Piogge a -22% e bombe d’acqua, la più grave nella provincia di Livorno con otto morti

Ispra, il riscaldamento del clima è più intenso in Italia rispetto alla media globale

Nel 2017 ha segnato +1,30 °C, e da gennaio ad agosto l’anomalia è arrivata a quasi +2 °C

[6 Luglio 2018]

Da ormai 26 anni di fila il clima italiano continua a essere surriscaldato rispetto ai valori climatologici normali riferiti all’ultimo trentennio “principale” (1961-1990), indagato dall’Ispra all’interno del XIII rapporto Gli indicatori del clima in Italia: e se nel 2017 a livello globale, sulla terraferma, l’anomalia della temperatura media è stata di +1.20 °C, in Italia il riscaldamento è stato più intenso, pari a +1.30°C.

Un quadro che diventa ancor più preoccupante se si limita l’osservazione alla prima parte dell’anno: «Fino al mese di agosto compreso, il 2017 è stato l’anno nettamente più caldo di tutta la serie storica, con un’anomalia media nazionale negli 8 mesi di quasi +2 °C». Senza dimenticare che il clima italiano ha registrato punte di anomalia media mensile ancora più elevate nel mese di marzo al Nord (+3.72°C) e di giugno al Centro (+3.82 °C) e al Sud e sulle Isole (+3.13 °C).

Ed è solo grazie al fatto che «negli ultimi 4 mesi dell’anno le temperature sono tornate su valori prossimi alla media climatologica, riducendo sensibilmente il valore di anomalia media annuale», che il 2017 italiano al 9° posto dal 1961 per riscaldamento del clima.

In compenso la caratteristica prevalente del clima in Italia nel 2017 è stata la siccità, che ha interessato gran parte del territorio nazionale, causando gravi problemi di gestione delle risorse idriche in molte regioni: «Con un’anomalia di precipitazione cumulata media in Italia di -22% circa, il 2017 si colloca al 2° posto, appena dopo il 2001, tra gli anni più “secchi” dell’intera serie dal 1961».

Nonostante il carattere marcatamente siccitoso del 2017, anche nell’anno scorso non sono mancati eventi estremi con precipitazioni intense di brevissima, breve e media durata, le cosiddette “bombe d’acqua”. Le massime precipitazioni orarie sono state «registrate il 10 e 11 settembre in occasione di eventi temporaleschi molto intensi e hanno raggiunto valori di circa 120 mm/h su alcune località della provincia di Livorno», dove hanno portato milioni di euro di danni e otto morti.