Altro che transizione ecologica, l’Italia si allontana ancora dagli obiettivi Ue al 2030
Enea: «Consumi ed emissioni nel 2021 crescono più del doppio rispetto alla media degli aumenti nell’Eurozona»
[24 Dicembre 2021]
La “transizione ecologica” italiana continua ad andare a carbone, come testimoniano i dati raccolti dall’Enea – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – nell’ultima Analisi trimestrale del sistema energetico nazionale, dedicata al III trimestre 2021.
Nel terzo trimestre dell’anno, infatti, a livello nazionale la domanda di energia ha registrato un incremento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2020, sulla spinta del Pil (+3,9%) e della produzione industriale (+20,2%); dato il mix energetico nazionale, conseguentemente risultano anche le emissioni di CO2 (+4% circa) a causa del maggiore utilizzo di fonti fossili, soprattutto petrolio (+8%) e carbone (+25%).
Complessivamente nei primi nove mesi del 2021 le emissioni sono in aumento tendenziale superiore al 7%, ma restano ancora inferiori rispetto allo stesso periodo 2019 (-7%). Circa il 60% di tale ripresa è imputabile ai trasporti, un quarto circa al civile, oltre il 10% alla ripresa dei consumi per le attività produttive, è invece marginale il contributo della generazione elettrica.
Al contempo, l’Analisi evidenzia un netto peggioramento dell’indice Ispred (-35%), elaborato da Enea per misurare l’andamento della transizione energetica nel nostro Paese sulla base di sicurezza del sistema, prezzi dell’energia e decarbonizzazione.
«L’andamento molto negativo del nostro indice – commenta Francesco Gracceva, il ricercatore Enea che ha curato l’Analisi – è legato principalmente all’incremento delle emissioni per il maggior utilizzo di fonti fossili soprattutto nei trasporti e negli edifici e mette in luce l’allontanamento dell’Italia dalla traiettoria di decarbonizzazione e dai nuovi obiettivi Ue (-55% emissioni al 2030), con consumi ed emissioni che nel 2021 crescono più del doppio rispetto alla media degli aumenti nell’Eurozona».
L’analisi evidenzia soprattutto un incremento dell’utilizzo delle fonti fossili: nei primi nove mesi del 2021 i consumi di energia sono cresciuti del 9% (+10 Mtep) prevalentemente per la domanda di petrolio (+10%, pari a +3,5 Mtep) legata alla ripresa del traffico stradale (+9%) e aereo (+22%); i consumi di gas naturale sono aumentati del 7% (+3 Mtep circa), quelli di carbone del 10% (+0,4 Mtep), le rinnovabili dell’1,5% (+0,3 Mtep), mentre le importazioni di energia elettrica registrano un balzo del 66% (+3 Mtep).
In particolare, nella generazione elettrica si registra una notevole ripresa dell’utilizzo del carbone, sia nel III trimestre (+25%) che nei primi nove mesi dell’anno (+10%), mentre il gas naturale registra un +2% sui nove mesi ma un brusco calo nel terzo trimestre (-8%) penalizzato dal forte incremento dei prezzi. Sostanzialmente stabili le rinnovabili, invariate nel trimestre e in lieve aumento (+1%) nei nove mesi, nonostante la loro implementazione tramite l’installazione di nuovi impianti sul territorio sia la principale arma a disposizione per tagliare le bollette energetiche.
Bollette che restano in forte sofferenza, come evidenziato dall’Analisi Enea: nonostante gli interventi eccezionali di sterilizzazione decisi dal Governo, nella seconda metà dell’anno i prezzi del gas sono superiori di oltre il 40% rispetto al 2020 per i consumatori domestici e di circa il 100% per le imprese. Nel caso dell’elettricità, i prezzi sono superiori di quasi il 50% per i consumatori domestici e di oltre il 50% per le imprese, ai massimi per tutte le fasce di consumo.
«Dopo i recenti nuovi record dei prezzi all’ingrosso e il loro ulteriore trasferimento sui clienti finali, è probabile che tra l’ultimo trimestre del 2021 e il primo del 2022 l’indice ISPRED scenda al punto più basso mai registrato, a indicare come la transizione del sistema energetico italiano sia in una fase di particolare difficoltà», conclude Gracceva.