Il generale Figliuolo commissario per l’alluvione in Emilia Romagna. Bonelli: «Scelta politica contro regione»
Il governo propone anche disegno di legge in materia di ricostruzione post-calamità
[28 Giugno 2023]
Ieri il Consiglio dei ministri Il Consiglio dei Ministri, su proposta del presidente Giorgia Meloni e del ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, ha approvato il decreto-legge “Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023” e un disegno di legge in materia di ricostruzione post-calamità. Il governo spiega in una nota che «Il decreto disciplina il coordinamento delle procedure e delle attività di ricostruzione sul territorio delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche, interessato dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza. Il testo istituisce il Fondo per la ricostruzione e prevede la nomina di un Commissario straordinario, dotato di un’apposita struttura di supporto, il quale, in stretto raccordo con il Capo del Dipartimento della Protezione civile e con il Capo del Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri: definisce la programmazione delle risorse finanziarie per la realizzazione degli interventi di ricostruzione pubblica e privata; provvede alla ricognizione e all’attuazione degli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione per le più urgenti necessità, d’intesa con le regioni interessate; coordina gli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione degli immobili privati, anche ad uso economico-produttivo, ivi inclusi gli immobili destinati a finalità turistico-ricettiva e le infrastrutture sportive, concedendo i relativi contributi e vigilando sulla fase attuativa degli interventi stessi; coordina la realizzazione degli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione degli edifici pubblici, dei beni monumentali, delle infrastrutture e delle opere pubbliche danneggiate, anche di interesse turistico; informa periodicamente, almeno con cadenza semestrale, la Cabina di coordinamento per la ricostruzione sullo stato di avanzamento dei lavori, sulle principali criticità emerse e sulle soluzioni prospettate; gestisce la contabilità speciale appositamente aperta; assicura l’indirizzo e il monitoraggio su ogni altra attività prevista nei territori colpiti, anche nell’ambito della Cabina di coordinamento; trasmette annualmente al Presidente del Consiglio dei Ministri o, ove nominata, all’autorità politica delegata per la ricostruzione, una relazione sullo stato di attuazione della ricostruzione, anche al fine di individuare ulteriori misure di accelerazione e semplificazione eventualmente da adottare».
La Cabina di coordinamento per la ricostruzione è composta dal Commissario straordinario alla ricostruzione che la presiede, dal Capo del Dipartimento Casa Italia e dal Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dai presidenti delle regioni interessate e dal sindaco metropolitano, da un rappresentante delle province interessate designato dall’Unione province d’Italia e da un rappresentante dei comuni interessati designato dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani. La Cabina coadiuva il Commissario: nella progressiva integrazione tra le misure di ricostruzione; nel monitoraggio dell’avanzamento dei processi; nella definizione dei criteri da osservare per l’adozione delle misure necessarie per favorire e regolare il proseguimento dell’esercizio delle funzioni commissariali in via ordinaria.
Il decreto definisce i criteri e le procedure per l’individuazione delle opere da ricostruire e per l’erogazione dei relativi contributi, sia per quanto riguarda l’ambito pubblico sia per quello privato. Il governo ha preannunciato che, «A seguito dell’entrata in vigore del decreto-legge, nominerà quale Commissario straordinario alla ricostruzione il generale Francesco Paolo Figliuolo».
