Parlamento europeo: Lega e Berlusconi contro i Coronabond proposti dai Verdi. M5S contro i Recovery Bond
Lega e Berlusconi votano con sovranisti e olandesi. Il M5S: «Hanno tradito gli italiani». I Verdi: «E’ la fiera dell’assurdo»
[17 Aprile 2020]
La contraddizione – tutta italiana – di quanto successo al Parlamento europeo la rivela impietosamente sulla sua pagina Facebook la ex presidente dei Verdi europei Monica Frassoni: «Lega e Forza Italia (Berlusconi compreso) votano CONTRO l’emendamento dei Verdi sulla mutualizzazione del debito. Che non passa per una manciata di voti. Questo per sottolineare la totale incoerenza di urli e insulti a olandesi o tedeschi. Hanno votato esattamente come i loro amici sovranisti! Sono inquinanti e tossici. Come mi ha detto il mio amico eurodeputato Bas Eickhout hanno dato una mano gigantesca al ministro delle finanze olandese. Ditelo in giro….».
Infatti, come si può riscontrare risultati delle votazioni per appello nominale (pp. 51-52) disponibili sul sito del Parlamento Europeo e delegazioni della Lega e di Forza Italia al Parlamento europeo hanno votato contro l’emendamento numero 43, presentato dal gruppo dei Verdi europei a una risoluzione sulla risposta dell’UE alla pandemia del Coronavirus che chiedeva la creazione dei Coronabond per condividere il debito futuro degli Stati membri.
Il testo dell’emendamento dei Verdi, che è stato bocciato con 326 no, 282 sì e 74 astenuti. prevedeva che «Per preservare la coesione dell’Ue e l’integrità della sua unione monetaria, una quota sostanziale del debito che sarà emesso per combattere le conseguenze della crisi del Covid-19 dovrà essere mutualizzato a livello Ue». Con il sì di Lega e Forza Italia, l’emendamento sui Coronabond sarebbe passato.
Durissimo il commento di Angelo Bonelli, coordinatore dell’esecutivo dei Verdi-Europa Verde: «Ieri al Parlamento Europeo è andata in scena la fiera dell’assurdo che ha danneggiato e sbeffeggiato l’Italia. La Lega di Salvini ha detto “NO” a un emendamento dei Verdi europei che chiedeva l’introduzione dei Coronabond, da istituire nel pacchetto Ue per rispondere alla crisi economica determinata dalla pandemia, votando insieme a quelle forze sovraniste e di destra che attaccano sistematicamente il nostro Paese. I campioni salviniani di patriottismo, da Rinaldi alla Donato, l’europarlamentare che ha fracassato le orecchie di tutti con un corteo a suon di clacson per protestare contro l’Europa, hanno votato sostenendo le posizioni del governo olandese e dei sovranisti, ovvero niente coronabond e niente mutualizzazione del debito causato dalla crisi da coronavirus: questi sono falsi patrioti, che in Italia fingono di difendere il nostro Paese ma fuori confine si alleano con i nemici dell’Italia».
Philippe Lamberts, copresidente del gruppo Greens/EFA, ha commentato: «Ci rammarichiamo fortemente che alcuni partiti abbiano respinto i coronabond e non abbiano colto l’occasione per inviare un segnale molto più forte di solidarietà europea. Tuttavia, il Parlamento europeo è unito nel condividere il peso di iniziative di solidarietà europea e gli investimenti relativi al Coronavirus. Alla fine, non possiamo permettere che la nostra risposta collettiva alla pandemia e alla conseguente depressione economica segua il modello della crisi finanziaria globale, o le ingiustizie nelle nostre società potrebbero raggiungere livelli senza precedenti. Lasciare gli Stati membri soli di fronte a questa sfida è condannare l’unione monetaria e, a lungo termine, l’Ue. Quando i leader europei si incontreranno la prossima settimana, devono ricordare che l’egoismo nazionale ci porterà al disastro; solo insieme possiamo trovare la strada per il nostro futuro. I cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l’esaurimento delle risorse del pianeta non sono stati fermati dal coronavirus. Il rilancio indiscriminato della macchina economica globale potrebbe dare una spinta fatale a queste dinamiche. Il Green Deal deve essere al centro della ripresa economica europea, un ritardo sarebbe inaccettabile».
