Otto italiani su dieci interessati alle tematiche green: +36% rispetto al 2015
La generazione Z sembra più scettica della media ma più impegnata personalmente
[10 Ottobre 2023]
Secondo il 9° Osservatorio Nazionale sullo stile di vita Sostenibile, la ricerca annuale promossa da LifeGate in collaborazione con l’istituto di ricerca Eumetra MR «Cresce l’interesse e il coinvolgimento degli italiani per la sostenibilità. Sono 39,5 milioni gli italiani, 8 su 10 (79%), che si dichiarano appassionati e interessati alle tematiche sostenibili. Un dato in crescita del +6% rispetto al 2022 e addirittura del +36% nel confronto con il 2015. Il più alto mai registrato da quando viene effettuata questa indagine. Ma quali sono le categorie di cittadini più coinvolte rispetto al green? Dalla Gen Z (18-24 anni) ai professionisti passando per donne, laureati e studenti. Diminuisce (-6%), invece, la quota di italiani che si mostrano disinteressati rispetto ai temi della sostenibilità, pur mantenendosi nell’ordine di uno su cinque (21%) con un picco di uno su 4 (24%) tra i cittadini romani. La sostenibilità è un tema sentito da quasi sette italiani su 10 (68%), pari a 34 milioni di cittadini, un dato in crescita del +6% rispetto al 2022 mentre sono quasi uno su tre (27%) gli italiani che ritengono che un approccio sostenibile sia soltanto una moda con i milanesi (29%) che si dimostrano i più dubbiosi. Allargando il ragionamento alle aziende che si definiscono sostenibili, gli italiani si mostrano divisi a metà di fronte alla misurazione del reale impegno delle organizzazioni sulla sostenibilità con un cittadino su due (49%, +4% rispetto al 2022) che ritiene siano solo delle strategie e delle operazioni di marketing, contro il 46% che pensa sia un impegno concreto per poter assicurare un futuro al Pianeta. I più scettici di fronte al reale impegno delle aziende sulla sostenibilità sono i giovani della Gen Z (54%)».
Ecco i focus emersi dalla ricerca:
Energia. Il 90% degli italiani (78% della Gen Z) ritiene che sia giusto investire nelle fonti di energia rinnovabile e il 38% (28% della Gen Z) pensa che sia necessario mettere l’acceleratore sull’impiego delle rinnovabili, puntando all’indipendenza energetica dell’Italia. Solo uno su quattro (23%) dei cittadini invece già utilizza energia rinnovabile.
Moda e design. Quasi un cittadino italiano su 2 (48%, + 7% rispetto al 2022) conosce e sa descrivere il concetto di moda sostenibile. Uno su cinque (20%) sarebbe disposto ad acquistare prodotti di arredamento rispettosi dell’ambiente e/o un abbigliamento naturale e sostenibile.
Climate Change. L’86% degli italiani (79% della Gen Z) pensa che si debba sostenere la battaglia contro i cambiamenti climatici con il proprio comportamento e uno su quattro (24%) sarebbe disposto ad acquistare una polizza contro i cambiamenti climatici anche se questa costasse di più. Un dato in crescita del +5% rispetto alla rilevazione effettuata nel 2022.
Mobilità e smart cities. Pur pensando nel 72% dei casi (77% secondo la Gen Z) che vada incentivato l’acquisto di autoveicoli elettrici, l’utilizzo di un’auto elettrica è ancora poco diffuso all’interno della popolazione italiana con meno di un italiano su 10 (9%) che utilizza questi veicoli. Un italiano su 3 (29%) conosce e sa descrivere il concetto di smart cities, un trend in crescita del +8% rispetto allo scorso anno.
Azienda. Secondo i cittadini italiani i tre criteri principali in base ai quali un’azienda si possa definire realmente sostenibile sono rappresentati da: un utilizzo responsabile delle risorse (35%), essere carbon neutral (18%), avere un report di sostenibilità chiaro (9%).
Alimentazione. Un italiano su 4 (25%) limita l’utilizzo di carne nell’alimentazione e il 4% della popolazione italiana (9% nella Gen Z) si dichiara vegetariano e/o vegano. È invece pari al 17% il numero di italiani (23% Gen Z) che dichiara di consumare sempre cibi biologici. Uno su cinque (19%) ritiene che la priorità del Paese, in campo alimentare, sia quella di aumentare la produzione di cibo biologico.
Economia circolare. Cresce del 6% la percentuale degli italiani (43%) che conosce e sa descrivere il concetto di economia circolare mentre sono più di 3 su 4 (76% vs il 60% della Gen Z) i cittadini che dichiarano di fare la raccolta differenziata di rifiuti speciali (es. RAEE).
Acqua e plastica. Il 44% degli italiani limita l’utilizzo di bottigliette di plastica e in questo ambito le due priorità per i cittadini sono rappresentate dalla riduzione degli sprechi idrici per combattere la siccità (47%) e dal divieto di produrre e utilizzare le bottigliette di plastica (28%).
Diversity e inclusion. Secondo l’84% degli italiani (74% della Gen Z) la diversità e l’inclusione sono caratteristiche fondamentali che le aziende debbono rispettare e il 12% dei cittadini optano per l’acquisto di prodotti/servizi se un’azienda è impegnata ad essere inclusiva e rispettosa delle diversità.
Gestione dei risparmi. Sul tema degli investimenti sostenibili il 62% dei cittadini italiani sceglierebbe di portarne avanti uno, anche in presenza di un rendimento inferiore. Solo il 16% (23% nella Gen Z) però ha scelto d’investire parte dei propri risparmi in investimenti sostenibili.
Renato Mannheimer di Eumetra MR evidenzia che «Il dato sull’interesse degli italiani, rispetto ai temi legati alla sostenibilità umana e ambientale, è in continua crescita, con 39,5 milioni di cittadini convolti nel cambiamento. Il trend conferma la necessità e l’urgenza che le scelte politiche ed economiche si muovano in questa direzione».
Quest’anno, la ricerca dell’Osservatorio Nazionale sullo stile di vita Sostenibile è dedicata al tema del capitale umano e nel presentarla Enea Roveda, amministratore delegato del Gruppo LifeGate ha concluso: «Il cambiamento sociale e culturale parte sempre dalle persone e dal capitale umano, vero tesoro e punto di forza da sfruttare anche per le aziende nel loro percorso verso una piena sostenibilità, ed è per questo motivo che l’abbiamo scelto come tema centrale di questa 9° edizione del nostro Osservatorio. Il capitale sociale fa la differenza all’interno delle imprese che non si concentrano esclusivamente sul profitto, ma che lo inseriscono all’interno di una visione più ampia che valorizza l’impatto sociale e delinea uno sviluppo pienamente sostenibile. Gli indicatori da misurare per il business delle organizzazioni non dovrebbero girare solo intorno al PIL, ma piuttosto concentrarsi sul benessere delle persone, sulla loro soddisfazione per la vita e sul luogo di lavoro».