafforzare le misure ambientali in Amazzonia e ad attuare l’Accordo di Parigi sul clima. E qui vediamo che non aiuta in entrambi i casi. Il testo dice che potremmo  dover lavorare insieme su questo punto, ma senza specificarlo. La possibilità di formularlo in modo più specifico sarebbe stata data dall’accordo di associazione, ma non è stata utilizzata. E questo dopo che abbiamo avuto un dibattito molto intenso sull’Amazzonia, gli incendi e l’accordo commerciale per almeno un anno. La Commissione avrebbe potuto compiere un passo importante su questo punto».

Il tutto proprio mentre la Comissione europea ha da poco aperto una consultazione pubblica sugli impatti dei consumi Ue sulla deforestazione a livello globale, per dire basta all’importazione di prodotti legati alla deforestazione.

Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia, conclude: «Oggi siamo in piazza accanto ai Fridays for Future per lo Sciopero nazionale per il clima e vogliamo denunciare l’allarmante situazione degli incendi che stanno interessando aree ricchissime di biodiversità che, grazie alla loro straordinaria capacità di immagazzinare carbonio, sono anche di grande importanza per combattere la crisi climatica in corso. In Sudamerica questa situazione drammatica riguarda anche l’Argentina, dove quest’anno abbiamo perso mezzo milione di ettari di foreste e zone umide. Ed è proprio con Brasile e Argentina, insieme a Paraguay e Uruguay, cioè i Paesi del Mercosur, che l’Ue sta negoziando un accordo commerciale che va in direzione nettamente opposta a quella della tutela di salute e ambiente e che rischia di inondare il mercato europeo di prodotti legati alla deforestazione e alla violazione dei diritti dei Popoli Indigeni, favorendo settori che stanno contribuendo alla crisi climatica. Omettere impegni accompagnati da sanzioni per fermare la deforestazione e affrontare la crisi climatica mostra che a Ue e Mercosur importano ben poco le sfide che dobbiamo affrontare. L’accordo rischia di accelerare la distruzione dell’Amazzonia, aggravando la perdita di biodiversità e la crisi climatica. Nel ventunesimo secolo, le priorità degli accordi internazionali devono essere la protezione delle persone e della natura, che non sono un accessorio: questo accordo è pericoloso per tutti e deve essere fermato».