XXIX Giornata nazionale in ricordo delle vittime della mafia: Roma città libera dai crimini ambientali

L’ecomafia è ormai un fenomeno glocale, da contrastare con forza a livello territoriale e in Europa

[21 Marzo 2024]

In occasione della XXIX giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, Legambiente presenta i dati degli ultimi 5 anni di criminalità ambientale a Roma e nel Lazio con il seminario  “Lotta all’ecomafia: una sfida glocale”. Dalla nuova direttiva europea sui crimini ambientali al caso Roma: le filiere dell’illegalità e le risposte indispensabili”.

Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, ha evidenziato che «Per onorare la loro memoria delle tante vittime della mafie e per avere città libere dai crimini ambientali al nostro Paese chiediamo il massimo impegno nel contrasto alla criminalità ambientale che purtroppo non arresta la sua corsa come dimostrano ogni anno i dati del nostro report Ecomafia. La risposta a questi continui attacchi è quella di mettere in campo maggiori attività di prevenzione e di controllo, nuove normative stringenti come i delitti contro le agromafie e la fauna che ancora faticano a vedere la luce e avvalersi della nuova direttiva europea sui crimini ambientali recependola in tempi brevi. La direttiva, approvata a fine febbraio dal parlamento europeo, prevede nuovi illeciti come l’ecocidio, un inasprimento delle sanzioni, maggiori tutele per chi denuncia e l’impegno di facilitare l’accesso alla giustizia per le associazioni».

Dai cdati presentati dal Cigno Verde emerge che  «Dal 2018 al 2022 sono stati 6.211 i reati ambientali accertati a Roma e ben 13.040 quelli nel Lazio che si piazza al quinto posto in classifica dietro a Campania (23.037), Sicilia (16.579), Puglia (16.282) e Calabria (13.926). In Italia i reati ambientali dal 2018 al 2022 sono stati 157.641. La provincia di Roma è stata la più colpita, nel 2022, con 1.315 illeciti. Un quadro preoccupante che conferma quanto l’ecomafia è ormai un fenomeno glocale, da contrastare con forza a livello territoriale e in Europa».

Focus illeciti a Roma: secondo i nuovi dati di Legambiente, elaborati sulla base di quelli delle forze dell’ordine e Capitanerie di porto, a Roma dal 2018 al 2022 sono state 5.820 le persone denunciate, 117 quelle arrestate e 3.030 i sequestri. Entrando nel merito degli illeciti ambientali accertati nella Capitale sempre negli ultimi cinque anni, al primo posto svettano i reati contro gli animali con 2.676 illeciti accertati, seguiti dagli illeciti nel ciclo dei rifiuti 1.634, e da quelli nel cemento con 1.171 reati accertati.

Focus illeciti nel Lazio. Dal 2018 al 2022 nel Lazio sono state 11.750 le persone denunciate, 202 le persone arrestate, 4.903 i sequestri. Sempre nello stesso periodo sono state riscontrate 3.723 le illegalità nel ciclo del cemento facendo piazzare il Lazio al quinto posto in classifica dietro a Campania (7.360), Puglia (5.735), Calabria (5.001) e Sicilia (4.842). Sale, invece, al terzo posto in classifica per i reati nel ciclo dei rifiuti con 3.361 reati dietro a Campania (8.461) e Puglia (3.775), mentre resta al quarto posto per illeciti contro gli animali che ammontano dal 2018 al 2022 a 3.362. Peggio di lei Sicilia (5.224 reati), Puglia (3.928) e Campania (3.497). Il Lazio risulta dal 2018 al 2022 al primo posto per furti d’arte che ammontano a ben 410, seguito da Campania (324) e Toscana (273).

Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, ha concluso: «Ci ritroviamo a Roma nel ricordo indelebile delle vittime di mafia  e con i pesanti numeri dei reati ambientali commessi nel Lazio in questo ultimo periodo, sostenendo con forza la necessità di tenere altissima l’attenzione contro un fenomeno devastante, per l’ambiente e per la vivibilità sui territori. I dati degli ecoreati nel Lazio sono un triste risultato e ancor più amaro è il record negativo nella provincia di Roma. Qui è necessario generare azioni risolute, in grado di fermare l’aggressione al territorio che arriva dal cemento illegale o dallo smaltimento illecito di rifiuti, costruendo invece le politiche migliori che non lascino spazio alcuno alla criminalità ambientale, per la transizione ecologica nel pieno solco della legalità».