Wwf sulla preapertura della caccia: in Umbria i tesserini venatori provvisori li stampano i cacciatori
Il Wwf: «Un invito a riprodurre infiniti falsi?». Chiesto il sequestro
[1 Settembre 2020]
La giunta a guida leghista che avrebbe dovuto rivoluzionare la Regione Umbria dopo decenni di «immobilismo rosso», sembra avere difficoltà anche nell’ordinaria amministrazione e, denuncia il Wwf, «unica in Italia, ha autorizzato le associazioni venatorie, che giuridicamente sono dei soggetti privati, a stampare, diffondere il “Tesserino venatorio provvisorio”. In sostanza per il tramite di tale procedura anomala, si vorrebbe certificare presuntivamente, che l’atto pubblico originale inviato loro tramite e-mail, sia valido. Esso in realtà è privo di ogni tipo di certificazione/validazione pubblica».
La preapertura della caccia in Umbria è prevista per domani, ma causa della mancata consegna nei termini previsti dei tesserini venatori da parte della tipografia incaricata, la Regione ha trovato questo fantasioso escamotage che il Wwf bolla come «Un abominio giuridico» e ha inviato alla Regione Umbria una diffida invitandola a revocare il provvedimento in autotutela.
Il Panda umbro spiega che «Trattasi in realtà di un comune foglio di carta, che dovrebbe attestare legalmente i requisiti base del cacciatore, la sua scelta di caccia, le giornate di caccia fruite ed annotare le prede abbattute, sia per fini statistici, sia per limitare i carnieri, un documento pubblico se validamente riconoscibile, che serve ad attestare una serie di dati, sia ai fini di controllo che statistici. Esso dovrebbe essere consegnato in maniera rigidamente controllata, in un unico esemplare al cacciatore avente diritto, sia per evitare la duplicazione, la doppia consegna, che per eludere i controlli, ormai quasi inesistenti. Peccato che questo foglio di carta, non abbia oggi nessun requisito di sicurezza, attestazione di origine ed efficacia di documento pubblico. Un foglio/tesserino in bianco e nero, liberamente fotocopiabile/riproducibile, a cui non è stata data e prevista, nessuna numerazione progressiva e quindi esso oggi, non è identificabile in maniera inequivoca, su di esso non vi è apposto nessun sistema antifrode che ne attesti la provenienza originale da parte di una P.A., mediante stampa a colori cangianti o con filigrana, timbro a secco o a tampone, adesivo olografico o altro diffuso e comune sistema antifrode, anche rozzo, sarebbe anche bastata una numerazione progressiva in fase di stampa, anche come un semplice generatore sequenziale di “codice Qr” …gratis …disponibile su internet. Nulla di tutto ciò!!! Un invito a riprodurre infiniti falsi?»
Il Wwf dichiara di aver ricevuto una busta contenente dei tesserini in bianco, «evidentemente per dimostrare e denunciare che essi possono essere stampati in numero illimitato, indistinguibili tra loro. La conseguenza è che tale tesserino quindi, può essere utilizzato in più copie per avere un carniere senza limiti, essendo indistinguibile dall’originale …basta aggiungere fotocopie “legittime” all’infinito!!! Chi lo utilizzerà per la caccia però, senza avere nessuna certezza, né possa dimostrare che sia un documento pubblico originale, ovvero lo utilizzi senza essersi premurato delle dovute cautele (timbro o certificazione da parte dell’ente pubblico), potrebbe rischiare molto».
Ancora una volta il Wwf si vede costretto ad intervenire a tutela del rispetto della normativa ricordando che «La materia venatoria è una competenza concorrente e non esclusiva della regione Umbria!» e per questo non gli è rimasto altro da fare che scrivere all’Autorità anticorruzione Nazionale, a quella Regionale, all’Ispra., ma soprattutto alla Procura della Repubblica, per chiedere «il sequestro urgente (seppur virtuale) di documenti pubblici originali o presunti tali circolanti, la cui origine e legittima diffusione/autorizzazione alla manipolazione è ancora tutta da accertare».
Il Wwf Umbria sottolinea che «La facilità di falsificazione in migliaia di copie illecite e la materiale impossibilità a distinguerli, identificarli, da parte della stessa Amministrazione emanante, sembrerebbe imporre come conseguenza pratica, il sequestro cautelare di tutto il lotto circolante riprodotto in infinite copie presuntivamente false, indistinguibili dall’atto pubblico originale perché prive di numerazione e qualsiasi contrassegno identificativo».
Una richiesta avanzata ufficialmente ieri con una lettera inviata da Dante Caserta, vice presidente e legale rappresentante del Wwf Italia Onlus, alla presidente della Regione Donatella Tesei, all’assessore alla caccia Roberto Morroni e per conoscenza ai ministeri interessati, alle forze dell’ordine e alle procure di Terni e Perugia. Nella lettera Caserta evidenzia «l’irritualità e la illegittimità di tale pratica che, oltre a non essere prevista in alcun testo di legge ed a generare una inammissibile commistione tra le prerogative tassativamente riconducibili alle autorità pubbliche e il ruolo ricoperto da mere associazioni private, peraltro portatrici di interessi specifici e parziali, comporta evidenti e gravi ripercussioni pratiche perché non consente di fornire alcuna garanzia di corretto svolgimento dell’attività venatoria ed impedisce, di conseguenza, il compimento delle attività di vigilanza». Caserta ne chiede l’annullamento d’ufficio del provvedimento e invita gli uffici del ministeri dell’ambiente, delle politiche agricole alimentari e forestali e per la pubblica amministrazione competenti e il dipartimento per le politiche europee della presidenza del consiglio, «a porre in essere tutti gli atti, provvedimenti ed attività di propria competenza, intervenendo presso la Regione Umbria in caso di difetto o inerzia». Altrimenti, il Wwf è pronto «a promuovere tempestivamente le azioni giudiziarie ritenute più opportune».