Non solo Ceta a Ttip: tutti gli accordi commerciali dell’Ue in cantiere
I trattati già operativi e quelli non ancora in vigore e in corso di negoziato
[20 Ottobre 2016]
In quest’ultimo mese gli stati Ue stanno valutando l’accordo di libero scambio con il Canada (CETA). Non si tratta dell’unica questione in tema di patti commerciali che l’Ue si appresta ad affrontare. Numerosi trattati con paesi di tutto il mondo sono in fase di negoziazione ma entreranno in vigore soltanto dopo l’approvazione del Parlamento Europeo. Ecco una panoramica delle varie trattative in corso e relative situazioni aggiornate.
Diverse tipologie di accordi
L’Unione europea ha accordi commerciali diversi a seconda dei paesi. In alcuni casi vengono ridotti o eliminati i dazi doganali, in altri è stata creata una vera e proprio unione commerciale, che ha eliminato le tasse di frontiera o stabilito un’imposta doganale standard per le importazioni provenienti da quei paesi.
Non si tratta soltanto di dazi. L’attenzione è focalizzata anche sugli investimenti e sulla possibilità di risolvere le eventuali controversie in materia. Ad esempio: cosa potrebbe succedere se la decisione di un governo compromettesse gli investimenti di un’azienda in quel Paese? In più, i confini sono fondamentali per far rispettare le regole sui prodotti. Per citare un caso, l’Europa ha vietato certe tipologie di ormoni somministrati ai bovini nelle aziende biologiche per la possibilità che siano pericolosi per la salute ed è fondamentale impedire che queste carni entrino nel continente da paesi in cui sono autorizzati.
Ceta – Accordo economico e commerciale globale con il Canada,
I negoziati per il Ceta sono terminati a settembre 2014. Durante il mese di ottobre di quest’anno dovrebbe avvenire la rattifica da parte di tutti i paesi dell’Ue. Una volta arrivato l’ok dai parlamenti nazionali, sarà necessaria la votazione positiva del Parlamento europeo per entrare in vigore. Giovedì 20 e venerdì 21 ottobre sarà uno degli argomenti di discussione del consiglio europeo. A dicembre, poi, la commissione Commercio Internazionale (Inta) voterà il provvedimento e sarà sottoposto alla validazione finale nella plenaria dello stesso mese. Se il percorso legislativo rispetterà i tempi stabiliti, il Ceta potrebbe entrare in vigore dal 2017.
Altri accordi di libero scambio terminati ma non ancora in vigore
Il Ceta non è l’unico accordo commerciale per cui sono terminati i negoziati senza essere ancora entrato in vigore. Ecco gli altri in sospeso:
Accordi in corso di negoziato
Un eventuale accordo doganale con gli Stati Uniti, il Ttip (Partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti), si è rivelato piuttosto problematico. In molti hanno espresso preoccupazione sulle differenze tra Europa e Usa riguardo agli standard dei prodotti e alla risoluzione di eventuali controversie sugli investimenti. Il faticoso processo di accordo è iniziato nel 2013 e da allora si sono svolti già 15 incontri.
Per quanto riguarda l’Asia, sono in corso negoziati con:
Malesia (circa a metà strada, ma i problemi più difficili restano da risolvere)
Indonesia (i prossimi incontri avranno luogo nel primo trimestre del 2017)
Thailandia (ci sono stati quattro incontri ma non ne sono stati programmati altri)
Filippine (il prossimo incontro si terrà entro la fine dell’anno)
Giappone (in corso, possibile conclusione entro la fine dell’anno)
Myanmar (sono già stati svolti quattro cicli di negoziati, ma nessun altro appuntamento è in programma)
India (nessuna trattativa al momento, ma continuano le discussioni sulle questioni in sospeso)
In America latina:
Mercosur, ovvero il mercato comune dell’America meridionale comprendente Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela (l’ultimo ciclo di negoziati ha avuto luogo questo mese)
Messico (il secondo ciclo di negoziati si terrà a novembre)
Paesi del Mediterraneo meridionale e del Medio Oriente: diversi accordi, in particolare con otto paesi per aumentare i flussi di merci. Sul tavolo, anche l’espansione di tali intese in altri settori come l’agricoltura e l’industria. Questi ultimi saranno da stabilire con trattative diverse per ciascun Paese.
Al momento non sono stati intrapresi percorsi tra Unione europea e Cina per quel che riguarda il libero scambio. Si stanno portando avanti, parallelamente, colloqui per arrivare a un accordo sugli investimenti. Il processo è partito nel novembre 2013 e l’ultimo incontro si è svolto lo scorso settembre.
Infine, si sta discutendo anche sul Tisa, l’accordo sugli scambi di servizi tra i 23 membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), di cui fa parte anche l’Ue. Gli stati aderenti all’organizzazione rappresentano il 70 per cento del commercio mondiale nel settore dei servizi. I negoziati procedono e sono stati già svolti 14 cicli di confronto tra i vari paesi.
Il ruolo del Parlamento europeo
Dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2009, gli accordi commerciali hanno bisogno di approvazione da parte del Parlamento prima di entrare in vigore. La legislazione prevede, inoltre, che i deputati vengano regolarmente aggiornati sui progressi in corso durante i negoziati.
Il Parlamento si riserva di utilizzare il diritto di veto per questioni su cui ci siano preoccupazioni rilevanti, come ha già dimostrato in passato con il respingimento dell’accordo commerciale anticontraffazione (ACTA) del 2012.
Parlamento europeo