L’altra co-presidente del gruppo Greens/EFA, Ska Keller, ha aggiunto: «Chiediamo ai leader dell’Ue di inviare un forte segnale di solidarietà europea sostenendo i Coronabond. I Paesi più colpiti dal virus non devono essere ulteriormente impoveriti dai debiti subiti durante questa crisi. Il Green Deal deve essere al centro della ripresa economica dell’Europa. Rifiutiamo fermamente qualsiasi tentativo di rinviare o annacquare il Green Deal e le misure necessarie per costruire un’economia europea sostenibile. La crisi del Covid-19 non può essere il pretesto che leader di governo come Viktor Orbán usano per minare la democrazia. E’ inaccettabile, inoltre, che sulla scia di questa crisi, il governo polacco stia tentando di limitare i diritti dei media, dell’opposizione e delle persone di diversi orientamenti sessuali».
Anche il Movimento 5 Stelle attacca: «Le delegazioni della Lega e di Forza Italia hanno votato contro e affossato gli eurobond al Parlamento. Il loro voto è stato determinante nel bocciare la creazione degli eurobond, che sarebbero passati se avessero votato a favore. Una vergogna che fa male all’Italia e agli Italiani. Ieri la Lega ha gettato la maschera e mostrato il suo vero volto. Al Parlamento europeo ha infatti votato CONTRO la creazione degli Eurobond. A che gioco sta giocando? Una cosa è chiarissima: sta remando contro gli interessi degli italiani e i voti dei leghisti sono stati determinanti per la bocciatura dell’emendamento che chiedeva la creazione degli Eurobond».
E il vicepresidente dell’europarlamento Fabio Massimo Castaldo, del M5S, sparge sale sulle ferite: «L’ennesimo tradimento ai danni dell’Italia da parte della Lega Nord e Forza Italia è presto servito: in Aula, al Parlamento Europeo, hanno appena votato contro gli Eurobond! Se avessero votato a favore, l’emendamento sarebbe stato approvato! Eccoli i signorotti ultrinazionalisti e sovranisti: prima sventolano il tricolore in ogni selfie, poi quando il loro voto può salvare il Paese si allineano all’Olanda! Complimenti! Almeno, da stasera, TUTTI GLI ITALIANI potranno conoscere il vostro vero volto».
Ma anche il gruppo all’europarlamento del Movimento 5 Stelle è accusato di incoerenza: ha votato contro la proposta francese sui recovery bond, che però è stata approvata e che chiede alla Commissione europea «Un pacchetto massiccio per la ripresa e la ricostruzione di investimenti per sostenere l’economia europea dopo la crisi, al di là di ciò che il Mes, la Bei e la Bce stanno già facendo». Un pacchetto che dovrebbe far parte di «un nuovo quadro finanziario pluriennale» con investimenti «finanziati da fondi Ue e strumenti finanziari esistenti e da Recovery bonds garantiti dal bilancio Ue», mentre «non dovrebbe prevedere la mutualizzazione del debito esistente».
E Bonelli prende di mira anche i pentastellati: «C’è un’altra incredibile e assurda votazione che dobbiamo denunciare, il cui protagonista è la forza politica più importante della maggioranza di governo del nostro Paese: il M5S, che ha votato contro l’introduzione del Recovery Fund, vale a dire il fondo comune dell’Ue che dovrebbe finanziare la ripresa economica dell’Europa e quindi anche dell’Italia. Se la posizione del M5S e del governo è quella del “NO” anche al Recovery Fund proposto dalla Francia, dopo il “NO” anche al MES senza condizioni per finanziare la sanità, come pensano di sostenere finanziariamente la ripresa economica del Paese?»
Castaldo respinge le accuse e ha spiegato a Class Cnbc che «Per noi la via maestra per risolvere questa crisi resta l’istituzione di un Recovery Fund come garanzia per l’emissione di Recovery bond europei. Per questo motivo è fondamentale, a mio avviso, insistere vigorosamente per l’ottenimento di un accordo ambizioso: se non si dovesse riuscire a conseguire l’unanimità, cioè coinvolgendo tutti gli Stati dell’Eurozona, a questo punto si può verificare l’opzione di una cooperazione rafforzata. Questo strumento potrebbe consentire di lasciare fuori l’Olanda, qualora insistesse nell’annacquare il compromesso, mentre resta fondamentale avere a bordo la Germania, al fine di garantire che l’emissione dei futuri titoli condivisi ottenga poi una tripla A come rating, si metterebbero un po’ all’angolo tutti quei piccoli paesi che stanno dimostrando di essere ultranazionalisti, totalmente legati all’interesse del proprio orticello, per andare avanti con chi comprende l’urgenza e la drammaticità del momento. La Germania non potrà tirarsi indietro: si cominciano a intravedere aperture importanti, anche perché Berlino capisce che è in gioco il futuro stesso dell’Unione europea».