Ed è questr’ultima decisione che sta facendo più discutere. Il il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato dell’alleanza Verdi/Sinistra Italiana, Angelo Bonelli, ha detto: «Apprendiamo della nomina di Francesco Figliuolo a commissario per la ricostruzione in Emilia Romagna ma, con tutto il rispetto che abbiamo nei confronti del generale, non si può essere commissari su ogni cosa. Prima sul Covid e adesso per la ricostruzione, é chiaro che si tratta di una nomina per impedire che la Regione Emilia-Romagna fosse protagonista della ricostruzione dopo il disastro alluvionale che ha accaduto. Faccio veramente fatica a comprendere come le competenze del generale Figliuolo possano passare dalla gestione del Covid, tra l’altro contestata dal centrodestra che chiede una commissione d’inchiesta, ad avviare quella necessaria opera di recupero e restauro ambientale di cui ha bisogno l’Emilia Romagna per evitare che gli eventi meteorologici estremi connessi alla crisi climatica possano produrre ulteriormente ulteriori danni. E’ evidente che questa scelta è stata fatta per impedire al presidente della Regione Emilia Romagna di essere il commissario per la ricostruzione. Tutti riconoscono che Bonaccini ha una conoscenza precisa del territorio e delle strutture amministrative, ed abbia ben operato nella ricostruzione del post terremoto. Ma si tratta di una scelta che si basa sullo scontro politico, che, sinceramente, io avrei lasciato nel campo della contesa elettorale tenendolo fuori, ma facendo la scelta migliore per le popolazioni alluvionate. E’ quindi chiaro che questo Governo non abbia realmente a cuore il meglio per l’Emilia Romagna ed i suoi cittadini, circostanza evidenziata dal fatto che nella prima conferenza stampa post alluvione proprio Giorgia Meloni aveva annunciato 2,2 miliardi di euro, salvo poi constatare che fossero 600 milioni in meno».
Il gfoverno spiega che Invece, il Disegno di legge quadro in materia di ricostruzione post calamità «Definisce, in un quadro unitario, le procedure e le misure da adottare nei processi di ricostruzione successivi ad eventi calamitosi. La nuova disciplina prevede, tra l’altro, che, al termine dello stato di emergenza, possa essere deliberato dal Consiglio dei Ministri lo “stato di ricostruzione”, previa intesa con i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome interessate. Tale deliberazione può essere assunta nei casi in cui sia impossibile il rientro nel regime ordinario, in quanto non sono state ultimate le procedure di ricostruzione e occorra una complessiva revisione dell’assetto urbanistico ed edilizio delle aree colpite. Il piano può prevedere misure di delocalizzazione necessarie per la riduzione del rischio sismico e idrogeologico. Successivamente alla deliberazione, viene nominato un Commissario straordinario, dotato di una struttura ad hoc, che elabora il piano generale pluriennale di interventi riguardante le aree e gli edifici colpiti, in cui sono determinati anche il quadro complessivo dei danni e il relativo fabbisogno finanziario. Il Commissario coordina gli interventi di ricostruzione e riparazione degli immobili privati e pubblici e può agire in deroga alle disposizioni vigenti, fatto salvo il rispetto delle disposizioni penali, dei principi generali dell’ordinamento, delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. Inoltre, si prevede la nomina di una Cabina di coordinamento, che coadiuva il Commissario straordinario nella definizione del piano e nel monitoraggio dell’avanzamento dei processi di ricostruzione. Per la gestione finanziaria, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze sono istituiti un Fondo per la ricostruzione e un Fondo per le spese di funzionamento dei Commissari straordinari, trasferiti al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si prevede poi l’istituzione di un organo tecnico a competenza intersettoriale denominato “Conferenza permanente”, che esprime parere obbligatorio e vincolante sugli strumenti urbanistici attuativi adottati dai singoli Comuni e sul programma delle infrastrutture ambientali e che approva i progetti delle opere pubbliche e dei lavori relativi a beni culturali. Il Dipartimento di casa Italia esercita le funzioni di indirizzo, coordinamento, programmazione, gestione, finanziamento e monitoraggio degli interventi di ricostruzione di territori colpiti da eventi calamitosi. In merito alla ricostruzione, si distinguono gli ambiti in: interventi su centri storici e nuclei urbani e rurali, da pianificarsi da parte dei Comuni; contributi per la ricostruzione e riparazione privata (su immobili e mobili), per i quali è definita la relativa procedura di concessione; interventi per ricostruzione e riparazione di edifici pubblici (da definirsi con atti del Commissario), per i quali sono definiti i soggetti attuatori, i quali si avvalgono anche di una centrale unica di committenza».